Mercati in picchiata dopo le dichiarazioni da Bruxelles sul modello Nicosia: "Potremo applicarlo anche a futuri salvataggi". La piazza più colpita è Milano (-2,5%) per i timori di un downgrade da parte di Moody's
Cipro è salva, si assicura i dieci miliardi di aiuti dell'Eurozona ma in cambio di una ristrutturazione pesante del suo sistema bancario che da oggi cambia per sempre: "Un modello che potremo applicare anche a futuri salvataggi", spiega il presidente dell'eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, spaventando i mercati che dopo le sue parole precipitano, costringendo l'olandese a fare retromarcia. Ma ormai il timore si è già insinuato in Europa, perché questo quinto salvataggio di un Paese euro ha dimostrato che a pagare per banche e Stati in difficoltà possono anche essere i semplici, seppur ricchi, risparmiatori. Le borse reagiscono male. Per Piazza Affari il 25 marzo è un lunedì nero. Il calo, che in chiusura si attesta al 2,5%, è il più forte fra le piazze continentali fra le voci di un imminente taglio del rating italiano da parte di Moody's, che non commenta.
Colpiti anche i correntisti - L'intesa raggiunta nella notte tra domenica 24 e lunedì 25, dopo un negoziato difficilissimo a cui hanno partecipato i big dell'Ue e Anastasiades, è principalmente una "rivoluzione" del sistema finanziario dell'isola: la seconda banca del Paese, la Laiki, sarà immediatamente chiusa e divisa in una "bad bank" e in una "good bank", e quindi scomparirà. Gli asset buoni finiranno nella Bank of Cyprus, così come la liquidità d'emergenza della Bce (Ela), che deve essere restituita. I depositi sotto i 100mila euro della Laiki saranno garantiti. Ad essere duramente colpiti saranno i detentori di azioni e obbligazioni della banca e i correntisti con depositi superiori ai 100.000 euro, per un ammontare di 4,2 miliardi di euro. Anche la Bank of Cyprus, prima banca del Paese, non esce indenne: i depositi superiori ai 100.000 euro subiranno perdite importanti che arriveranno fino al 30%. Le altre banche non saranno toccate dai provvedimenti, riapriranno domani, e le misure d'emergenza sulle restrizioni di capitali dovrebbero evitare la fuga dagli sportelli come "effetto psicologico" in seguito alla ristrutturazione del sistema.
Un modello per i futuri salvataggi? - Ma la "soluzione Cipro", una novità per l'Europa, spaventa i mercati soprattutto dopo che in un'intervista Dijsselbloem spiega che "la partecipazione degli investitori e titolari di depositi nella ristrutturazione delle banche, rappresenta un nuovo modello su come gestire i problemi del sistema bancario in Europa". I suoi commenti affondano le borse europee e mandano nel panico i Paesi deboli, come la Slovenia, prossimo sulla lista a chiedere l'assistenza Ue, ma anche Paesi con sistemi bancari importanti anche più di quello di Cipro come il Lussemburgo (le sue banche valgono 20 volte il suo pil) e Malta (8 volte il pil). Tanto che in serata Dijsselbloem è costretto a rettificare, e precisa che "non esistono modelli per i salvataggi, ma ogni piano è costruito per la situazione specifica".
Borse, Milano e Madrid a picco - Una mazzata per le borse dei Paesi "periferici": Milano, dopo un avvio stentato, affonda nel pomeriggio e chiude da maglia nera a -2,50% dopo perdite vicine al 3%, Madrid chiude a -2,27%. Va meglio a Francoforte (-0,51%), Parigi (-1,12%) e Londra (-0,22%), ma i titoli bancari soffrono ovunque: in Spagna Bankia crolla (-31%), Santander cede il 3,24%, a Milano raffica di sospensioni da Unicredit (-5,81% in chiusura) a Intesa Sanpaolo (-6%) a Mediobanca (-5,3%), a Parigi Societé generale perde il 6%. Anche l'euro, ben sostenuto dal buon esito della trattativa a Bruxelles fino a toccare 1,3050, perde velocemente terreno fino a cedere ben due centesimi sotto 1,2850 dollari, ai minimi da novembre. Lo spread risale velocemente, l'Italia chiude a 328: dopo l'asta di oggi - tassi in rialzo sul Ctz con un ammontare collocato di poco inferiore al massimo - si temono nuove tensioni sulle aste di domani (Bot semestrali per otto miliardi) e dopodomani (Btp a cinque e dieci anni).
