Internet, Usa pronti a cedere controllo sui domini

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Il dipartimento del commercio americano ha annunciato che dal 2015 non intende più avere un ruolo centrale nella gestione degli indirizzi web. Verrà creata una nuova struttura più internazionale. Ma c'è chi teme una balcanizzazione della rete

Il governo degli Stati Uniti ha annunciato di essere pronto ad abbandonare il suo ruolo centrale nell'assegnazione dei nomi e dei domini su internet, a favore di una governance globale della rete. Un passo indietro che rappresenta una svolta storica richiesta da tempo dall'Unione Europea. Ma anche la risposta concreta da parte dell'amministrazione Obama alla crescente preoccupazione al livello internazionale circa l'eccessiva capacità degli States di controllare la rete, soprattutto alla luce dello scandalo dei programmi di sorveglianza di massa ad opera della National Security Agency.

Per il 2015 creata nuova struttura di controllo
- Il Dipartimento del Commercio Usa ha diffuso una dichiarazione con cui si annuncia che entro il 2015 non intende avere più il ruolo centrale nella gestione di Icann, un agenzia no profit che dal 1998 è il regolatore globale di Internet, responsabile della convalida nomi dei domini. In questi anni, di fatto gli Stati Uniti decidevano l'assegnazione dei nomi dei siti, come .com .gov e .org. A questo punto, entro il settembre dell'anno prossimo, gli Stati Uniti daranno al via a un processo condiviso per creare una nuova struttura di controllo, in collaborazione con altre realtà globali. L'idea, ha spiegato il dipartimento del Commercio, è quella "di sostenere e rinforzare il modello di una governance globale di internet". "E' arrivato il momento di avviare un processo di transizione", ha dichiarato il segretario aggiunto Lawrence Strickling. La decisione del governo Usa è stata accolta con soddisfazione dall'Icann: "Invitiamo i governi, il settore privato, la società civile e le organizzazioni coinvolte in internet di tutto il mondo ad unirsi a noi per attuare questa fase di transizione", ha detto il presidente Fadi Chehade. "Tutte le parti interessate meritano di aver voce in capitolo allo stesso modo nella gestione e nella governance di questa risorsa globale".

Il rischio è una "balcanizzazione" del web
- La prima tappa di questa fase di trasformazione sarà il prossimo meeting di Icann, a Singapore, il prossimo 23 marzo. Tuttavia, questa apertura non piace a pezzi importanti dell'impresa americana, ma anche ad alcuni esperti della rete, preoccupati dal fatto che dare un maggior ruolo a Paesi come la Russia e la Cina nella regolamentazione del web, potrebbe portare a una minore libertà e a una maggiore censura ai danni della libertà d'espressione. E c'è chi già parla del rischio di una 'balcanizzazione' del web. Secondo il piano dell'amministrazione Obama, la nuova governance dovrebbe invece assicurare che l'Icann rimanga un ente libero dal condizionamento dei governi, in grado di garantire una rete aperta, accessibile, ma allo stesso tempo sicura e stabile. E dalle prime reazioni, pare che i big della Silicon Valley siano pronti ad appoggiare questa svolta, considerandola ormai inevitabile dopo lo scoppio dello scandalo Datagate. In gioco c'è la credibilita della rete nei confronti de pubblico, un obbiettivo dal valore non negoziabile.

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