Eurostat, l'occupazione in Italia torna ai livelli del 2002

Economia
Eurostat: l'occupazione in Italia scende ai livelli del 2002. Grecia fanalino di coda tra i 28 paesi dell'Unione
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Il Paese torna indietro di dieci anni. Peggio in Europa solamente Grecia, Spagna e Croazia. Raggiungere l’obiettivo del 67% entro il 2020 sembra sempre più difficile. Renzi: "Si è toccato un punto molto basso eppure inizio a vedere i segni di una ripresa"

Brutte notizie per l’Italia sul fronte del lavoro. Il tasso di occupazione, tra i 20 e i 64 anni, è sceso al di sotto del 60% nel 2013. Un risultato mai visto nell’ultimo decennio che riporta il paese indietro al 2002.

I dati diffusi dall’Eurostat mostrano, però, come l’Italia sia uno dei Pesei dell’Unione Europea dove l’occupazione degli adulti tra i 55 e i 64 anni sia in aumento costante, con un incremento di oltre 2 punti percentuali tra il 2012 e il 2013.

La situazione europea: Grecia fanalino di coda - Il tasso di occupazione in Europa scende per il quinto anno consecutivo dal 2008 e l’Italia fa registrare il calo più accentuato dopo la Grecia (53,2%): dal 61% nel 2012 scende al 59,8% del 2013, lontana dalla media della Ue-28 che scende a 68,3%, perdendo solo uno 0,1 sul 2012. Cattive notizie anche per la Croazia (53,9%) e la Spagna (58,2%).
In cima alla classifica la Svezia (79,8% di occupati), seguita da Germania (77,1%) e Olanda (76,5%). Positive anche la Gran Bretagna che con 0,7 punti tocca il 74,9% e la Francia che ha guadagnato uno 0,1 e ora è al 69,5%.

Italia: "Lontano l’obiettivo del 67%" –
Si allontana per l’Italia la possibilità di raggiungere l’obiettivo per l’occupazione fissato dalla strategia Europa 2020 che i Paesi europei si sono impegnati a perseguire.
Per l’Italia l’obiettivo è un tasso di occupazione al 67% entro il 2020. Solo Germania e Malta hanno già raggiunto gli standard fissati dalla Commissione europea per il 2020: 77% e 62,9% rispettivamente.

Renzi: "Abbiamo toccato il fondo ma ci sono buoni segnali di ripresa" - I dati, dice il premier Matteo Renzi, mostrano che nel 2013 "sul lavoro si è toccato un punto molto basso eppure inizio a vedere i segni di una ripresa".

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