Confcommercio: “L’aumento dell’Iva? Una doccia gelata”

Economia
Carlo Sangalli insieme al premier Mario Monti
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Il presidente Sangalli critica il possibile scatto dell’aliquota ordinaria (dal 21 al 22%) a luglio: “Smorzerebbe le prospettive di ripartenza dell’economia”. E sulla pressione fiscale attacca: “Un'insostenibile zavorra a carico di investimenti e consumi”

"Non c'è dubbio che l'aumento dell’Iva destinato a scattare dal mese di luglio sarebbe una doccia gelata che smorzerebbe le prospettive di ripartenza dell'economia". Lo ha sottolineato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli al Consiglio generale di Confcommercio Imprese per l'Italia, in riferimento al possibile aumento dell'aliquota ordinaria dal 21% al 22%.
Il ministro Grilli - ha sottolineato - ha avuto occasione di dichiarare "che l'economia italiana potrebbe tornare a imboccare un percorso di crescita a partire dal secondo semestre del 2013. Naturalmente ce lo auguriamo ma proprio rispetto a questa possibilità non c'è dubbio che l'aumento Iva" a luglio sarebbe una "doccia gelata".

Sullo stop, a partire dal luglio 2013, all'incremento dell'aliquota ridotta (dal 10 all'11%), "si è fatto un passo in  avanti -riconosce Sangalli- ma ancora non ci siamo. Chiediamo infatti  che venga fatto di tutto, anche oltre il perimetro della legge di stabilità, per archiviare definitivamente l'ipotesi del nuovo aggravio dell'aliquota Iva ordinaria, finalizzando al raggiungimento di questo obiettivo ogni margine di manovra disponibile. E' assolutamente necessario", ribadisce a più riprese il presidente di Confcommercio.

Quanto all'Irpef, Sangalli ha anche sottolineato: "Chiediamo che davvero si ricorra a partire dal 2013 all'attivazione del fondo taglia tasse alimentato dei proventi del recupero dell'evasione e dalle risorse rinvenienti dalla possibile riduzione del costo del servizio del debito pubblico, come è ora previsto dalla stessa legge di stabilita. Insomma servono scelte che sostengano la domanda interna nel suo complesso: la domanda per investimenti e i consumi delle famiglie".

Il presidente di Confcommercio sottolinea infine che "una pressione giunta ormai a livello record del 55% circa costituisce un'insostenibile zavorra a carico di investimenti e consumi". Per questo occorre "una  prospettiva realistica di riduzione netta della pressione fiscale  complessiva".

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