Twitter, i conti sono finalmente pubblici

Economia
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Il documento necessario al collocamento in Borsa è finalmente accessibile a tutti. E rivela i numeri dell'azienda: 218 milioni di utenti attivi e 316 milioni di fatturato nel 2012

di Raffaele Mastrolonardo

316 milioni di dollari. Ora è ufficiale: tanto ha fatturato Twitter nel 2012. Così come è ufficiale che l'85 % del fatturato (esattamente 269 milioni) sono arrivati dalla pubblicità. A rivelarlo è il modulo S1, quello che devono compilare le società che intendono quotarsi alla Borsa americana, e che nella notte italiana di ieri è stato reso pubblico. L'azienda aveva ufficializzato l'intenzione di cercare capitali a Wall Street il 12 settembre scorso con un tweet. Aveva però deciso di approfittare di una norma del 2012, il Jumpstart Our Business Startups Act, che permette alle aziende con meno di un miliardo di dollari di ricavi l'anno di mantenere confidenziali i documenti fino a tre settimane prima del lancio del roadshow con gli investitori. Quel momento è evidentemente arrivato, visto che i numeri della società sono finalmente accessibili sul sito della Security and exchange commission (Sec), la Consob americana. E tale è anche il simbolo scelto per la borsa: TWTR.

A tutta réclame - Il documento offre la prima occasione, dopo tante speculazioni, di curiosare tra i conti del social netwrok cinguettante. Secondo quanto si legge nel modulo, la società vanta 218 milioni di utenti unici attivi al mese, la maggior parte dei quali (169 milioni) provengono da fuori gli Stati Uniti. Sul fronte delle entrate, nei primi sei mesi del 2013 la società ha già incassato 253 milioni di dollari, l'87 per cento dei quali derivano dalle inserzioni. Il resto è frutto delle licenze pagate da terzi per l'uso dei dati sulle conversazioni all'interno del social network. Gli introiti tuttavia non bastano a coprire i costi. Nel 2012 Twitter ha chiuso il bilancio con un passivo di 79 milioni di dollari. Le perdite nella prima metà del 2013 sono pari a 69 milioni.

Paghe da sogno - Ma l'S1 offre anche altre statistiche interessanti per analizzare le prospettive di Twitter. Per esempio che, sul fronte costi, la parte del leone la fanno Ricerca e Sviluppo: 119 milioni nel 2012, già 111 nel 2013. Da notare inoltre che la quota più ampia di proventi della pubblicità sono generati ormai da dispositivi mobili, come da tempo si sospettava. Da lì è arrivato il 65 % degli incassi della réclame nei tre mesi che si sono conclusi il 30 giugno 2013. Capitolo a parte quello dei compensi del management. A quanto si legge nel modulo S1, nel 2012 l'amministratore delegato Richard Costolo si è intascato, tra salario e azioni, 11 milioni e mezzo di dollari. Adam Bain, la cui carica è President of Global Revenue, 6 milioni e 700 mila. Christopher Fry, Senior vice president of engineering, 10 milioni e 339 mila. Tra le tante informazioni presenti nel modulo non c'è però quella sul listino in cui si collocherà: Dow Jones o Nasdaq? Ancora pochi giorni e lo sapremo.

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