A giugno, dice il Centro studi di Federalberghi, le presenze dei nostri connazionali segnano -0,3%. Il settore resiste grazie agli stranieri, +2,3%. Complessivamente il primo semestre del 2014 registra +2% ma è caratterizzato da un andamento altalenante
Parte fiacca l'estate degli italiani, ma in generale tutto il primo semestre del 2014 è caratterizzato dall'incertezza. Avvio dell'anno “sulle montagne russe” per il turismo alberghiero con un alternarsi di cali e picchi di crescita, sia degli italiani sia degli stranieri, rispetto allo stesso periodo del 2013. E le imprese del settore sono sotto stress perché non riescono a comprendere se c'è davvero una ripresa e se possono permettersi il lusso di avviare nuovi investimenti, che pure sarebbero necessari. È un quadro di incertezza quello che emerge dell'analisi congiunturale dell'Osservatorio turistico-alberghiero elaborato dal Centro Studi della Federalberghi.
L'estate degli italiani parte fiacca - Partenza fiacca, quindi, delle vacanze degli italiani, con un mese di giugno a -0,3% rispetto al 2013. Secondo Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, il dato induce a guardare con cautela all'andamento dell'estate, che costituisce la stagione maggiormente attesa dall'intera filiera imprenditoriale dell'economia turistica nazionale. “La domanda internazionale – spiega Bocca - continua a premiare l'Italia, che viene preferita anche grazie ad un buon rapporto tra qualità e prezzo. Ma il mercato interno continua a scontare le difficoltà economiche e la ridotta capacità di spesa che affliggono i nostri connazionali. Ciò accresce la sofferenza di quelle località e quei segmenti di mercato popolati in prevalenza da clientela italiana”.
I dati dei primi 6 mesi del 2014 – Per quanto riguarda l’intero anno, i turisti italiani a gennaio hanno avuto un lieve calo (-0,6%) per poi scendere ancora a febbraio (-4,3%). A marzo si è registrato un -0,3%, per poi risalire ad aprile (+7,7%) e a maggio (+7,1%), per ricadere a giugno (-0,3%). Gli stranieri, che sono andati abbastanza bene a gennaio (+1,7%) e febbraio (+1,2%), sono stati in discesa a marzo (-2,1%), in impennata ad aprile (+11,6%), in calo a maggio (-1,7%) e di nuovo in recupero a giugno (+2,6%). La differente collocazione della Pasqua (a marzo nel 2013, in aprile nel 2014) e il lungo ponte che è andato dal 18 aprile al 4 maggio spiegano solo in parte le anomalie e l'instabilità del mercato.
Più clienti stranieri che italiani - Nel complesso, dal 1 gennaio al 30 giugno, si conferma la prevalenza della componente estera su quella interna, con una quota di mercato che nel semestre si è attestata al 51,8% rispetto al 48,2% degli italiani. Più in generale, il primo semestre registra un +2% di presenze complessive, con gli stranieri che si confermano in crescita (+ 2,3%) e un segnale di recupero dei clienti italiani (+1,8%), seppur non sufficiente a recuperare le contrazioni degli anni passati.
In calo anche l'occupazione - L'andamento a corrente alternata si ripercuote anche sul numero degli occupati che nel semestre registra un -2%, con -3,1% per i lavoratori a tempo indeterminato e -0,8% per quelli con contratto a tempo determinato. “La volubilità del mercato, oltre ad erodere i margini aziendali, sempre più compressi tra un regime di costi e imposte crescenti e un bilancio di prezzi e ricavi calanti, si ripercuote inevitabilmente anche sull'occupazione - aggiunge Bocca - con le imprese costrette a privilegiare le assunzioni a tempo determinato, per contenere i costi fissi ed inseguire una domanda altalenante”. Bocca, pur apprezzando gli “strumenti utili a sostenere la competitività del sistema d'offerta” contenuti nel Decreto Cultura e Turismo, sottolinea che “il lavoro da fare è ancora molto” e confida che “innanzitutto vengano adottate con urgenza forme di contrasto all'abusivismo, piaga che inquina il mercato”.
L'estate degli italiani parte fiacca - Partenza fiacca, quindi, delle vacanze degli italiani, con un mese di giugno a -0,3% rispetto al 2013. Secondo Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, il dato induce a guardare con cautela all'andamento dell'estate, che costituisce la stagione maggiormente attesa dall'intera filiera imprenditoriale dell'economia turistica nazionale. “La domanda internazionale – spiega Bocca - continua a premiare l'Italia, che viene preferita anche grazie ad un buon rapporto tra qualità e prezzo. Ma il mercato interno continua a scontare le difficoltà economiche e la ridotta capacità di spesa che affliggono i nostri connazionali. Ciò accresce la sofferenza di quelle località e quei segmenti di mercato popolati in prevalenza da clientela italiana”.
I dati dei primi 6 mesi del 2014 – Per quanto riguarda l’intero anno, i turisti italiani a gennaio hanno avuto un lieve calo (-0,6%) per poi scendere ancora a febbraio (-4,3%). A marzo si è registrato un -0,3%, per poi risalire ad aprile (+7,7%) e a maggio (+7,1%), per ricadere a giugno (-0,3%). Gli stranieri, che sono andati abbastanza bene a gennaio (+1,7%) e febbraio (+1,2%), sono stati in discesa a marzo (-2,1%), in impennata ad aprile (+11,6%), in calo a maggio (-1,7%) e di nuovo in recupero a giugno (+2,6%). La differente collocazione della Pasqua (a marzo nel 2013, in aprile nel 2014) e il lungo ponte che è andato dal 18 aprile al 4 maggio spiegano solo in parte le anomalie e l'instabilità del mercato.
Più clienti stranieri che italiani - Nel complesso, dal 1 gennaio al 30 giugno, si conferma la prevalenza della componente estera su quella interna, con una quota di mercato che nel semestre si è attestata al 51,8% rispetto al 48,2% degli italiani. Più in generale, il primo semestre registra un +2% di presenze complessive, con gli stranieri che si confermano in crescita (+ 2,3%) e un segnale di recupero dei clienti italiani (+1,8%), seppur non sufficiente a recuperare le contrazioni degli anni passati.
In calo anche l'occupazione - L'andamento a corrente alternata si ripercuote anche sul numero degli occupati che nel semestre registra un -2%, con -3,1% per i lavoratori a tempo indeterminato e -0,8% per quelli con contratto a tempo determinato. “La volubilità del mercato, oltre ad erodere i margini aziendali, sempre più compressi tra un regime di costi e imposte crescenti e un bilancio di prezzi e ricavi calanti, si ripercuote inevitabilmente anche sull'occupazione - aggiunge Bocca - con le imprese costrette a privilegiare le assunzioni a tempo determinato, per contenere i costi fissi ed inseguire una domanda altalenante”. Bocca, pur apprezzando gli “strumenti utili a sostenere la competitività del sistema d'offerta” contenuti nel Decreto Cultura e Turismo, sottolinea che “il lavoro da fare è ancora molto” e confida che “innanzitutto vengano adottate con urgenza forme di contrasto all'abusivismo, piaga che inquina il mercato”.