Crisi: tenore di vita peggiorato per il 26% degli italiani

Economia

In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, un'indagine Acri-Ipsos mostra come solo il 3% della popolazione ritenga che la propria condizione economica sia migliorata. Tra chi si è trovato in difficoltà spiccano gli abitanti del Nord Est

Salgono al 26% gli italiani che hanno assistito a un repentino peggioramento del proprio tenore di vita a causa della crisi, un significativo aumento rispetto al 21% del 2011 e al 18% del 2010. E' quanto emerge dall'indagine 'Gli italiani e il risparmio' realizzata dall'Acri (Associazione di fondazioni e casse di risparmio) insieme ad Ipsos e presentata in occasione dell'ottantottesima Giornata Mondiale del Risparmio.
Sono invece quasi scomparsi coloro che dichiarano di aver sperimentato un miglioramento del proprio tenore di vita nel corso degli ultimi 12 mesi: nel 2010 erano il 6%, nel 2011 il 5%, quest'anno sono il 3%.

Si riduce poi il numero di cittadini che riescono a mantenere senza difficoltà il proprio tenore di vita (il 25% nel 2012 contro il 28% del 2011), mentre è uguale a quella del 2011 la percentuale (il 46%) di coloro che lo mantengono a fatica. Tra coloro che si sono trovati in difficoltà spiccano gli abitanti del Nord Est (nel 2011 riteneva peggiorata la propria situazione il 15% dei cittadini, quest'anno sono il 27%) e le classi d'età centrali (tra i 31 e i 44 anni coloro che hanno visto peggiorare il proprio tenore di vita passano dal 21% del 2011 al 30% di quest'anno; al contempo tra i 45 e i 64 anni si passa dal 21% del 2011 al 29% del 2012).

In questo drammatico contesto sale il numero degli italiani che ritengono più importante investire sul futuro che sulla qualità della vita attuale: passano al 57% dal 55% del 2011. Al riguardo un dato sorprendentemente elevato è quello registrato nel territorio che più degli altri ha visto peggiorare la propria situazione, ossia il Nord Est: il 68% dei suoi cittadini ritiene prioritario investire nel futuro, contro il 59% dell'anno precedente.

Per quanto riguarda il presente, sale il numero di coloro che si dichiarando insoddisfatti della propria situazione personale al 54% dal 51% del 2011, mentre i soddisfatti scendono al 46%. Nel dettaglio, il 4% degli italiani si dichiara molto soddisfatto, con una maggiore concentrazione nella classe direttiva (il 7%) e minore nei pensionati (solo il 2% sono molto soddisfatti).

Coloro che dicono di essere molto insoddisfatti sono invece il 22%: più di un italiano su cinque. Erano il 20% nel 2011 e il 14% nel 2010. Gli insoddisfatti si concentrano soprattutto nel Sud Italia (dove sono il 62%) ma la crescita maggiore di insoddisfatti riguarda il Nord Est, dove passano al 48% dal 39% del 2011. In compenso il numero di fiduciosi sul miglioramento del proprio futuro sale fino a uguagliare quello degli sfiduciati (sono il 24%, poco meno di un quarto degli italiani in entrambi i casi), laddove nel 2011 gli sfiduciati sopravanzavano di 6 punti i fiduciosi. Il 48% degli intervistati non si attende cambiamenti della propria situazione personale e il 4% non sa cosa pensare.

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