Fiat, 19 lavoratori in mobilità per riassumere operai Fiom

Economia

La decisione del Lingotto presa per poter rispettare l'ordinanza della Corte d'Appello che obbliga ad assumere i dipendenti che hanno presentato ricorso per presunta discriminazione. Il sindacato: "Atto illegittimo". Un lavoratore: "E' una vergogna"

Fiat ha annunciato che per ottemperare alla sentenza della Corte d'Appello di Roma che ha condannato l'azienda a riassumere nella newco di Pomigliano 19 lavoratori della Fiom entro 40 giorni, ne manderà in mobilità altrettanti. In totale Fiat, condannata per comportamento anti sindacale, dovrà reintegrare 145 operai Fiom. Di questi i primi 19 dovranno essere reintegrati entro 40 giorni poiché l'azienda non aveva sollevato nessuna riserva sulla loro idoneità, mentre per gli altri 126 ha tempo 180 giorni, selezionandoli sulla base dell'elenco che sarà fornito dalla Fiom. L'Ad del Lingotto, Sergio Marchionne, aveva già nei mesi scorsi ammonito che se Fiat sarà costretta a far rientrare i 145 lavoratori ne dovranno uscire altrettanti, perché lo stabilimento è saturo rispetto alla domanda. 

La nota dell'azienda - "L'azienda ha da tempo sottolineato che la sua attuale struttura è sovradimensionata rispetto alla domanda del mercato italiano ed europeo da mesi in forte flessione e che, di conseguenza, ha già dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per un totale di venti giorni. Altri dieci sono programmati per fine novembre", dice la nota motivando la scelta di oggi.
Fabbrica Italia Pomigliano "non può esimersi dall'eseguire quanto disposto dall'ordinanza e, non essendoci spazi per l'inserimento di ulteriori lavoratori, è costretta a predisporre nel rispetto dei tempi tecnici gli strumenti necessari per provvedere alla riduzione di altrettanti lavoratori operanti in azienda".

Fiom: "Atto antisindacale e illegittimo" - "Si tratta di una procedura chiaramente ritorsiva, chiaramente antisindacale e chiaramente illegittima, perché i motivi addotti nella nota resa pubblica dalla Fiat non giustificano nessun licenziamento, anche in considerazione del fatto che l'Azienda ha firmato un accordo nel quale assumeva l'impegno a riassumere tutti i lavoratori del Gian Battista Vico in Fabbrica Italia Pomigliano". Lo afferma in una nota Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom
responsabile del settore auto. "La Fiom", conclude Airaudo, "respinge con forza ogni licenziamento poiché tutti i lavoratori devono rientrare al lavoro e invita tutti i sindacati a respingere questo ulteriore tentativo di dividere i lavoratori".

L'operaio assunto: "E' una vergogna" - "E' proprio una vergogna, Marchionne non perde occasione per cercare di dividere i lavoratori. Adesso dichiara anche guerra alla magistratura per far pesare sui giudici la situazione che si sta creando". E' incredulo Mario Di Costanzo, iscritto Fiom che dovrebbe essere assunto entro il 28 novembre.
"Con questo atteggiamento però - ha proseguito Di Costanzo - l'Ad non sta facendo altro che fare luce sul suo reale progetto per Pomigliano: se l'assunzione di 19 persone per lui è un problema, figuriamoci cosa sarà l'assunzione degli oltre 2000 in cassa integrazione che attendono di entrare in Fabbrica Italia Pomigliano entro luglio del prossimo anno. Mi auguro che questa cosa non passi nel silenzio delle istituzioni e degli altri sindacati, che dovrebbero avere reazioni immediate per quest'annuncio".

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