Dopo la bocciatura dell'11 novembre, i relatori del ddl stabilità presentano in commissione un emendamento per il reperimento dei fondi: saranno deindicizzate le pensioni sei volte superiori al minimo. Esclusi però i lavoratori licenziati per fallimento
Sembra finalmente sciogliersi il nodo della questione esodati, quella categoria di lavoratori che avendo scelto una forma di prepensionamenti si era trovata scoperta a causa dell'allungamento dell'eta lavorativa della riforma Fornero.
Dopo che la Ragioneria di Stato aveva bocciato domenica la soluzione contabile trovata in commissione, lunedì i relatori hanno presentato un nuovo emendamento con una copertura adeguata che questa volta è stata 'certificata' dalla ragioneria: prevede la deindicizzazione delle pensioni sei volte superiori al minimo. Ma dalla platea dei lavoratori che saranno tuteali il nuovo emendamento fa sparire i lavoratori licenziati prima del 2011 per il fallimento della propria azienda. Al loro posto compare invece la categoria di chi è entrato in mobilità entro il 4 dicembre 2011.
Il nuovo meccanismo messo a punto prevede che vengano utilizzati gli eventuali risparmi dei 9 miliardi già stanziati per risolvere il problema degli esodati, con una sorta di "autocopertura".
Gli eventuali risparmi arriverebbero - secondo le ultime stime - da politiche attive per la reintroduzione sul posto di lavoro. Solo nel caso in cui i risparmi non bastassero si ricorrerebbe alla deindicizzazione delle pensioni più ricche, cioè 3.000-3.500 euro, recuperando così una cifra per coprire le eventuali necessità del 2014. Su questo comunque, si farà il punto della situazione all'inizio del prossimo anno.
"Un passo avanti ma non la soluzione finale a tutto il problema che e' quella che avremmo preferito": così l'esponente del Pd Cesare Damiano commenta l'emendamento. A chi gli chiede di commentare l'esclusione dalle misure dei lavoratori le cui aziende sono fallite Damiano replica sottolineando la natura di compromesso del testo: "E' un emendamento che ha tenuto conto - dice - delle osservazioni e dello stop della Ragioneria". Il deputato Democratico sottolinea però anche i dati positivi: "Vengono coinvolti - cita ad esempio - tutti coloro che hanno sottoscritto accordi in sede territoriale per quanto riguarda la mobilita' entro il 31 dicembre del 2011".
Dopo che la Ragioneria di Stato aveva bocciato domenica la soluzione contabile trovata in commissione, lunedì i relatori hanno presentato un nuovo emendamento con una copertura adeguata che questa volta è stata 'certificata' dalla ragioneria: prevede la deindicizzazione delle pensioni sei volte superiori al minimo. Ma dalla platea dei lavoratori che saranno tuteali il nuovo emendamento fa sparire i lavoratori licenziati prima del 2011 per il fallimento della propria azienda. Al loro posto compare invece la categoria di chi è entrato in mobilità entro il 4 dicembre 2011.
Il nuovo meccanismo messo a punto prevede che vengano utilizzati gli eventuali risparmi dei 9 miliardi già stanziati per risolvere il problema degli esodati, con una sorta di "autocopertura".
Gli eventuali risparmi arriverebbero - secondo le ultime stime - da politiche attive per la reintroduzione sul posto di lavoro. Solo nel caso in cui i risparmi non bastassero si ricorrerebbe alla deindicizzazione delle pensioni più ricche, cioè 3.000-3.500 euro, recuperando così una cifra per coprire le eventuali necessità del 2014. Su questo comunque, si farà il punto della situazione all'inizio del prossimo anno.
"Un passo avanti ma non la soluzione finale a tutto il problema che e' quella che avremmo preferito": così l'esponente del Pd Cesare Damiano commenta l'emendamento. A chi gli chiede di commentare l'esclusione dalle misure dei lavoratori le cui aziende sono fallite Damiano replica sottolineando la natura di compromesso del testo: "E' un emendamento che ha tenuto conto - dice - delle osservazioni e dello stop della Ragioneria". Il deputato Democratico sottolinea però anche i dati positivi: "Vengono coinvolti - cita ad esempio - tutti coloro che hanno sottoscritto accordi in sede territoriale per quanto riguarda la mobilita' entro il 31 dicembre del 2011".