Crisi, Istat: “Ci sono segnali incoraggianti”

Economia

Il presidente dell’istituto, Enrico Giovannini, in un’audizione in Parlamento sulla legge di stabilità precisa però che “segni di sofferenza permangono per le famiglie”. Cala il potere d’acquisto e la propensione al risparmio è al minimo storico

L'economia italiana mostra i primi segnali di ripresa. Il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, ricorda che in occasione della valutazione della Nota di Aggiornamento del Def (il documento di economica e finanza, ndr) "si segnalava come l'analisi della congiuntura rivelasse alcuni primi, seppur timidi, segnali positivi. Ulteriori segnali incoraggianti, ancorché non univoci, sono emersi anche nelle ultime settimane", ha detto martedì 23 ottobre nel corso di un'audizione in Parlamento sulla Legge di Stabilità.

I dubbi sull'Irpef e sull'Iva - Giovannini ha spiegato che la manovra sull'Irpef del governo beneficia di più i redditi medi e medio-alti mentre l'aumento dell'Iva si ripercuoterà sull'80% dei beni di consumo ma manca ancora una valutazione sull'effetto combinato delle due azioni. Il presidente dell'Istat non scioglie quindi il dilemma politico di questi giorni, ossia come si distribuiranno gli effetti fiscali tra le varie classi di reddito a sei mesi dal voto, ma precisa di non attendersi in ogni caso "effetti eclatanti sulla crescita".
"Non c'è una stima dell'effetto netto perché questo richiede uno sforzo statistico che stiamo realizzando ma che non abbiamo ancora completato", ha detto Giovannini.
Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, intervenuto anche lui in audizione in Parlamento sulla legge di stabilità, ha invece sostenuto che le modifiche adottate dall'esecutivo avranno un impatto positivo (VIDEO).

Giovannini: "Soffrono le famiglie" - "Segnali di sofferenza permangono dal lato delle famiglie – spiega però Giovannini –: nel secondo trimestre il loro potere d'acquisto si è ridotto dell'1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre del 2011, portando al 3,5% la perdita di potere d'acquisto rispetto ai primi sei mesi del 2011". Giovannini ha aggiunto che la propensione al risparmio delle famiglie ha toccato "il minimo storico assoluto".
"Le famiglie con figli, in particolare se minori, risultano avere benefici inferiori rispetto alla media del quintile di appartenenza". “Il risultato - ha spiegato il presidente dell'Istat - dipende dal più alto rapporto fra il numero di persone che generano spese deducibili e detraibili e il numero di percettori che caratterizza queste famiglie. Le modifiche dell'Irpef penalizzano i primi e attribuiscono vantaggi solo ai secondi, attraverso la riduzione delle aliquote". Giovannini rileva anche che "lo svantaggio relativo delle famiglie con figli risulta più evidente se questi sono di minore età, o comunque ancora impegnati negli studi o non economicamente autosufficienti, poiché si lega al fatto che la cura dei figli riduce le probabilità di occupazione delle madri (e, per quelle occupate, costituisce un ostacolo al conseguimento di maggiori guadagni)".

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