"Quello che accade qui è emblematico della svolta possibile in Italia" dice il premier da Melfi, in occasione della presentazione del nuovo piano industriale per la realizzazione delle mini-suv. Marchionne: "Scelta di investire non è azzardata"
Il presidente del Consiglio Mario Monti scioglierà solo a giorni la riserva sul suo futuro politico ma tiene a Melfi, nello stabilimento Fiat, un discorso che sembra avere un respiro pre-elettorale. L'occasione è la presentazione del piano di investimenti pensati dal Lingotto per l'esordio del marchio Jeep con due mini-suv in una fabbrica italiana, ponte di produzione con i mercati esteri.
Mario Monti, accolto nello stabilimento di Potenza dagli applausi degli operai, loda l'impegno dei vertici dell'azienda torinese per aver rilanciato la fabbrica lucana scommettendo sull'innovazione, la ristrutturazione e lo sviluppo e sollecita anche gli altri italiani a "rimboccarsi le maniche" e a non cedere a facili sirene nella prossima competizione elettorale. "Sarebbe davvero irresponsabile dissipare questi sacrifici che potrebbero essere prontamente spazzati via se si cedesse a una prospettiva per credere di ottenere il consenso nel breve periodo degli italiani e rifarli piombare in uno stato leggermente nirvanico e lontano dalla realtà", ha detto Monti. Alla cerimonia era presente l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne che ha lodato il governo Monti: "Gli siamo riconoscenti per ciò che ha fatto. L'agenda del suo governo dimostra coraggio e lungimiranza" (GUARDA IL VIDEO).
Visione condivisa anche dal presidente del Lingotto, Elkann: "Il governo si appresta a chiudere una pagina politica. Auspichiamo che la rinnovata stabilità non venga meno".
Monti: "Vince l'Italia che sa rimboccarsi le maniche" - "A Melfi nel '93 è nata la Punto, oggi nasce punto e a capo, cioè una svolta, una ripartenza nel rapporti tra la Fiat e l'Italia" ha dichiarato Monti, intervenendo dallo stabilimento di Melfi nei giorni della 'burrasca' politica e dell'incertezza che avvolge tempi e modi della fine della legislatura. Il Lingotto ha mantenuto gli impegni, dice il premier, e aggiunge che "il rilancio del polo produttivo è speranza per il sud" e, in un qualche modo, anche emblematico per il futuro del paese. "Oggi vince l'Italia che sa rimboccarsi le maniche - dichiara - Quello che accede qui oggi non è magico ma emblematico della svolta possibile in Italia. E' quello che vorrei per il paese". E aggiunge: "L'azione del governo è solo all'inizio anche se quella di questo governo è terminata" alludendo alla necessità di continuare il processo di riforme avviato.
Marchionne: a Melfi investimento da 1 miliardo - Prima di Mario Monti è stato il turno dell'ad Sergio Marchionne, che da Melfi rivendica il coraggio avuto nel mettere a punto il piano di rilancio dello stabilimento. "L'investimento complessivo della Fiat a Melfi sarà di un miliardo di euro. Sarà l'unico stabilimento al mondo a produrre il piccolo suv Jeep" - dichiara l'ad Sergio Marchionne - In 3-4 anni raggiungeremo il pareggio delle attività in Italia e in Europa". "Il nostro è un piano coraggioso, non per deboli di cuore. L'evento di oggi, qui a Melfi, è il primo passo concreto. E' stata una decisione non facile e non scontata in un mercato in caduta libera" precisa Sergio Marchionne che insiste sul peso della scelta effettuata con il lancio dei due nuovi modelli a Melfi.
"Se siamo qui è perché abbiamo scelto la strada del coraggio" e, aggiunge, "la nostra non è una strategia azzardata".
Presenti a Melfi, oltre al presidente di Fiat John Elkann, non solo gli enti locali e i leader dei metalmeccanici firmatari del contratto Fiat ma anche i leader sindacali di Cisl, Uil, Ugl e Fimisc, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, Giovanni Centrella e Robertodi Maulo.
Cgil resta fuori - Assenti, invece, la Cgil e la Fiom che ha organizzato un presidio ai cancelli con il leader Maurizio Landini e il segretario nazionale Giorgio Airaudo. Fuori dai cancelli anche lo Slai Cobas mentre Cgil distribuisce volantini con dieci domande ai vertici del Lingotto. "Se la Fiat presenterà i nuovi investimenti a Melfi lo si deve anche al nostro pressing", aveva affermato il 19 dicembre Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, auspicando che l'incontro di Melfi non diventasse un appuntamento da campagna elettorale.
Due mini-suv a Melfi - Ma vediamo nello specifico in cosa consiste il piano illustrato da Marchionne ed Elkann. Con un investimento di 1 miliardo di euro, nello stabilimento di Melfi verranno prodotti due mini Suv, uno a marchio Fiat 500 e uno a marchio Jeep. E' la prima volta che il brand Usa viene prodotto in uno stabilimento italiano e lo stabilimento di Melfi sarà l'unico in assoluto del gruppo Fiat-Chrysler a realizzare una Jeep del segmento B. Lo stabilimento di Melfi è nato nel 1991, la prima vettura uscita dalle linee di produzione è stata nel 1993 una Fiat Punto, ma nel corso degli anni sono state prodotte anche la Ypsilon e la nuova Ypsilon. Ora si sta producendo la terza generazione di Punto. Finora sono state prodotte oltre 5,5 mln di vetture. Attualmente i dipendenti sono circa 5500.
