Allarme Commissione Ue: tagliate le stime sul Pil italiano

Economia

Vittorio Eboli

Le previsioni di Bruxelles. Riviste al ribasso sia la crescita dell'Italia che della Germania. Per il nostro Paese torna il rischio infrazione per eccessivo deficit. Male anche il debito, nel 2015 al massimo storico. Delrio: "Ci sono segnali di ripresa"

La conferma, l'ennesima, arriva dalle attese stime d'autunno della Commissione Europea, le prime sotto il marchio del nuovo presidente Junker. L'Europa cresce poco, la locomotiva-Germania rallenta, l'Italia resta in difficoltà. Numeri in gran parte attesi, dagli economisti, con l'incognita di ogni previsione, ossia che non si rispecchino poi nella realtà (come accaduto spesso nel recente passato). In primo piano, tra una valanga di numeri, finisce ancora una volta il disavanzo italiano: è destinato a raggiungere quest'anno il 3,0% del prodotto interno lordo, ossia la soglia massima consentita dal Patto di stabilità. Insomma, si riaffaccia sullo sfondo il rischio di una procedura d'infrazione per Roma a causa del deficit eccessivo.

L'allarme sul debito - E il capitolo due degli allarmi per il nostro paese riguarda, tanto per cambiare, il debito: "Nel 2013, grazie al nuovo metodo di calcolo, il debito italiano è sceso a 127,9% del Pil - si legge nella nota della Commissione Europea - ma il surplus primario è ancora insufficiente a tagliarne la crescita nel 2014, a causa del Pil piatto e dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione". Risultato, il rapporto tra debito e PIL è destinato a salire ancora, al 132,2% alla fine di quest'anno e al 133,8% nel 2015. Un aumento dovuto anche e soprattutto all'asfittica ripresa economica, che schiaccia il denominatore rappresentato dal Pil: si parla ancora di "fragile ripresa", una formula che molti analisti leggono come un vero e proprio allarme stagnazione.

Stime riviste al ribasso -
L'esecutivo comunitario, infatti, ha rivisto al al ribasso (rispetto alle previsioni pubblicate in primavera) le stime di crescita per il 2014 e il 2015, non solo per l'Italia ma tutta l'Unione. E tra l'altro la spinta dovrebbe arrivare quasi tutta dalla domanda esterna (quindi dall'export), continuando invece a languire la domanda interna e i consumi. La Commissione europea prevede quindi una contrazione dell'economia italiana dello 0,4% quest'anno. La precedente previsione, che risale a maggio, era di una crescita dello 0,6%. La stima è più o meno in linea con quella di altre organizzazioni internazionali. Nel 2015, Bruxelles prevede invece una crescita dello 0,6%, dato simile a quello del ministero dell'Economia, ma più ottimista della previsione dell'OCSE (+0,1%) Più forte dovrebbe essere la ripresa nel 2016, +1,1%. Bisogna comunque aspettare l'analisi approfondita della Finanziaria del 2015 per capire se Bruxelles chiederà nuove misure di risanamento all'Italia.

Delrio: "Confermiamo le nostre previsioni di crescita"
- Laconico il commento del ministro Delrio: "Confidiamo che le nostre previsioni siano adeguate" e "rimaniamo dentro le nostre previsioni di crescita", "ci sono segnali di ripresa".

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