Fiat, a Melfi cassa integrazione per ristrutturare impianti

Economia
Lo stabilimento Fiat di Melfi

Stop di 2 anni a una delle linee per interventi in vista della produzione di nuovi modelli. Marchionne: "Non chiuderemo altri stabilimenti". Fim Cisl parla di "prospettive concrete". Fiom chiede "massima trasparenza". Renault pronta a tagliare 7.500 posti

La Fiat ha chiesto l'avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria (della durata di due anni) per ristrutturazione per lo stabilimento di Melfi dove il Lingotto produrrà, a partire dalla primavera del 2014, due nuovi modelli. A comunicarlo sia la Fiom Cgil che la Fim Cisl, avvertita da un comunicato della stessa azienda torinese.

Marchionne: "Non chiuderemo altri impianti"
- "Fiat non chiuderà altri impianti in Italia" ha poi assicurato l'a.d. di Fiat Sergio Marchionne al Salone di Detroit. Secondo il top manager italo-canadese inoltre, i tagli di posti di lavoro effettuati in Polonia hanno protetto i lavoratori delle fabbriche italiane. In Italia abbiamo molti problemi "ma non chiuderemo impianti" come dimostra l'investimento a Melfi "che abbiamo recentemente annunciato" ha detto Marchionne. "Abbiamo avviato un processo di ristrutturazione e andremo avanti finché potremo, anche grazie all'alleanza con Chrysler. E' un processo di aggiustamento doloroso ma necessario".

Stop a una delle due linee a turno
- Per quanto riguarda Melfi, la produzione della Punto continuerà nello stabilimento anche dopo l'avvio della cassa integrazione. Nello stabilimento lucano del gruppo torinese ci sono infatti sono due linee di produzione. Gli interventi programmati dall'azienda interesseranno a turno solo una delle due linee: sull'altra lavoreranno a rotazione gli operai, per continuare a produrre la Punto e soddisfare così le richieste del mercato. In tal modo al periodo quasi biennale di cassa integrazione straordinaria saranno interessati a turno tutti i lavoratori.

Cisl: "Prospettive future concrete"
- Secondo il coordinatore nazionale della Fim Cisl, Leonardo Burmo, "la fase che si apre vedrà sicuramente un 2013 molto complicato per le note vicende legate al mercato dell'auto in particolare in Europa e in Italia, ma l'avvio della ristrutturazione offre allo stabilimento di Melfi prospettive future molto concrete e lo impegna su una dimensione non solo più europea, ma mondiale e questo è l'aspetto più significativo e importante per una rapida uscita dalla crisi e di garanzia per il futuro del lavoro in Sata".

Fiom: "Non si conoscono i dettagli degli investimenti" - La Fiom Cgil invece esprime in un comunicato "forte preoccupazione perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento" e chiede "alla Fiat e anche alle istituzioni regionali la massima trasparenza nella gestione della Cigs al fine di garantire la rotazione al lavoro di tutti i lavoratori, per impedire come avvenuto a Pomigliano discriminazioni e perdite salariali a danno dei lavoratori".

Renault pronta a tagliare 7.500 posti - Intanto, le condizioni critiche del mercato dell'auto si ripercuotono anche sulla compagnia automobilistica francese Renault che punta a tagliare 7.500 posti di lavoro in Francia entro il 2016 per migliorare la sua competitività. Il taglio è pari al 14% del totale della forza lavoro del gruppo e include 5.700 esuberi per via naturale. Lo rende noto un portavoce dell'azienda dopo una serie di incontri con i sindacati.

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