Duro attacco al ministro di Atene durante il vertice dei responsabili delle finanze dell'Europa per il ritardo sull'accordo della proroga agli aiuti. E Draghi avverte: "Il sostegno alle banche elleniche continua ma il tempo sta finendo"
Aria pesante per la Grecia all'Eurogruppo. "Un perditempo, un giocatore d'azzardo, un dilettante". Così sarebbe stato definito il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis da alcuni suoi colleghi al summit di Riga, per il modo con cui sta portando avanti le trattative con i creditori internazionali. "Il tempo sta finendo, la rapidità è essenziale", ha commentato Mario Draghi al termine dello stesso vertice. Varoufakis ribatte che la Grecia ha un problema di liquidità perché sta finanziando il debito con le sue risorse e invece, da accordi esistenti, andrebbe rifinanziato con gli aiuti. Da più parti si guarda alla 'soluzione Cipro': chiusura delle banche per un determinato periodo e controllo sui movimenti di capitali all'interno del Paese e transfrontalieri (le proteste all'epoca dei fatti).
Critiche per i ritardi greci - Secondo quanto riferiscono fonti che hanno assistito alla riunione dei ministri delle Finanze europei a Riga i toni contro il ministro del governo greco Varoufakis sono stati davvero molto aspri. Tutti i ministri che sono intervenuti gli hanno attribuito la responsabilità di essere ancora in alto mare con le discussioni avviate due mesi fa con l'accordo sulla proroga di 4 mesi del secondo programma di aiuti finanziari internazionali, di cui deve essere ancora erogata un'ultima tranche da 7,2 miliardi.
Attacco dai ministri delle finanze: "Posizione greca è dogmatica" - Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha parlato di una discussione "molto critica", mentre, il ministro francese Michel Sapin ha sottolineato che "il tempo perso non si recupera più". Anche il ministro Pier Carlo Padoan ha sollecitato un cambio di passo, condividendo la frustrazione delle istituzioni (Ue, Bce, Fmi) che non sono state in grado di indicare con esattezza la posizione finanziaria delle casse pubbliche di Atene. In molti hanno usato l'aggettivo "dogmatico" per definire il collega. E se nessuno ha minacciato esplicitamente un'uscita dall'Euro di Atene, il ministro sloveno ha però ricordato la possibilità di un piano B in caso di mancato accordo.
Varoufakis: "Non si possono considerare gli sforzi fatti fino ad ora" - Varoufakis si è limitato a rispondere che sul tema delle pensioni non si possono non considerare gli sforzi fatti in precedenza, che tanto sono costati in termini sociali al paese: il piano messo a punto dall'attuale governo, ha aggiunto, va dunque valutato nel quadro dei tagli già realizzati. Al termine delle riunione, e prima delle rispettive conferenze stampa, secondo quanto riferisce la fonte il ministro greco ha avuto un breve incontro a tu per tu con il presidente Dijsselbloem per concordare una strategia di comunicazione. Al termine del vertice il ministro greco si è ulteriormente difeso dagli attacchi. "Il nostro governo non è assolutamente dogmatico - ha spiegato. "Siamo interessati a identificare un processo che porterà a una conclusione positiva e a un accordo reciprocamente vantaggioso". "Comprendiamo appieno che quella europea è una famiglia che ha bisogno di superare le sue differenze in modo collegiale" ha poi concluso.
Draghi: "Il tempo sta finendo, rapidità è essenziale" - Ma a fare pressioni sulla Grecia è anche la Banca Centrale Europea, con Mario Draghi che ricorda come "il tempo sta finendo, la rapidità è essenziale". Il presidente dell'Eurotower ha ricordato che attraverso il programma Ela (emergency liquidity assistance) continuerà "a fornire liquidità alle banche greche fino a quando queste saranno solvibili e forniranno adeguati collaterali", ma, ha aggiunto, "l'aumento dei rendimenti dei titoli greci, che sono saliti ai massimi dal 2012, aumenta la volatilità e 'distrugge' i collaterali".
Critiche per i ritardi greci - Secondo quanto riferiscono fonti che hanno assistito alla riunione dei ministri delle Finanze europei a Riga i toni contro il ministro del governo greco Varoufakis sono stati davvero molto aspri. Tutti i ministri che sono intervenuti gli hanno attribuito la responsabilità di essere ancora in alto mare con le discussioni avviate due mesi fa con l'accordo sulla proroga di 4 mesi del secondo programma di aiuti finanziari internazionali, di cui deve essere ancora erogata un'ultima tranche da 7,2 miliardi.
Attacco dai ministri delle finanze: "Posizione greca è dogmatica" - Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha parlato di una discussione "molto critica", mentre, il ministro francese Michel Sapin ha sottolineato che "il tempo perso non si recupera più". Anche il ministro Pier Carlo Padoan ha sollecitato un cambio di passo, condividendo la frustrazione delle istituzioni (Ue, Bce, Fmi) che non sono state in grado di indicare con esattezza la posizione finanziaria delle casse pubbliche di Atene. In molti hanno usato l'aggettivo "dogmatico" per definire il collega. E se nessuno ha minacciato esplicitamente un'uscita dall'Euro di Atene, il ministro sloveno ha però ricordato la possibilità di un piano B in caso di mancato accordo.
Varoufakis: "Non si possono considerare gli sforzi fatti fino ad ora" - Varoufakis si è limitato a rispondere che sul tema delle pensioni non si possono non considerare gli sforzi fatti in precedenza, che tanto sono costati in termini sociali al paese: il piano messo a punto dall'attuale governo, ha aggiunto, va dunque valutato nel quadro dei tagli già realizzati. Al termine delle riunione, e prima delle rispettive conferenze stampa, secondo quanto riferisce la fonte il ministro greco ha avuto un breve incontro a tu per tu con il presidente Dijsselbloem per concordare una strategia di comunicazione. Al termine del vertice il ministro greco si è ulteriormente difeso dagli attacchi. "Il nostro governo non è assolutamente dogmatico - ha spiegato. "Siamo interessati a identificare un processo che porterà a una conclusione positiva e a un accordo reciprocamente vantaggioso". "Comprendiamo appieno che quella europea è una famiglia che ha bisogno di superare le sue differenze in modo collegiale" ha poi concluso.
Draghi: "Il tempo sta finendo, rapidità è essenziale" - Ma a fare pressioni sulla Grecia è anche la Banca Centrale Europea, con Mario Draghi che ricorda come "il tempo sta finendo, la rapidità è essenziale". Il presidente dell'Eurotower ha ricordato che attraverso il programma Ela (emergency liquidity assistance) continuerà "a fornire liquidità alle banche greche fino a quando queste saranno solvibili e forniranno adeguati collaterali", ma, ha aggiunto, "l'aumento dei rendimenti dei titoli greci, che sono saliti ai massimi dal 2012, aumenta la volatilità e 'distrugge' i collaterali".