I gestori degli impianti di distribuzione dei carburanti sono stati convocati giovedì 20 dicembre al ministero dello Sviluppo economico. "Il governo - chiedono - sblocchi la vertenza con i petrolieri"
Salta la protesta dei gestori delle pompe di benzina che era stata annunciata per i giorni tra Natale e Capodanno. I gestori degli impianti di distribuzione dei carburanti sono stati convocati infatti domani 20 dicembre al ministero dello Sviluppo economico e per questo, fa sapere una nota, hanno deciso di prendere positivamente atto dell'invito provenienti dal Governo e, perciò, di sospendere tutte le forme di agitazione previste tra Natale e fine anno”.
Non verranno quindi concretamente attuati il cosiddetto 'No rid day', vale a dire il rifiuto di pagare una fornitura di carburante tra oggi e il 22 dicembre (in conseguenza del quale i petrolieri avevano ripetutamente minacciato di lasciare a secco impianti e automobilisti i giorni precedenti il Natale) e la sospensione dell'accettazione di carte di credito e bancomat nella settimana prima di Capodanno.
"Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio - si legge ancora nella nota congiunta - ritengono che a questo punto il ministero dello Sviluppo economico debba urgentissimamente dare seguito agli accordi sottoscritti e ricercare gli strumenti idonei per costringere le compagnie petrolifere a rispettare concretamente le leggi in vigore che il Governo stesso ha emanato, assumendo quel ruolo di mediazione delle vertenze collettive che le norme prescrivono e riaprendo in sede ministeriale i tavoli aziendali di colore volti a rinnovare gli accordi economici scaduti da anni". "Non è tollerabile per il Paese - continua la nota - che il rispetto delle regole possa essere ragionevolmente ricercato solo ed esclusivamente attraverso azioni eclatanti e forme di protesta estrema. La ragionevolezza dimostrata dalla categoria deve perciò costituire per il Governo ed il ministero elemento ulteriore di stimolo per sbloccare subito la vertenza e ricondurre i comportamenti di tutti nell'alveo della legge".
Non verranno quindi concretamente attuati il cosiddetto 'No rid day', vale a dire il rifiuto di pagare una fornitura di carburante tra oggi e il 22 dicembre (in conseguenza del quale i petrolieri avevano ripetutamente minacciato di lasciare a secco impianti e automobilisti i giorni precedenti il Natale) e la sospensione dell'accettazione di carte di credito e bancomat nella settimana prima di Capodanno.
"Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio - si legge ancora nella nota congiunta - ritengono che a questo punto il ministero dello Sviluppo economico debba urgentissimamente dare seguito agli accordi sottoscritti e ricercare gli strumenti idonei per costringere le compagnie petrolifere a rispettare concretamente le leggi in vigore che il Governo stesso ha emanato, assumendo quel ruolo di mediazione delle vertenze collettive che le norme prescrivono e riaprendo in sede ministeriale i tavoli aziendali di colore volti a rinnovare gli accordi economici scaduti da anni". "Non è tollerabile per il Paese - continua la nota - che il rispetto delle regole possa essere ragionevolmente ricercato solo ed esclusivamente attraverso azioni eclatanti e forme di protesta estrema. La ragionevolezza dimostrata dalla categoria deve perciò costituire per il Governo ed il ministero elemento ulteriore di stimolo per sbloccare subito la vertenza e ricondurre i comportamenti di tutti nell'alveo della legge".