Colpiti anche i correntisti - L'intesa raggiunta nella notte tra domenica 24 e lunedì 25, dopo un negoziato difficilissimo a cui hanno partecipato i big dell'Ue e Anastasiades, è principalmente una "rivoluzione" del sistema finanziario dell'isola: la seconda banca del Paese, la Laiki, sarà immediatamente chiusa e divisa in una "bad bank" e in una "good bank", e quindi scomparirà. Gli asset buoni finiranno nella Bank of Cyprus, così come la liquidità d'emergenza della Bce (Ela), che deve essere restituita. I depositi sotto i 100mila euro della Laiki saranno garantiti. Ad essere duramente colpiti saranno i detentori di azioni e obbligazioni della banca e i correntisti con depositi superiori ai 100.000 euro, per un ammontare di 4,2 miliardi di euro. Anche la Bank of Cyprus, prima banca del Paese, non esce indenne: i depositi superiori ai 100.000 euro subiranno perdite importanti che arriveranno fino al 30%. Le altre banche non saranno toccate dai provvedimenti, riapriranno domani, e le misure d'emergenza sulle restrizioni di capitali dovrebbero evitare la fuga dagli sportelli come "effetto psicologico" in seguito alla ristrutturazione del sistema.
Un modello per i futuri salvataggi? - Ma la "soluzione Cipro", una novità per l'Europa, spaventa i mercati soprattutto dopo che in un'intervista Dijsselbloem spiega che "la partecipazione degli investitori e titolari di depositi nella ristrutturazione delle banche, rappresenta un nuovo modello su come gestire i problemi del sistema bancario in Europa". I suoi commenti affondano le borse europee e mandano nel panico i Paesi deboli, come la Slovenia, prossimo sulla lista a chiedere l'assistenza Ue, ma anche Paesi con sistemi bancari importanti anche più di quello di Cipro come il Lussemburgo (le sue banche valgono 20 volte il suo pil) e Malta (8 volte il pil). Tanto che in serata Dijsselbloem è costretto a rettificare, e precisa che "non esistono modelli per i salvataggi, ma ogni piano è costruito per la situazione specifica".
Borse, Milano e Madrid a picco - Una mazzata per le borse dei Paesi "periferici": Milano, dopo un avvio stentato, affonda nel pomeriggio e chiude da maglia nera a -2,50% dopo perdite vicine al 3%, Madrid chiude a -2,27%. Va meglio a Francoforte (-0,51%), Parigi (-1,12%) e Londra (-0,22%), ma i titoli bancari soffrono ovunque: in Spagna Bankia crolla (-31%), Santander cede il 3,24%, a Milano raffica di sospensioni da Unicredit (-5,81% in chiusura) a Intesa Sanpaolo (-6%) a Mediobanca (-5,3%), a Parigi Societé generale perde il 6%. Anche l'euro, ben sostenuto dal buon esito della trattativa a Bruxelles fino a toccare 1,3050, perde velocemente terreno fino a cedere ben due centesimi sotto 1,2850 dollari, ai minimi da novembre. Lo spread risale velocemente, l'Italia chiude a 328: dopo l'asta di oggi - tassi in rialzo sul Ctz con un ammontare collocato di poco inferiore al massimo - si temono nuove tensioni sulle aste di domani (Bot semestrali per otto miliardi) e dopodomani (Btp a cinque e dieci anni).