L'indice arriva al 41% al Sud. Il 22% dei nuclei familiari dice di non riuscire a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Buone notizie sul saldo primario di bilancio, ma la pressione fiscale sfiora il record della Svezia. DATI E INFOGRAFICHE
In Italia una famiglia su quattro è in una situazione di "deprivazione" ovvero ha almeno tre dei nove indici di disagio economico, quali ad esempio non poter sostenere spese impreviste, avere arretrati nei pagamenti o non poter assumere un pasto proteico ogni due giorni. Lo rivela l’Istat, secondo il quale l'indice è cresciuto dal 22,3% del 2011 al 24,9% del 2013, come si legge nel Rapporto Noi Italia, che traccia un quadro sul nostro Paese dall’istruzione alla sanità fino ai consumi e alle abitudini degli italiani.
Al Sud 4 famiglie su 10 in condizioni di disagio - Nel rapporto, in particolare, si legge che sono in situazione di deprivazione circa 15 milioni di persone in 6,3 milioni di famiglie. Se la media in Italia è di una famiglia su quattro in una situazione di disagio economico al Sud la percentuale sale al 41% (in crescita dal 37,6% del 2011) mentre nel Nord Est è limitata al 13,5% (in calo dal 15,2%). Nel Centro nel 2012 si è registrato una crescita delle situazioni di disagio con le famiglie in queste condizioni passate dal 18,6% al 21,6%. Nel Nord Ovest sono il 17,2% in crescita di due punti percentuali.
Una famiglia su due non può permettersi una settimana di vacanza - Se si guardano in particolare i diversi indicatori, solo il 2,4% delle famiglie dichiara di non potersi permettere l'acquisto di una lavatrice, un televisore a colori, un telefono o un'automobile, mentre sono il 50,5% del totale quelle che non possono permettersi una settimana di vacanza lontano da casa.
Circa il 22% delle famiglie dichiara di non riuscire a riscaldare adeguatamente l'abitazione e il 17,5% di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Circa l'11% delle famiglie residenti è rimasto in arretrato con almeno un pagamento tra mutuo, affitto, bollette o debiti diversi dal mutuo e il 42,9% non riuscirebbe ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell'Italia meridionale e insulare, con valori in alcuni casi più che doppi rispetto alla media nazionale. Le situazioni più gravi si registrano tra le famiglie residenti in Sicilia.
Bene il saldo primario di bilancio - Buone notizie, invece, per quello che riguarda, i conti pubblici. Nel 2012 in Europa si registra un generalizzato miglioramento dei conti per effetto delle misure di contenimento della spesa pubblica adottate dai vari governi.
L'Italia si colloca al primo posto, insieme alla Germania, tra i paesi dell'Uem per saldo primario (indebitamento netto esclusi gli interessi passivi), al sesto posto relativamente all'incidenza dell'indebitamento netto.
Pressione fiscale a livelli svedesi - Continua a restare alta, invece, la pressione fiscale, sfiorando i livelli svedesi. Nel 2012 - si legge nel Rapporto Istat "Noi Italia" - ha raggiunto il 44,1% (dal 42,5% nel 2011 e il 41,3% del 2000) a fronte del 44,7% in Svezia, dato in deciso calo dal 51,7% registrato nel paese scandinavo nel 2000.
Resta alta la disoccupazione - Il rapporto conferma poi le brutte notizie sul fronte del lavoro. Nel 2012 il tasso di disoccupazione giovanile in Italia raggiunge il livello più elevato dal 1977, pari al 35,3 per cento, in aumento di 6,2 punti percentuali rispetto a un anno prima e di oltre 11 punti rispetto al 2003.
Nel 2012 permane il divario di genere, seppure in attenuazione rispetto al 2011: il tasso di disoccupazione giovanile delle donne italiane (37,5 per cento) supera quello maschile di 3,8 punti.
Al Sud 4 famiglie su 10 in condizioni di disagio - Nel rapporto, in particolare, si legge che sono in situazione di deprivazione circa 15 milioni di persone in 6,3 milioni di famiglie. Se la media in Italia è di una famiglia su quattro in una situazione di disagio economico al Sud la percentuale sale al 41% (in crescita dal 37,6% del 2011) mentre nel Nord Est è limitata al 13,5% (in calo dal 15,2%). Nel Centro nel 2012 si è registrato una crescita delle situazioni di disagio con le famiglie in queste condizioni passate dal 18,6% al 21,6%. Nel Nord Ovest sono il 17,2% in crescita di due punti percentuali.
Una famiglia su due non può permettersi una settimana di vacanza - Se si guardano in particolare i diversi indicatori, solo il 2,4% delle famiglie dichiara di non potersi permettere l'acquisto di una lavatrice, un televisore a colori, un telefono o un'automobile, mentre sono il 50,5% del totale quelle che non possono permettersi una settimana di vacanza lontano da casa.
Circa il 22% delle famiglie dichiara di non riuscire a riscaldare adeguatamente l'abitazione e il 17,5% di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Circa l'11% delle famiglie residenti è rimasto in arretrato con almeno un pagamento tra mutuo, affitto, bollette o debiti diversi dal mutuo e il 42,9% non riuscirebbe ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell'Italia meridionale e insulare, con valori in alcuni casi più che doppi rispetto alla media nazionale. Le situazioni più gravi si registrano tra le famiglie residenti in Sicilia.
Bene il saldo primario di bilancio - Buone notizie, invece, per quello che riguarda, i conti pubblici. Nel 2012 in Europa si registra un generalizzato miglioramento dei conti per effetto delle misure di contenimento della spesa pubblica adottate dai vari governi.
L'Italia si colloca al primo posto, insieme alla Germania, tra i paesi dell'Uem per saldo primario (indebitamento netto esclusi gli interessi passivi), al sesto posto relativamente all'incidenza dell'indebitamento netto.
Pressione fiscale a livelli svedesi - Continua a restare alta, invece, la pressione fiscale, sfiorando i livelli svedesi. Nel 2012 - si legge nel Rapporto Istat "Noi Italia" - ha raggiunto il 44,1% (dal 42,5% nel 2011 e il 41,3% del 2000) a fronte del 44,7% in Svezia, dato in deciso calo dal 51,7% registrato nel paese scandinavo nel 2000.
Resta alta la disoccupazione - Il rapporto conferma poi le brutte notizie sul fronte del lavoro. Nel 2012 il tasso di disoccupazione giovanile in Italia raggiunge il livello più elevato dal 1977, pari al 35,3 per cento, in aumento di 6,2 punti percentuali rispetto a un anno prima e di oltre 11 punti rispetto al 2003.
Nel 2012 permane il divario di genere, seppure in attenuazione rispetto al 2011: il tasso di disoccupazione giovanile delle donne italiane (37,5 per cento) supera quello maschile di 3,8 punti.