Bce all'Italia: "Incertezza politica allontana investitori"

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La Banca centrale europea: "Il forte calo dei rendimenti sui titoli di Stato dovrebbe essere sostenuto da ulteriori passi avanti nel risanamento delle finanze". Poi aggiunge: "Servono altre riforme strutturali"

L'incertezza politica italiana ha determinato un allontanamento degli investitori che si sono orientati verso i titoli di Stato di Paesi con un rating di tripla A. Lo rileva la Bce nel Bollettino economico mensile di gennaio 2013.
"Nell'area dell'euro il clima del mercato obbligazionario ha risentito dell'influsso negativo esercitato dalle revisioni al ribasso delle previsioni di crescita. L'accresciuta incertezza politica in Italia, inoltre, è stata all'origine di alcuni flussi di capitali, con l'obiettivo di ricercare investimenti più sicuri (flight-to-safety), verso i titoli emessi dai paesi con rating AAA", si legge nel documento, che pure nota come "altri fattori hanno influito positivamente sul clima di mercato" come l'accordo su una vigilanza bancaria unica europea e il buon esito dell'operazione di riacquisto del debito effettuata dal governo greco.

"Continuare a risanare le finanze pubbliche" - "Tra la fine di novembre del 2012 e il 9 gennaio del 2013 i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine con rating AAA dell'area dell'euro sono rimasti su livelli prossimi ai minimi storici, sebbene verso la fine del periodo siano cresciuti di circa 10 punti base, portandosi all'1,8 per cento circa", sottolinea ancora il Bollettino sollecitando i Paesi della zona euro che di recente hanno registrato un calo dei rendimenti a sostenere tale andamento con ulteriori interventi per il risanamento dei conti pubblici.
"Per quanto concerne le politiche di bilancio, il forte calo dei rendimenti sui titoli di Stato evidenziato di recente dovrebbe essere sostenuto da ulteriori passi avanti nel risanamento delle finanze pubbliche in linea con gli impegni assunti nel quadro del Patto di stabilità e crescita".

"Servono altre riforme strutturali" - La Bce sollecita poi i Paesi della zona euro a ulteriori riforme strutturali, in particolare del mercato del lavoro, che sostengano la crescita e incrementino la competitività. "In particolare, sono essenziali riforme nei mercati dei beni e servizi atte ad accrescere la concorrenza e la competitività, alle quali vanno affiancati provvedimenti che migliorino il funzionamento dei mercati del lavoro", sostiene la Banca centrale che precisa: "Tali riforme rafforzeranno il potenziale di crescita e l'occupazione nell'area dell'euro, nonché accresceranno la capacità di aggiustamento dei paesi che ne fanno parte. Imprimeranno inoltre ulteriore slancio ai progressi in corso nell'ambito del costo del lavoro per unità di prodotto e degli squilibri delle partite correnti".

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