Dal primo gennaio scatta l’aumento medio del 2,9% sulla maggior parte della rete autostradale. Escluse dai rialzi 4 tratte. Stangata per gli automobilisti che attraversano il Passante di Mestre e per quelli che percorrono il raccordo della Valle D'Aosta
Stop a sorpresa per l'aumento dei prezzi di quattro importanti tratte autostradali. I rincari ci saranno e partiranno dal primo gennaio 2013. Saranno in media del 2,91%. Ma non riguarderanno la Brescia-Verona-Vicenza-Padova, la Serenissima (Torino-Venezia), la Tirrenica e la Torino-Brescia. Aumenti inferiori alle richieste per Autostrade per l'Italia, per Ativa (Torino-Ivrea-Valle d'Aosta) e Milano-Serravalle.
Non riusciranno ad evitare la stangata, invece, gli automobilisti che attraversano il Passante di Mestre e per quelli che percorrono il raccordo della Valle D'Aosta: per loro l'aumento sarà rispettivamente del 13,55 e del 14,44%.
Aumenti medi del 2,9% - La decisione di bloccare le quattro tratte è arrivata inattesa ed ha anche provocato una dura risposta dell'Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori) che ha espresso preoccupazione per il metodo del governo.
Il ministro delle infrastrutture Corrado Passera e il collega dell'Economia, Vittorio Grilli, non hanno infatti accolto le richieste che arrivavano da quattro concessionari. Risultato: l'aumento medio non sarà del 3,9%, come previsto dalle anticipazioni sulle richieste fatte dalle diverse società, ma del 2,91% "calcolando la variazione sulla media ponderata tra la tariffa di base e il consuntivo di traffico dell'anno precedente".
Si tratta di un livello più vicino all'andamento dell'inflazione. L'adeguamento delle tariffe è regolato dalle norme e, come accade oramai da qualche anno, è funzionale ad assicurare - come ricorda il ministero guidato da Corrado Passera - "l'effettiva realizzazione degli investimenti posti a carico di ciascuna società concessionaria e a garantire il mantenimento della rete autostradale in condizioni di efficienza e di sicurezza per gli utenti".
Rincaro del 14,4% in Valle d'Aosta - Il rincaro che scatterà dopo il brindisi di fine anno non sarà comunque uguale per tutti. Si pagherà il 3,47% in più sui tratti delle Autostrade per l'Italia (tra cui Milano-Roma-Napoli), il +3,70% sull'autostrada dei Fiori, il +2,24% sulla Torino-Savona, il 7,56% sull'Autostrada dei Parchi, il +3,93% sull'autostrada ligure-toscana e dell'1,21% su quella del Brennero. Gli aumenti sono invece a due cifre, una vera e propria stangata, sulle Autovie Venete (+12,63%), sul Passante di Mestre (13,55%), sulle Autostrade Valdostane (+11,55%) e nella raccordo autostradale della Valle d'Aosta (+14,44%).
Federconsumatori: "Rincaro maggiore del tasso di inflazione" - "Noi siamo contrari ad aumenti - affermano il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti e di Adusbef, Elio Lannutti - perché‚ ci sono ricadute economiche, non solo per gli effetti diretti sugli automobilisti, ma anche per quelli sui prezzi delle merci trasportate. Il 2,9% è comunque sopra il tasso di inflazione, un valore eccessivo, che richiede grandi attenzione nella verifica degli investimenti fatti".
Non riusciranno ad evitare la stangata, invece, gli automobilisti che attraversano il Passante di Mestre e per quelli che percorrono il raccordo della Valle D'Aosta: per loro l'aumento sarà rispettivamente del 13,55 e del 14,44%.
Aumenti medi del 2,9% - La decisione di bloccare le quattro tratte è arrivata inattesa ed ha anche provocato una dura risposta dell'Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori) che ha espresso preoccupazione per il metodo del governo.
Il ministro delle infrastrutture Corrado Passera e il collega dell'Economia, Vittorio Grilli, non hanno infatti accolto le richieste che arrivavano da quattro concessionari. Risultato: l'aumento medio non sarà del 3,9%, come previsto dalle anticipazioni sulle richieste fatte dalle diverse società, ma del 2,91% "calcolando la variazione sulla media ponderata tra la tariffa di base e il consuntivo di traffico dell'anno precedente".
Si tratta di un livello più vicino all'andamento dell'inflazione. L'adeguamento delle tariffe è regolato dalle norme e, come accade oramai da qualche anno, è funzionale ad assicurare - come ricorda il ministero guidato da Corrado Passera - "l'effettiva realizzazione degli investimenti posti a carico di ciascuna società concessionaria e a garantire il mantenimento della rete autostradale in condizioni di efficienza e di sicurezza per gli utenti".
Rincaro del 14,4% in Valle d'Aosta - Il rincaro che scatterà dopo il brindisi di fine anno non sarà comunque uguale per tutti. Si pagherà il 3,47% in più sui tratti delle Autostrade per l'Italia (tra cui Milano-Roma-Napoli), il +3,70% sull'autostrada dei Fiori, il +2,24% sulla Torino-Savona, il 7,56% sull'Autostrada dei Parchi, il +3,93% sull'autostrada ligure-toscana e dell'1,21% su quella del Brennero. Gli aumenti sono invece a due cifre, una vera e propria stangata, sulle Autovie Venete (+12,63%), sul Passante di Mestre (13,55%), sulle Autostrade Valdostane (+11,55%) e nella raccordo autostradale della Valle d'Aosta (+14,44%).
Federconsumatori: "Rincaro maggiore del tasso di inflazione" - "Noi siamo contrari ad aumenti - affermano il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti e di Adusbef, Elio Lannutti - perché‚ ci sono ricadute economiche, non solo per gli effetti diretti sugli automobilisti, ma anche per quelli sui prezzi delle merci trasportate. Il 2,9% è comunque sopra il tasso di inflazione, un valore eccessivo, che richiede grandi attenzione nella verifica degli investimenti fatti".