Alla vigilia del summit a Palazzo Chigi l’ad stuzzica il ministro dello Sviluppo economico: “La Fiat va bene in Brasile perché lì il governo aiuta”. In giornata il chiarimento al vertice con Monti. Dagli investimenti agli sgravi, ecco di cosa si parlerà
È il giorno del tavolo governo-Fiat. Alle ore 16 si ritroveranno a Palazzo Chigi da un lato Mario Monti, Corrado Passera ed Elsa Fornero, dall’altro Sergio Marchionne e John Elkann. Si parlerà delle “prospettive strategiche del gruppo”, così come spiegava la nota del governo che annunciava l’incontro.
Ma alla vigilia è arrivata la stoccata dell’ad del Lingotto nei confronti del ministro dello Sviluppo. Rispondendo a Passera sul perché dei grandi risultati conseguiti in Brasile, Marchionne ha detto: la Fiat va bene laddove il governo è attento all'industria dell'auto e la sostiene con finanziamenti e agevolazioni fiscali. "Ne parliamo domani", si è limitato a rispondere Passera. E "domani" è oggi.
Sul tavolo dunque gli investimenti e le sorti degli stabilimenti, ma anche cassa integrazione, prepensionamenti, nuovi modelli.
Ecco i principali nodi da risolvere:
- INVESTIMENTI E SGRAVI FISCO. Il presidente del Consiglio chiederà a John Elkann e Sergio Marchionne di fare chiarezza sui piani futuri per l'Italia. L'ad del Lingotto ha detto "di volere sopravvivere alla tempesta con l'aiuto di quella parte dell'azienda che va bene in America del Nord e del Sud". Su questo fronte c'è già stato il botta e risposta sul Brasile con il ministro dello Sviluppo Economico. E tra i temi sul tappeto ci sarà il nodo degli sgravi fiscali.
- STABILIMENTI. Marchionne ha detto di non avere parlato di chiusure di fabbriche, ma non indica per ora quali e quante auto si faranno negli stabilimenti italiani. E' possibile che il governo chieda un impegno a non modificare l'attuale assetto produttivo.
- AMMORTIZZATORI SOCIALI. Per evitare i licenziamenti la Fiat dovrà continuare a fare un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, cassa integrazione in deroga e forse anche prepensionamenti. Ci sono fabbriche importanti, Mirafiori, Pomigliano e l'ex Bertone di Grugliasco, dove oggi è massiccio il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, ma nel 2013 in momenti diversi scadrà per tutti e tre. Per evitare i
licenziamenti servirà quindi la cassa integrazione in deroga e su questo il governo potrebbe mettere in campo un impegno, senza dimenticare però che le risorse sono poche e i casi di crisi aperti tantissimi.
- NUOVI MODELLI. Marchionne potrebbe indicare come strada da percorrere per consentire agli stabilimenti italiani di sopravvivere anche quella della produzione di modelli destinati agli Stati Uniti, dove per ora il mercato continua a crescere. Una strategia in parte già avviata con l'investimento, al momento sospeso, a Mirafiori dove sono ancora previsti i due piccoli suv Jeep e Fiat.
- EUROPA. I vertici del Lingotto potrebbero chiedere a Monti di adoperarsi perché si affronti a livello comunitario il problema della sovracapacità produttiva in Europa. Un tema questo che da tempo Marchionne anche nella sua veste di presidente dei costruttori europei.
Ma alla vigilia è arrivata la stoccata dell’ad del Lingotto nei confronti del ministro dello Sviluppo. Rispondendo a Passera sul perché dei grandi risultati conseguiti in Brasile, Marchionne ha detto: la Fiat va bene laddove il governo è attento all'industria dell'auto e la sostiene con finanziamenti e agevolazioni fiscali. "Ne parliamo domani", si è limitato a rispondere Passera. E "domani" è oggi.
Sul tavolo dunque gli investimenti e le sorti degli stabilimenti, ma anche cassa integrazione, prepensionamenti, nuovi modelli.
Ecco i principali nodi da risolvere:
- INVESTIMENTI E SGRAVI FISCO. Il presidente del Consiglio chiederà a John Elkann e Sergio Marchionne di fare chiarezza sui piani futuri per l'Italia. L'ad del Lingotto ha detto "di volere sopravvivere alla tempesta con l'aiuto di quella parte dell'azienda che va bene in America del Nord e del Sud". Su questo fronte c'è già stato il botta e risposta sul Brasile con il ministro dello Sviluppo Economico. E tra i temi sul tappeto ci sarà il nodo degli sgravi fiscali.
- STABILIMENTI. Marchionne ha detto di non avere parlato di chiusure di fabbriche, ma non indica per ora quali e quante auto si faranno negli stabilimenti italiani. E' possibile che il governo chieda un impegno a non modificare l'attuale assetto produttivo.
- AMMORTIZZATORI SOCIALI. Per evitare i licenziamenti la Fiat dovrà continuare a fare un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, cassa integrazione in deroga e forse anche prepensionamenti. Ci sono fabbriche importanti, Mirafiori, Pomigliano e l'ex Bertone di Grugliasco, dove oggi è massiccio il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, ma nel 2013 in momenti diversi scadrà per tutti e tre. Per evitare i
licenziamenti servirà quindi la cassa integrazione in deroga e su questo il governo potrebbe mettere in campo un impegno, senza dimenticare però che le risorse sono poche e i casi di crisi aperti tantissimi.
- NUOVI MODELLI. Marchionne potrebbe indicare come strada da percorrere per consentire agli stabilimenti italiani di sopravvivere anche quella della produzione di modelli destinati agli Stati Uniti, dove per ora il mercato continua a crescere. Una strategia in parte già avviata con l'investimento, al momento sospeso, a Mirafiori dove sono ancora previsti i due piccoli suv Jeep e Fiat.
- EUROPA. I vertici del Lingotto potrebbero chiedere a Monti di adoperarsi perché si affronti a livello comunitario il problema della sovracapacità produttiva in Europa. Un tema questo che da tempo Marchionne anche nella sua veste di presidente dei costruttori europei.