Il governo cancella la tassa sulla casa. Ma in quei comuni in cui le amministrazioni locali avevano stabilito un'aliquota superiore, i cittadini dovranno versare parte della differenza. Si tratterebbe di una cifra tra i 40 e i 100 euro circa
Brutta sorpresa per romani, milanesi, torinesi, napoletani e palermitani (solo per citarne alcuni): nonostante il Cdm abbia "mantenuto la promessa" e cancellato la seconda rata Imu prima casa del 2013 qualcosa la dovranno comunque pagare. Una media - calcola la Uil - di 42 euro per i cittadini con aliquota maggiorata. Ma che diventano da 71 a 104 euro (nella peggior ipotesi, ovvero di aumento generalizzato delle aliquote) secondo la Cgia.
Metà sarà a carico dei cittadini - Si tratta della 'mini-Imu', cioè la differenza di gettito determinata dallo 'spazio' tra l'aliquota standard e l'aumento deliberato dal loro comune (dal 4 fino al 6 per mille) che riguarda una quarantina di comuni capoluogo (oltre 600 in tutta Italia). Il governo si è impegnato infatti a pagare la metà di quella somma (sarebbero all'incirca 500 milioni, 250 sarebbero a carico dello Stato), ma gli altri li dovranno tirar fuori i cittadini entro metà gennaio. Il decreto varato ieri (il testo ancora non c'è ma viene spiegato dalla nota di Palazzo Chigi) prevede infatti che "per quanto riguarda il gettito ulteriore atteso dai comuni che hanno deliberato per l'anno 2013 aliquote superiori a quella standard, circa metà dell'importo viene ristorata dallo Stato; a fini perequativi l'altra metà verrà versata dai contribuenti interessati a metà gennaio 2014, alle stesse scadenze già programmate per altri tributi".
Come si calcola quanto bisogna pagare - La situazione è abbastanza intricata ma il metodo di calcolo non dovrebbe essere troppo complesso anche se i Caf lanciano già l'allarme. Si calcola l'Imu dovuta con l'aliquota standard e le detrazioni stabilite dal comune; poi si calcola l'Imu dovuta con l'aliquota maggiorata e la detrazione. La differenza, diviso due (il 50% lo paga lo Stato), è quanto dovrà pagare il cittadino. Un esercizio complesso quello di stabilire quanto è pesante il conto nel quale si cimenta la Uil che annuncia una "mini stangata di 42 euro medi per i residenti nei Comuni che quest'anno hanno deciso aumenti di aliquote". Il conto a Milano sarebbe di 73 euro (nel 2012, però, si sono pagati 292 euro medi); a Bologna di 40 euro medi (321 euro nel 2012); a Napoli di 38 euro medi (379 euro nel 2012); a Genova di 31 euro medi (72 euro nel 2012); ad Ancona di 21 euro medi (341 euro nel 2012); a Verona di 31 euro medi (281 euro nel 2012). Dunque si avrà un risparmio rispetto al 2012, ma la tassa sulla casa si paghera' comunque. In totale, ad oggi, si tratta di 3,4 milioni di prime case che si aggiungono ai 44.785 "nababbi" possessori di una prima casa di lusso. Secondo la Cgia invece i proprietari di prima casa che hanno subito l'aumento dell'aliquota Imu nel 2013 saranno chiamati a versare entro la metà di gennaio dell'anno prossimo un importo massimo oscillante tra i 71 e i 104 euro.
Allarme dei caf - La novità, insieme alle difficoltà interpretative sull'Imu agricola, mette in allarme i Caf, ai quali arrivano già richieste di chiarimento. Inferociti molti sindaci. E un altro fronte si apre: banche e assicurazioni. Sul fronte agricolo soddisfatte le organizzazioni principali. Ad esempio Coldiretti che spiega: "l'esenzione per quest'anno anche della seconda rata dell'Imu per i fabbricati rurali e per i terreni agricoli degli imprenditori agricoli professionali "è una scelta strategica per il Paese che è ora necessario stabilizzare per il prossimo anno".
Metà sarà a carico dei cittadini - Si tratta della 'mini-Imu', cioè la differenza di gettito determinata dallo 'spazio' tra l'aliquota standard e l'aumento deliberato dal loro comune (dal 4 fino al 6 per mille) che riguarda una quarantina di comuni capoluogo (oltre 600 in tutta Italia). Il governo si è impegnato infatti a pagare la metà di quella somma (sarebbero all'incirca 500 milioni, 250 sarebbero a carico dello Stato), ma gli altri li dovranno tirar fuori i cittadini entro metà gennaio. Il decreto varato ieri (il testo ancora non c'è ma viene spiegato dalla nota di Palazzo Chigi) prevede infatti che "per quanto riguarda il gettito ulteriore atteso dai comuni che hanno deliberato per l'anno 2013 aliquote superiori a quella standard, circa metà dell'importo viene ristorata dallo Stato; a fini perequativi l'altra metà verrà versata dai contribuenti interessati a metà gennaio 2014, alle stesse scadenze già programmate per altri tributi".
Come si calcola quanto bisogna pagare - La situazione è abbastanza intricata ma il metodo di calcolo non dovrebbe essere troppo complesso anche se i Caf lanciano già l'allarme. Si calcola l'Imu dovuta con l'aliquota standard e le detrazioni stabilite dal comune; poi si calcola l'Imu dovuta con l'aliquota maggiorata e la detrazione. La differenza, diviso due (il 50% lo paga lo Stato), è quanto dovrà pagare il cittadino. Un esercizio complesso quello di stabilire quanto è pesante il conto nel quale si cimenta la Uil che annuncia una "mini stangata di 42 euro medi per i residenti nei Comuni che quest'anno hanno deciso aumenti di aliquote". Il conto a Milano sarebbe di 73 euro (nel 2012, però, si sono pagati 292 euro medi); a Bologna di 40 euro medi (321 euro nel 2012); a Napoli di 38 euro medi (379 euro nel 2012); a Genova di 31 euro medi (72 euro nel 2012); ad Ancona di 21 euro medi (341 euro nel 2012); a Verona di 31 euro medi (281 euro nel 2012). Dunque si avrà un risparmio rispetto al 2012, ma la tassa sulla casa si paghera' comunque. In totale, ad oggi, si tratta di 3,4 milioni di prime case che si aggiungono ai 44.785 "nababbi" possessori di una prima casa di lusso. Secondo la Cgia invece i proprietari di prima casa che hanno subito l'aumento dell'aliquota Imu nel 2013 saranno chiamati a versare entro la metà di gennaio dell'anno prossimo un importo massimo oscillante tra i 71 e i 104 euro.
Allarme dei caf - La novità, insieme alle difficoltà interpretative sull'Imu agricola, mette in allarme i Caf, ai quali arrivano già richieste di chiarimento. Inferociti molti sindaci. E un altro fronte si apre: banche e assicurazioni. Sul fronte agricolo soddisfatte le organizzazioni principali. Ad esempio Coldiretti che spiega: "l'esenzione per quest'anno anche della seconda rata dell'Imu per i fabbricati rurali e per i terreni agricoli degli imprenditori agricoli professionali "è una scelta strategica per il Paese che è ora necessario stabilizzare per il prossimo anno".