Secondo le stime dell'Agenzia Europea dell'Ambiente, il nostro paese è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di Bruxelles sul riciclo. Restano però ancora forti disparità tra Nord e Sud. Guarda l'INFOGRAFICA e le MAPPE INTERATTIVE
Recuperare il 50% dei rifiuti domestici entro il 2020. È l'obiettivo indicato nella direttiva sui rifiuti della Commissione Europea. Ed è stato già raggiunto, con molti anni di anticipo, da 5 paesi dell'area europea: Austria (63%), Germania (62%), Belgio (58%), Paesi Bassi (51%) e Svizzera (51%). Tra questi non c'è ancora l'Italia (35%), ma - come sottolineano gli esperti dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (AEA) in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi - il nostro paese è sulla buona strada per arrivare a questo traguardo nei prossimi 7 anni.
Obiettivo raggiungibile - Nel 2010 in Italia è stato riciclato solo il 35% dei rifiuti domestici, attraverso il recupero di materiali come carta, vetro e plastica e il compostaggio dell'organico. Come sottolineano gli autori della sezione italiana del report, si tratta di una percentuale ancora molto lontana dall'obiettivo che il Belpaese si era dato nel 2006, e cioè raggiungere il 45% entro il 2008. Ad ogni modo, analizzando i trend di ultimi 10 anni, gli esperti dell'AEA prevedono che l'Italia potrà colmare questo divario e arrivare al traguardo fissato dall'Unione Europea per il 2020. Anzi, nella migliore delle ipotesi, questo obiettivo potrà essere raggiunto già nel 2016; mentre nella peggiore nel 2019. Gli autori della ricerca sottolineano, comunque, che "questi scenari sono molto semplicistici e non prendono in considerazione le misure politiche previste per i prossimi anni". Inoltre, sono basati su una metodologia che presenta ancora forti limiti: in Italia non esiste un sistema standard per calcolare il tasso di riciclo; le percentuali vengono stimate a partire dai dati sulla raccolta differenziata (mettendo insieme i dati sull'organico e quello sulla recupero dei materiali); si tratta quindi di elaborazioni che, come sottolineano alcune testate del settore, potrebbero non essere corrette.
Differenze regionali - Uno dei problemi cronici della raccolta dei rifiuti in Italia resta il massiccio ricorso alle discariche. Anche qui - sottolineano gli autori del report - non sono stati raggiunti gli obiettivi dell'Unione Europea, che prevedevano un limite massimo del 50% di rifiuti "sotterrati" entro il 2009: nel 2010 l'Italia era ancora a quota 54%. A pesare sono le forti disparità che si registrano ancora lungo lo stivale: solo 5 regioni su 20 hanno raggiunto il traguardo (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna), mentre molte altre regioni sono ancora lontane da questo obiettivo. E' il caso della Sicilia (dove il 93% dei rifiuti va a finire in discarica), Molise (84%) e Basilicata (83%). Le stesse disparità regionali valgono anche per il tasso di riciclo: in Italia si passa dal 9% della Sicilia al 59% del Veneto. Anche qui, le regioni dell'Italia centrale e meridionale arrancano, ma si registra la buona performance della Sardegna e di alcune province della Campania, tra cui Salerno (già oltre il 50%), Avellino e Benevento (Napoli, invece, resta ancora al 26%). Proprio in Campania (+14%), Marche (+13%) e Sardegna (+10%), sono stati registrati gli aumenti maggiori dei tassi di riciclo. "Questo dimostra che c'è ancora molto margine di miglioramento nelle regioni centrali e meridionali", scrivono gli autori del report. Guarda la MAPPA con la raccolta differenziata in Italia.
Gli ultimi dati Eurostat - Il rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente si basa sui dati del 2010 di Eurostat e dell'ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Nelle scorse settimane, comunque, Eurostat ha aggiornato i propri database, pubblicando i dati relativi al 2011. Ne emerge che in Italia sono stati fatti alcuni passi in avanti, soprattutto per le discariche (dal 54% al 49%), ma sul fronte di un corretto trattamento dei rifiuti siamo ancora indietro rispetto alla media europea. In queste MAPPE si possono notare le principali differenze sul fronte della produzione e riciclo dei rifiuti in Europa.
Obiettivo raggiungibile - Nel 2010 in Italia è stato riciclato solo il 35% dei rifiuti domestici, attraverso il recupero di materiali come carta, vetro e plastica e il compostaggio dell'organico. Come sottolineano gli autori della sezione italiana del report, si tratta di una percentuale ancora molto lontana dall'obiettivo che il Belpaese si era dato nel 2006, e cioè raggiungere il 45% entro il 2008. Ad ogni modo, analizzando i trend di ultimi 10 anni, gli esperti dell'AEA prevedono che l'Italia potrà colmare questo divario e arrivare al traguardo fissato dall'Unione Europea per il 2020. Anzi, nella migliore delle ipotesi, questo obiettivo potrà essere raggiunto già nel 2016; mentre nella peggiore nel 2019. Gli autori della ricerca sottolineano, comunque, che "questi scenari sono molto semplicistici e non prendono in considerazione le misure politiche previste per i prossimi anni". Inoltre, sono basati su una metodologia che presenta ancora forti limiti: in Italia non esiste un sistema standard per calcolare il tasso di riciclo; le percentuali vengono stimate a partire dai dati sulla raccolta differenziata (mettendo insieme i dati sull'organico e quello sulla recupero dei materiali); si tratta quindi di elaborazioni che, come sottolineano alcune testate del settore, potrebbero non essere corrette.
Differenze regionali - Uno dei problemi cronici della raccolta dei rifiuti in Italia resta il massiccio ricorso alle discariche. Anche qui - sottolineano gli autori del report - non sono stati raggiunti gli obiettivi dell'Unione Europea, che prevedevano un limite massimo del 50% di rifiuti "sotterrati" entro il 2009: nel 2010 l'Italia era ancora a quota 54%. A pesare sono le forti disparità che si registrano ancora lungo lo stivale: solo 5 regioni su 20 hanno raggiunto il traguardo (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna), mentre molte altre regioni sono ancora lontane da questo obiettivo. E' il caso della Sicilia (dove il 93% dei rifiuti va a finire in discarica), Molise (84%) e Basilicata (83%). Le stesse disparità regionali valgono anche per il tasso di riciclo: in Italia si passa dal 9% della Sicilia al 59% del Veneto. Anche qui, le regioni dell'Italia centrale e meridionale arrancano, ma si registra la buona performance della Sardegna e di alcune province della Campania, tra cui Salerno (già oltre il 50%), Avellino e Benevento (Napoli, invece, resta ancora al 26%). Proprio in Campania (+14%), Marche (+13%) e Sardegna (+10%), sono stati registrati gli aumenti maggiori dei tassi di riciclo. "Questo dimostra che c'è ancora molto margine di miglioramento nelle regioni centrali e meridionali", scrivono gli autori del report. Guarda la MAPPA con la raccolta differenziata in Italia.
Gli ultimi dati Eurostat - Il rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente si basa sui dati del 2010 di Eurostat e dell'ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Nelle scorse settimane, comunque, Eurostat ha aggiornato i propri database, pubblicando i dati relativi al 2011. Ne emerge che in Italia sono stati fatti alcuni passi in avanti, soprattutto per le discariche (dal 54% al 49%), ma sul fronte di un corretto trattamento dei rifiuti siamo ancora indietro rispetto alla media europea. In queste MAPPE si possono notare le principali differenze sul fronte della produzione e riciclo dei rifiuti in Europa.