Mario Monti, accolto nello stabilimento di Potenza dagli applausi degli operai, loda l'impegno dei vertici dell'azienda torinese per aver rilanciato la fabbrica lucana scommettendo sull'innovazione, la ristrutturazione e lo sviluppo e sollecita anche gli altri italiani a "rimboccarsi le maniche" e a non cedere a facili sirene nella prossima competizione elettorale. "Sarebbe davvero irresponsabile dissipare questi sacrifici che potrebbero essere prontamente spazzati via se si cedesse a una prospettiva per credere di ottenere il consenso nel breve periodo degli italiani e rifarli piombare in uno stato leggermente nirvanico e lontano dalla realtà", ha detto Monti. Alla cerimonia era presente l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne che ha lodato il governo Monti: "Gli siamo riconoscenti per ciò che ha fatto. L'agenda del suo governo dimostra coraggio e lungimiranza" (GUARDA IL VIDEO).
Visione condivisa anche dal presidente del Lingotto, Elkann: "Il governo si appresta a chiudere una pagina politica. Auspichiamo che la rinnovata stabilità non venga meno".
Monti: "Vince l'Italia che sa rimboccarsi le maniche" - "A Melfi nel '93 è nata la Punto, oggi nasce punto e a capo, cioè una svolta, una ripartenza nel rapporti tra la Fiat e l'Italia" ha dichiarato Monti, intervenendo dallo stabilimento di Melfi nei giorni della 'burrasca' politica e dell'incertezza che avvolge tempi e modi della fine della legislatura. Il Lingotto ha mantenuto gli impegni, dice il premier, e aggiunge che "il rilancio del polo produttivo è speranza per il sud" e, in un qualche modo, anche emblematico per il futuro del paese. "Oggi vince l'Italia che sa rimboccarsi le maniche - dichiara - Quello che accede qui oggi non è magico ma emblematico della svolta possibile in Italia. E' quello che vorrei per il paese". E aggiunge: "L'azione del governo è solo all'inizio anche se quella di questo governo è terminata" alludendo alla necessità di continuare il processo di riforme avviato.
Marchionne: a Melfi investimento da 1 miliardo - Prima di Mario Monti è stato il turno dell'ad Sergio Marchionne, che da Melfi rivendica il coraggio avuto nel mettere a punto il piano di rilancio dello stabilimento. "L'investimento complessivo della Fiat a Melfi sarà di un miliardo di euro. Sarà l'unico stabilimento al mondo a produrre il piccolo suv Jeep" - dichiara l'ad Sergio Marchionne - In 3-4 anni raggiungeremo il pareggio delle attività in Italia e in Europa". "Il nostro è un piano coraggioso, non per deboli di cuore. L'evento di oggi, qui a Melfi, è il primo passo concreto. E' stata una decisione non facile e non scontata in un mercato in caduta libera" precisa Sergio Marchionne che insiste sul peso della scelta effettuata con il lancio dei due nuovi modelli a Melfi.
"Se siamo qui è perché abbiamo scelto la strada del coraggio" e, aggiunge, "la nostra non è una strategia azzardata".
Presenti a Melfi, oltre al presidente di Fiat John Elkann, non solo gli enti locali e i leader dei metalmeccanici firmatari del contratto Fiat ma anche i leader sindacali di Cisl, Uil, Ugl e Fimisc, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, Giovanni Centrella e Robertodi Maulo.
Cgil resta fuori - Assenti, invece, la Cgil e la Fiom che ha organizzato un presidio ai cancelli con il leader Maurizio Landini e il segretario nazionale Giorgio Airaudo. Fuori dai cancelli anche lo Slai Cobas mentre Cgil distribuisce volantini con dieci domande ai vertici del Lingotto. "Se la Fiat presenterà i nuovi investimenti a Melfi lo si deve anche al nostro pressing", aveva affermato il 19 dicembre Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, auspicando che l'incontro di Melfi non diventasse un appuntamento da campagna elettorale.
Due mini-suv a Melfi - Ma vediamo nello specifico in cosa consiste il piano illustrato da Marchionne ed Elkann. Con un investimento di 1 miliardo di euro, nello stabilimento di Melfi verranno prodotti due mini Suv, uno a marchio Fiat 500 e uno a marchio Jeep. E' la prima volta che il brand Usa viene prodotto in uno stabilimento italiano e lo stabilimento di Melfi sarà l'unico in assoluto del gruppo Fiat-Chrysler a realizzare una Jeep del segmento B. Lo stabilimento di Melfi è nato nel 1991, la prima vettura uscita dalle linee di produzione è stata nel 1993 una Fiat Punto, ma nel corso degli anni sono state prodotte anche la Ypsilon e la nuova Ypsilon. Ora si sta producendo la terza generazione di Punto. Finora sono state prodotte oltre 5,5 mln di vetture. Attualmente i dipendenti sono circa 5500.