Giovannini: "Valutiamo l'anticipo dell'età pensionabile"

Economia
Il ministro del Welfare Enrico Giovannini

Il ministro del Welfare è al lavoro con il Tesoro per ottenere uno "strumento flessibile in funzione delle condizioni soggettive del lavoratore". Ma non si modificherebbero le regole della legge Fornero: "Al piano si accederebbe su base volontaria"

Il ministero del Welfare, di concerto con il Tesoro, sta studiando in queste ore un piano che preveda la possibilità di anticipare l'età di pensionamento. Lo ha annunciato il ministro del Welfare Enrico Giovannini precisando che la misura mira a venire incontro, attraverso strumenti flessibili, a esigenze specifiche dei lavoratori. "Stiamo lavorando agli aspetti tecnici. E' un provvedimento complesso che può prevedere anche il contributo delle aziende", ha detto Giovannini a margine di un convegno Inail.

Il problema del reperimento delle risorse -
L'ipotesi era già emersa nel periodo di preparazione della legge di Stabilità. In quella occasione si era valutata la possibilità di dare ai senza lavoro, lontani 2-3 anni dalla pensione, un anticipo dell'assegno previdenziale da restituire gradualmente una volta raggiunta l'età d'uscita prevista dalla legge. Il problema sta nel reperimento delle risorse. Il Pd, per esempio, ha proposto l'uscita dal lavoro tra i 62 e i 70 anni, per chi ha almeno 35 anni di contributi, con penalizzazione per chi ha tra 62 e 65 anni, e un incentivo tra 67 e 70 anni. Piano che, Giovannini, aveva definito "incompatibile con il percorso di contenimento della spesa pensionistica".

Damiano: "Il problema degli esodati non è risolto" -
Cesare Damiano, presidente Pd della commissione Lavoro della Camera ed estensore della proposta, aspetta il merito e ricorda che, nonostante siano stati tutelati 160.000 lavoratori, "il problema degli esodati non può dirsi risolto". Fino al 2020 il governo ha stanziato circa 12 miliardi per garantire un reddito a questi lavoratori. La legge Fornero ha innalzato l'età di pensionamento a 66 anni, modificando il precedente sistema delle quote. In alternativa si può lasciare il lavoro dopo aver versato 41 o 42 anni di contributi a seconda del sesso.

La precisazione del ministro: "Non si modificano le regole pensionistiche" -
Il ministro, nel pomeriggio di martedì 21, ha precisato che il nuovo piano non stravolgerà le regole della riforma. "Si ribadisce che l'ipotesi alla quale si sta lavorando non modificherebbe le regole pensionistiche attualmente esistenti, ma offrirebbe uno strumento aggiuntivo cui si accederebbe su base volontaria, con il possibile coinvolgimento delle imprese, come già avviene nei casi previsti dalla legge per le aziende di maggiori dimensioni", scrive Giovannini in una nota.

Cgil: sì a una maggiore flessibilità" -
Per la Cgil, "contrariamente a quanto dice il ministro, sono proprio le regole della riforma Fornero che vanno cambiate". La Cisl definisce "disastroso" l'irrigidimento dei criteri di pensionamento introdotti dalla riforma Fornero e plaude a una maggiore flessibilità anche alla luce della crisi, ma chiede al governo concretezza. Le soluzioni di maggiore flessibilità "potrebbero contribuire a risolvere definitivamente la questione degli esodati ma bisogna passare ai fatti", ha detto il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli.

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