Nonostante i due milioni di dispositivi prenotati in 24 ore, il telefonino di Apple lascia molti dubbi agli analisti per l’assenza del chip Nfc per i pagamenti in mobilità e per la nuova porta di alimentazione che farà proliferare gli adattatori Usb
di Gabriele De Palma
È un successo annunciato. E a dirlo non è qualche analista o qualcuno dei vertici Apple, ma i dati sulle prevendite di iPhone5: 2 milioni di dispositivi prenotati in un giorno, il doppio rispetto al modello precedente (iPhone 4S) e il quadruplo dell'iPhone 4. Nonostante questo però nessuno è perfetto, e nemmeno l'ultimo smartphone di Apple sfugge a questa regola. A pochi giorni dall'arrivo dei negozi (il 28 settembre in Italia; giovedì 20 esce invece il nuovo sistema operativo "iOs6") si sono moltiplicate le recensioni e i confronti con i principali avversari da cui emergono tre punti deboli. Due riguardano la ricarica del dispositivo: la nuova porta di alimentazione, battezzata Lightning e l'assenza di un caricabatterie senza fili come quello del Lumia 920 della coppia Nokia-Microsoft. Ma la più importante delle lacune sembra essere la terza: l'assenza di un chip che abiliti la Near Field Communication, tecnologia su cui molti puntano per consentire molti i servizi di prossimità, tra cui i pagamenti tramite smartphone.
Nfc e servizi di prossimità - La Near field communications, meglio nota come Nfc, è una tecnologia per la trasmissione radio di dati a corto raggio. I dati possono essere criptati in modo sicuro e il tipo di comunicazione si può adattare agli scopi più vari: dal trasferimento di file da un dispositivo all'altro, a un comando digitale per aprire le porte dell'auto o di casa. Soprattutto la tecnologia permette di trasmettere i dati della propria carta di credito e di effettuare pagamenti col cellulare. In Giappone, dove i chip Nfc sono presenti su più di 70 milioni di smartphone, i servizi si mostrano in tutto il loro splendore e i trasporti da anni si possono pagare con la sovrapposizione del proprio telefono all'ingresso delle stazioni ferroviarie e della metropolitana.
Meglio Passbook? - Al posto del chip Nfc su iPhone 5 c'è un software, Passbook, che consente di caricare i dati dei coupon, delle offerte speciali in formato digitale e dei biglietti ma non delle carte di credito o debito. Uno dei motivi alla base del rinvio (o rifiuto) della Nfc, lo ha raccontato Phil Schiller, uno dei pezzi grossi di Apple, al blog tecnologico del Wall Street Journal: "Al momento PassBook è ciò di cui hanno bisogno gli utenti", sottintendendo che l'ecosistema per far decollare la Nfc è ancora acerbo soprattutto negli Usa. Il che è vero ma solo in parte, dato che i principali operatori telefonici Usa si sono accordati per sostenere il nuovo metodo tramite una nuova joint venture, Isis dimostrando di credere nel sistema.
Alcuni pensano che Apple abbia solo rinviato l'adozione di Nfc quando il mondo sarà pronto a usarlo largamente (e allora lo integrerà proprio con Passbook) altri temono che proprio l'assenza di connettività Nfc da iPhone 5 ritarderà l'adozione della tecnologia; e in effetti che lo smartphone che si appresta a battere i (peraltro suoi) record di vendite resti fuori dai giochi può rallentare la diffusione del metodo.
Vecchio continente – Anche in Europa e in Italia ci si sta attrezzando per consentire i pagamenti da cellulare tramite Nfc. Le Poste britanniche entro fine ottobre attiveranno il sistema negli oltre 11mila uffici postali (peggio è andata con la sperimentazione nella metropolitana di Londra), in Francia in alcuni iper mercati del gruppo Casino sarà possibile pagare semplicemente sventolando lo smartphone alle casse. Anche in Italia la Nfc è uscita dai laboratori ed entrata nel mondo reale, con la Lombardia che si sta muovendo in tal senso: a Milano Tim e Confesercenti stanno attivando i pagamenti Nfc in alcuni esercizi commerciali in Corso Buenos Aires, giusto in tempo per gli acquisti natalizi; Varese è ancora più avanti con una quarantina di negozi già pronti nell'ambito del progetto VareseSmartCity.
L'altro motivo per cui Apple non ha inserito il chip nel telefono è la difficoltà di far stare tutto in un dispositivo che è il più sottile sul mercato, anche se tutti i principali concorrenti poco più spessi, come il Galaxy S3, lo abbiano implementato.
Caricabatterie – Sempre per motivo di spazio è stata sostituita la tradizionale porta per l'alimentazione adottata con il primo iPod nel 2003. Al suo posto la nuova porta molto più piccola Lightning. Due i problemi di questa scelta strategica: l'incompatibilità con i caricabatteria e i cavi di connessione dei dispositivi Apple esistenti e la conformità alle norme europee sul carica batteria universale. In entrambi i casi i problemi sono risolvibili con un piccolo adattatore, ma se è vero che alla lettera Lightning è conforme alle norme Ue, e infatti per il mercato europeo nella confezione di iPhone 5 ci sarà l'adattatore incluso, in sostanza obbliga gli utenti a dover differenziare i propri strumenti di ricarica e a mandarne parecchi al macero.
Il secondo problema riguarda la possibilità di alimentare la batteria senza fili come avviene sui nuovi Lumia attesi per fine mese. Schiller minimizza sostenendo che in fondo il caricabatteria wireless funziona grazie a una base alimentata via cavo e Lumia ha in dotazione ovviamente anche un caricabatterie tradizionale.
