Lavoro, Ocse: in Italia è precario più di un giovane su due

Economia

L’organizzazione di Parigi, nel rapporto sull’occupazione relativo al 2012, sottolinea come la disoccupazione nel nostro Paese sia cresciuta di più rispetto alla media Ue. E per il futuro prevede un ulteriore aumento. Promossa invece la riforma Fornero

Oltre un giovane su due in Italia ha un lavoro precario. E' quanto si legge nel rapporto Ocse sull'occupazione, relativo al 2012. In particolare, i giovani tra i 15 e i 24 anni che hanno un lavoro precario sono il 52,9%. Nel 2011 erano il 49,9%. Nel suo Employment outlook 2013, basato su dati di fine 2012, l’Ocse sottolinea come la percentuale sia quasi raddoppiata rispetto al 2000, quando era molto più bassa e cioè il 26,2%. La percentuale di senza lavoro nella fascia under 25 è inoltre più elevata tra le donne (37,5%) che tra gli uomini (33,7%).

Disoccupazione in Italia è cresciuta a un ritmo più elevato rispetto al resto dell’Ue - Nel rapporto si evince anche che in Italia, nel 2012, la quota complessiva di chi ha un lavoro precario è del 13,8% e che la quota delle donne è del 48,4%. E per il futuro l’Ocse vede nero. "L'Italia rimane intrappolata nella recessione ed è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare" per quest'anno e il prossimo, e nell'ultimo trimestre del 2014 arriverà al 12,6%, contro il 12,2% di fine maggio 2013. Nell'ultimo anno, sottolinea l’Organizzazione, la disoccupazione in Italia è cresciuta a un ritmo più elevato rispetto all'insieme dell'Unione europea, ed è ora "un punto percentuale più elevata" della media dei Paesi Ue. E precisa che a metà 2012 il dato italiano era invece "in linea con la media". A fine maggio, la disoccupazione nel nostro Paese ha toccato quota 12,2%, dopo un aumento "quasi continuo" nei due anni appena trascorsi.

La riforma Fornero creerà posti di lavoro
- Nel suo Employment outulook l’Ocse promuove la riforma Fornero. Una riforma che"dovrebbe migliorare la crescita della produttività e la creazione di posti di lavoro nel futuro", grazie in particolare al nuovo art.18 che riduce la possibilità di reintegro in caso di licenziamento, rendendo le procedure di risoluzione più rapide e prevedibili. Ciononostante, aggiunge l'Ocse, "l'Italia resta uno dei Paesi Ocse con la legislazione più rigida sui licenziamenti, in particolare riguardo alla compensazione economica in caso di licenziamento senza giusta causa e la definizione restrittiva di giusta causa adottata dai tribunali". In questo contesto, argomenta poi il rapporto, "gli elementi raccolti suggeriscono che limitare la diffusione dei reintegri sia un elemento chiave per migliorare i flussi occupazionali e la produttività".

Inps: “Quasi la metà dei pensionati sotto i mille euro”
– Intanto, dal Rapporto annuale dell’Inps 2012, emergono dati allarmanti anche sul fronte delle pensioni: quasi la metà degli oltre 15 milioni di pensionati prende meno di 1.000 euro e circa un terzo tra i 500 e i 1.000 euro. Nel dettaglio il 14% degli individui (2,2 milioni) riceve una o più prestazioni per un importo inferiore ai 500 euro mentre il 31% (4,9 milioni) ottiene pensioni comprese tra 500 e 1.000 euro. Un ulteriore 25% di beneficiari (3,9 milioni) percepisce redditi compresi tra 1.000 e 1.500 euro mensili e il restante 30% (4,7 milioni) riceve pensioni di importo mensile superiore a 1.500 euro.

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