Decisione a sorpresa della Banca centrale elvetica: crolla la borsa di Zurigo. Vola il franco svizzero contro la moneta europea, che va ai minimi anche nel cambio sul dollaro
Euro in caduta libera e borsa svizzera a picco, dopo la decisione della Swiss National Bank di svincolare il franco dal cambio a 1,20 con l'euro. Una mossa a sorpresa che sconvolge gli operatori e provoca uno tsunami sul mercato di Zurigo. Eppure - paradossalmente - lo scossone è causato proprio dalla fiducia degli investitori verso l'economia della Confederazione.
Andiamo con ordine, e torniamo al settembre 2011. Nel pieno della crisi dell'euro, la Banca centrale svizzera interviene per frenare la corsa al "bene-rifugio" franco, che rischia di apprezzarsi troppo soffocando l'economia e azzoppando le esportazioni. Fissa così un tetto, un plafond (nello specifico 1,20 franchi per euro), raggiunto il quale interviene vendendo la valuta locale per raffreddare il cambio, tenendolo "artificialmente" basso. Dagli e dagli, in questi 3 anni le riserve di franchi diminuiscono, e non più tardi di un mese fa la SNB (Swiss National Bank) comunica il record storico di riserve in valute straniere: quasi 500 miliardi di dollari.
Le condizioni, nel frattempo, cambiano. L'economia svizzera si rafforza e il deprezzamento dell'euro sul dollaro avrebbe rischiato di indebolire troppo il franco. E' la premessa per la svolta delle ultime ore. Nelle casse dell'isitiuto centrale di Berna i franchi sono davvero troppo pochi per continuare a venderli, e fronteggiare così gli ulteriori deprezzamenti dell'euro. Che continueranno, con ogni probabilità (è questa la valutazione fatta dai banchieri elvetici) dopo che la BCE avrà annunciato, il prossimo 22 gennaio, il tanto atteso piano di acquisto dei titoli di stato dei paesi membri.
Impossibile fronteggiare quindi un ulteriore previsto deprezzamento della moneta unica: da qui la decisione di rimuovere il tetto, sganciandosi in qualche modo dal destino dell'euro.
L'effetto non si è fatto attendere: come una bottiglia di champagne quando viene stappata, il franco svizzero è andato su di botto, e il cambio tra euro e la valuta elvetica è crollato di oltre il 10%. effetto a cascata sulla piazza di Zurigo, particolarmente sensibile alla forza della divisa locale: i titoli di società esportatrici come Roche, Swatch, Nestlè, Richmont sono stati fortemente penalizzati.
Infatti, la robusta economia svizzera si basa in gran parte sull'esport di settori industriali come la meccanica di precisione, il farmaceutico, l'alimentare. Il tutto, come sempre più spesso avviene in questi casi, amplificato da ordini automatici dei sistemi di trading, che sono scattati al raggiungimento di alcuni livelli preimpostati, come spiega Vincenzo Longo, di IG: "Il mercato non si aspettava una simile decisione, almeno questa settimana. Crediamo, infatti, che la SNB abbia deciso di anticipare un eventuale fallimento nella difesa del tetto che sarebbe potuto accadere il 22 gennaio, quando la Bce dovrebbe annunciare il nuovo piano di QE. Difatti, proprio la mossa di oggi della SNB potrebbe avvalorare la tesi di un intervento della Banca centrale europea la prossima settimana. Si è trattato, quindi, solo di una questione di tempo.
Andiamo con ordine, e torniamo al settembre 2011. Nel pieno della crisi dell'euro, la Banca centrale svizzera interviene per frenare la corsa al "bene-rifugio" franco, che rischia di apprezzarsi troppo soffocando l'economia e azzoppando le esportazioni. Fissa così un tetto, un plafond (nello specifico 1,20 franchi per euro), raggiunto il quale interviene vendendo la valuta locale per raffreddare il cambio, tenendolo "artificialmente" basso. Dagli e dagli, in questi 3 anni le riserve di franchi diminuiscono, e non più tardi di un mese fa la SNB (Swiss National Bank) comunica il record storico di riserve in valute straniere: quasi 500 miliardi di dollari.
Le condizioni, nel frattempo, cambiano. L'economia svizzera si rafforza e il deprezzamento dell'euro sul dollaro avrebbe rischiato di indebolire troppo il franco. E' la premessa per la svolta delle ultime ore. Nelle casse dell'isitiuto centrale di Berna i franchi sono davvero troppo pochi per continuare a venderli, e fronteggiare così gli ulteriori deprezzamenti dell'euro. Che continueranno, con ogni probabilità (è questa la valutazione fatta dai banchieri elvetici) dopo che la BCE avrà annunciato, il prossimo 22 gennaio, il tanto atteso piano di acquisto dei titoli di stato dei paesi membri.
Impossibile fronteggiare quindi un ulteriore previsto deprezzamento della moneta unica: da qui la decisione di rimuovere il tetto, sganciandosi in qualche modo dal destino dell'euro.
L'effetto non si è fatto attendere: come una bottiglia di champagne quando viene stappata, il franco svizzero è andato su di botto, e il cambio tra euro e la valuta elvetica è crollato di oltre il 10%. effetto a cascata sulla piazza di Zurigo, particolarmente sensibile alla forza della divisa locale: i titoli di società esportatrici come Roche, Swatch, Nestlè, Richmont sono stati fortemente penalizzati.
Infatti, la robusta economia svizzera si basa in gran parte sull'esport di settori industriali come la meccanica di precisione, il farmaceutico, l'alimentare. Il tutto, come sempre più spesso avviene in questi casi, amplificato da ordini automatici dei sistemi di trading, che sono scattati al raggiungimento di alcuni livelli preimpostati, come spiega Vincenzo Longo, di IG: "Il mercato non si aspettava una simile decisione, almeno questa settimana. Crediamo, infatti, che la SNB abbia deciso di anticipare un eventuale fallimento nella difesa del tetto che sarebbe potuto accadere il 22 gennaio, quando la Bce dovrebbe annunciare il nuovo piano di QE. Difatti, proprio la mossa di oggi della SNB potrebbe avvalorare la tesi di un intervento della Banca centrale europea la prossima settimana. Si è trattato, quindi, solo di una questione di tempo.