Confcommercio: ogni anno 272 miliardi sottratti al fisco

Economia

Lo studio della confederazione: in Italia pressione fiscale al 54%, al top fra le economie avanzate. Nel periodo 2012-2013 l'economia sommersa è stata pari al 17,4%. Il viceministro dell'Economia Fassina: "Esiste un'evasione di sopravvivenza"

La pressione fiscale effettiva, il gettito cioè osservato in percentuale di Pil emerso, in Italia si attesta quest'anno al 54%, al top fra le economie avanzate. E' la stima del rapporto sull'economia sommersa di Confcommercio. La pressione fiscale apparente invece - che include Imu e Tares ma non l'aumento dell'aliquota Iva rinviato al primo ottobre ed eventuali incrementi degli addizionali Irpef - è invece al 44,6% del Pil nel 2013. Nello studio Confcommercio fa notare inoltre che nel periodo 2012-2013 l'economia sommersa in Italia è stata pari al 17,4% del Pil: 272 miliardi di imponibile che ogni anno vengono sottratti al fisco.

Fassina: "Esiste un'evasione di sopravvivenza" -
Questa pressione fiscale, fa notare il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, "è incompatibile con qualsiasi concreta prospettiva di ripresa''. Mentre il viceministro dell'Economia Stefano Fassina riconosce che esiste "un'evasione di sopravvivenza". "Senza voler strizzare l'occhio a nessuno - dice - senza ambiguità nel contrastare l'evasione ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno''.



Critica le dichiarazioni di Fassina sull'evasione la leader della Cgil Susanna Camusso. "Questa battuta non si può definire solo una battuta infelice, ma è un drammatico errore politico".

Pressione fiscale, Italia al top -
Secondo Confcommercio l'Italia è uno dei paesi in cui la pressione fiscale è cresciuta di più nel periodo 2000-2013, quindi anche durante la crisi: l'incremento è stato del 2,7% (dal 41,9% al 44,6%). Per quanto riguarda la pressione fiscale effettiva, nella classifica che emerge dalle elaborazioni dell'ufficio studi di Confcommercio, dopo l'Italia al 54%, c'è la Danimarca al 51,1%, la Francia al 50,3%, il Belgio al 49,3%, l'Austria al 46,8%, la Svezia al 46,7%, la Norvegia al 42,3%, l'Olanda al 40,8%, il Regno Unito al 40,4%, la Spagna al 36,7%, l'Australia al 34,8%, il Canada al 31,9%, l'Irlanda al 28,4%, gli Stati Uniti al 27,9%, in coda il Messico al 26,2%. La Germania, viene sottolineato, non figura nella classifica sul sommerso e sulla pressione fiscale effettiva perché ''non fornisce i dati sul sommerso economico'', spiega il responsabile dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, presentando la ricerca.

Nel primo semestre 2013 chiuse 240 mila imprese -
Dal presidente di Confcommercio arrivano poi dati allarmanti: "Nel primo semestre di quest'anno sono state 240 mila le imprese che hanno chiuso i battenti. Di queste circa la metà appartiene ai servizi di mercato". Secondo le stime dell'associazione, di conseguenza, si chiuderà il 2013 con un saldo negativo di oltre 80.000 imprese, in peggioramento rispetto all'anno precedente.

Saccomanni: "Priorità è ridurre tasse" - Intanto, in commissione Finanze al Senato, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha ribadito che "la riduzione delle imposte su imprese e lavoro - più in generale la riduzione della pressione fiscale complessiva - è un obiettivo da perseguire con tenacia, su un orizzonte non di mesi ma di anni". E, calcolando la pressione del fisco al 44% nel 2012, ha aggiunto: "Il carico fiscale va redistribuito, i proventi della lotta all'evasione vanno utilizzati per ridurre le aliquote legali". Saccomanni ha poi annunciato che il Tesoro potrebbe decidere di stanziare a settembre per il pagamento dei debiti della p.a. ulteriori 10 miliardi.

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