Secondo un rapporto di Anaepa Confartigianato, sono 81mila i posti di lavoro persi nel settore lo scorso anno. E i tempi di pagamento da parte dei committenti si attestano su una media di 180 giorni. Crollano le compravendite immobiliari
Il settore delle costruzioni è "allo stremo": poco meno di 62.000 imprese si sono fermate nel 2012 e circa 81.000 addetti sono andati a casa. Come se un medio comune italiano 'chiudesse' i battenti. La situazione drammatica emerge da un rapporto di Anaepa Confartigianato, l'Associazione dei costruttori aderenti alla Confederazione che 'fotografa' gli effetti della crisi su famiglie e imprese. "Siamo allo stremo - commenta Arnaldo Redaelli, Presidente di Anaepa Confartigianato - le imprese di costruzione hanno bisogno di interventi immediati per fermare un inaccettabile declino e rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica del Paese".
Chiudono imprese edilizie e artigiane - Per le aziende il 2012 è stato un annus horribilis. Il settore delle costruzioni, che conta 894.028 aziende, ne ha perse 61.844, con un saldo negativo dell'1,88%. Non è andata meglio per le imprese artigiane, che rappresentano la fetta più consistente delle costruzioni: 571.336 aziende, vale a dire il 63,9% del totale. Nel 2012 hanno chiuso 54.832 costruttori artigiani, con un saldo negativo dell'1,96%. Le imprese edili sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario e di tempi di pagamento sempre più lunghi. A novembre 2012 lo stock di credito erogato alle aziende delle costruzioni è in calo del 7,6% rispetto a novembre 2011. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati si attestano su una media di 180 giorni, vale a dire 115 giorni in più rispetto alla media dei Paesi europei.
Le ripercussioni sull'occupazione e sulla produzione - Non meno preoccupanti le ripercussioni sull'occupazione: lo scorso anno il settore costruzioni ha perso 81.309 addetti, con una variazione negativa del 4,6%. Di questi, 69.055 erano lavoratori dipendenti e 12.255 titolari e collaboratori. Ancora più negativo il trend della produzione: - 16,2% nel corso del 2012, un crollo tre volte più intenso rispetto alla media europea (-5,6%). Il settore delle costruzioni è quello che ha perso con maggiore intensità valore aggiunto, con una variazione negativa cumulata tra il 2007 e il 2012 del 21,8%, quasi tre volte superiore alla media dell'economia. La crisi è fortemente influenzata dall'andamento degli investimenti fissi lordi che nel 2012 hanno fatto segnare un calo del 6,2% rispetto al 2011 e addirittura del 22,7% rispetto al 2007. E a proposito di investimenti in edilizia, il rapporto di Confartigianato evidenzia le opportunità di interventi fortemente richiesti dai cittadini, soprattutto per quanto riguarda l'abbattimento di barriere architettoniche per disabili e anziani: quasi 1,5 milioni di persone riferiscono di avere difficoltà di accesso ad edifici e strutture pubbliche e il 98% degli italiani vorrebbe maggiori investimenti per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Crollano le compravendite immobiliari - Se dalle imprese si passa alle famiglie, la situazione non migliora. Altro che 'casa, dolce casa'. Il mercato immobiliare italiano è sempre più in crisi. Basti considerare il costo dei mutui casa che, rileva Confartigianato, nel nostro Paese sono più cari rispetto alla media europea: a gennaio 2013 il tasso medio d'interesse sui prestiti alle famiglie italiane che vogliono acquistare un'abitazione si attesta al 3,70%, vale a dire 59 punti base in più rispetto alla media del 3,11% dell'area Euro e addirittura 91 punti base in più rispetto al tasso del 2,79% sui mutui casa pagati in Germania. Al caro-mutui corrisponde un vero e proprio crollo delle compravendite immobiliari: in Italia, nel terzo trimestre del 2102, hanno registrato una caduta verticale del 25,8% rispetto all'anno precedente. Diminuiscono le case vendute ma anche il loro valore: a settembre 2012 i prezzi sono calati del 5,4% rispetto all'anno precedente.
Chiudono imprese edilizie e artigiane - Per le aziende il 2012 è stato un annus horribilis. Il settore delle costruzioni, che conta 894.028 aziende, ne ha perse 61.844, con un saldo negativo dell'1,88%. Non è andata meglio per le imprese artigiane, che rappresentano la fetta più consistente delle costruzioni: 571.336 aziende, vale a dire il 63,9% del totale. Nel 2012 hanno chiuso 54.832 costruttori artigiani, con un saldo negativo dell'1,96%. Le imprese edili sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario e di tempi di pagamento sempre più lunghi. A novembre 2012 lo stock di credito erogato alle aziende delle costruzioni è in calo del 7,6% rispetto a novembre 2011. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati si attestano su una media di 180 giorni, vale a dire 115 giorni in più rispetto alla media dei Paesi europei.
Le ripercussioni sull'occupazione e sulla produzione - Non meno preoccupanti le ripercussioni sull'occupazione: lo scorso anno il settore costruzioni ha perso 81.309 addetti, con una variazione negativa del 4,6%. Di questi, 69.055 erano lavoratori dipendenti e 12.255 titolari e collaboratori. Ancora più negativo il trend della produzione: - 16,2% nel corso del 2012, un crollo tre volte più intenso rispetto alla media europea (-5,6%). Il settore delle costruzioni è quello che ha perso con maggiore intensità valore aggiunto, con una variazione negativa cumulata tra il 2007 e il 2012 del 21,8%, quasi tre volte superiore alla media dell'economia. La crisi è fortemente influenzata dall'andamento degli investimenti fissi lordi che nel 2012 hanno fatto segnare un calo del 6,2% rispetto al 2011 e addirittura del 22,7% rispetto al 2007. E a proposito di investimenti in edilizia, il rapporto di Confartigianato evidenzia le opportunità di interventi fortemente richiesti dai cittadini, soprattutto per quanto riguarda l'abbattimento di barriere architettoniche per disabili e anziani: quasi 1,5 milioni di persone riferiscono di avere difficoltà di accesso ad edifici e strutture pubbliche e il 98% degli italiani vorrebbe maggiori investimenti per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Crollano le compravendite immobiliari - Se dalle imprese si passa alle famiglie, la situazione non migliora. Altro che 'casa, dolce casa'. Il mercato immobiliare italiano è sempre più in crisi. Basti considerare il costo dei mutui casa che, rileva Confartigianato, nel nostro Paese sono più cari rispetto alla media europea: a gennaio 2013 il tasso medio d'interesse sui prestiti alle famiglie italiane che vogliono acquistare un'abitazione si attesta al 3,70%, vale a dire 59 punti base in più rispetto alla media del 3,11% dell'area Euro e addirittura 91 punti base in più rispetto al tasso del 2,79% sui mutui casa pagati in Germania. Al caro-mutui corrisponde un vero e proprio crollo delle compravendite immobiliari: in Italia, nel terzo trimestre del 2102, hanno registrato una caduta verticale del 25,8% rispetto all'anno precedente. Diminuiscono le case vendute ma anche il loro valore: a settembre 2012 i prezzi sono calati del 5,4% rispetto all'anno precedente.