Nonostante queste tre mancanze non è difficile prevedere un altro boom di vendite. Innanzitutto con ogni probabilità è comunque "uno dei" migliori (se non "il" migliore) smartphone in circolazione. Lo dimostra il favore trovato tra moltissimi utenti. Che hanno già iniziato il 17 settembre a mettersi in coda in attesa che il 21 inizino le vendite. Al di là, o al di qua, delle eventuali lacune tecniche.
È un successo annunciato. E a dirlo non è qualche analista o qualcuno dei vertici Apple, ma i dati sulle prevendite di iPhone5: 2 milioni di dispositivi prenotati in un giorno, il doppio rispetto al modello precedente (iPhone 4S) e il quadruplo dell'iPhone 4. Nonostante questo però nessuno è perfetto, e nemmeno l'ultimo smartphone di Apple sfugge a questa regola. A pochi giorni dall'arrivo dei negozi (il 28 settembre in Italia; giovedì 20 esce invece il nuovo sistema operativo "iOs6") si sono moltiplicate le recensioni e i confronti con i principali avversari da cui emergono tre punti deboli. Due riguardano la ricarica del dispositivo: la nuova porta di alimentazione, battezzata Lightning e l'assenza di un caricabatterie senza fili come quello del Lumia 920 della coppia Nokia-Microsoft. Ma la più importante delle lacune sembra essere la terza: l'assenza di un chip che abiliti la Near Field Communication, tecnologia su cui molti puntano per consentire molti i servizi di prossimità, tra cui i pagamenti tramite smartphone.
Nfc e servizi di prossimità - La Near field communications, meglio nota come Nfc, è una tecnologia per la trasmissione radio di dati a corto raggio. I dati possono essere criptati in modo sicuro e il tipo di comunicazione si può adattare agli scopi più vari: dal trasferimento di file da un dispositivo all'altro, a un comando digitale per aprire le porte dell'auto o di casa. Soprattutto la tecnologia permette di trasmettere i dati della propria carta di credito e di effettuare pagamenti col cellulare. In Giappone, dove i chip Nfc sono presenti su più di 70 milioni di smartphone, i servizi si mostrano in tutto il loro splendore e i trasporti da anni si possono pagare con la sovrapposizione del proprio telefono all'ingresso delle stazioni ferroviarie e della metropolitana.
Meglio Passbook? - Al posto del chip Nfc su iPhone 5 c'è un software, Passbook, che consente di caricare i dati dei coupon, delle offerte speciali in formato digitale e dei biglietti ma non delle carte di credito o debito. Uno dei motivi alla base del rinvio (o rifiuto) della Nfc, lo ha raccontato Phil Schiller, uno dei pezzi grossi di Apple, al blog tecnologico del Wall Street Journal: "Al momento PassBook è ciò di cui hanno bisogno gli utenti", sottintendendo che l'ecosistema per far decollare la Nfc è ancora acerbo soprattutto negli Usa. Il che è vero ma solo in parte, dato che i principali operatori telefonici Usa si sono accordati per sostenere il nuovo metodo tramite una nuova joint venture, Isis dimostrando di credere nel sistema.
Alcuni pensano che Apple abbia solo rinviato l'adozione di Nfc quando il mondo sarà pronto a usarlo largamente (e allora lo integrerà proprio con Passbook) altri temono che proprio l'assenza di connettività Nfc da iPhone 5 ritarderà l'adozione della tecnologia; e in effetti che lo smartphone che si appresta a battere i (peraltro suoi) record di vendite resti fuori dai giochi può rallentare la diffusione del metodo.
Vecchio continente – Anche in Europa e in Italia ci si sta attrezzando per consentire i pagamenti da cellulare tramite Nfc. Le Poste britanniche entro fine ottobre attiveranno il sistema negli oltre 11mila uffici postali (peggio è andata con la sperimentazione nella metropolitana di Londra), in Francia in alcuni iper mercati del gruppo Casino sarà possibile pagare semplicemente sventolando lo smartphone alle casse. Anche in Italia la Nfc è uscita dai laboratori ed entrata nel mondo reale, con la Lombardia che si sta muovendo in tal senso: a Milano Tim e Confesercenti stanno attivando i pagamenti Nfc in alcuni esercizi commerciali in Corso Buenos Aires, giusto in tempo per gli acquisti natalizi; Varese è ancora più avanti con una quarantina di negozi già pronti nell'ambito del progetto VareseSmartCity.
L'altro motivo per cui Apple non ha inserito il chip nel telefono è la difficoltà di far stare tutto in un dispositivo che è il più sottile sul mercato, anche se tutti i principali concorrenti poco più spessi, come il Galaxy S3, lo abbiano implementato.
Caricabatterie – Sempre per motivo di spazio è stata sostituita la tradizionale porta per l'alimentazione adottata con il primo iPod nel 2003. Al suo posto la nuova porta molto più piccola Lightning. Due i problemi di questa scelta strategica: l'incompatibilità con i caricabatteria e i cavi di connessione dei dispositivi Apple esistenti e la conformità alle norme europee sul carica batteria universale. In entrambi i casi i problemi sono risolvibili con un piccolo adattatore, ma se è vero che alla lettera Lightning è conforme alle norme Ue, e infatti per il mercato europeo nella confezione di iPhone 5 ci sarà l'adattatore incluso, in sostanza obbliga gli utenti a dover differenziare i propri strumenti di ricarica e a mandarne parecchi al macero.
Il secondo problema riguarda la possibilità di alimentare la batteria senza fili come avviene sui nuovi Lumia attesi per fine mese. Schiller minimizza sostenendo che in fondo il caricabatteria wireless funziona grazie a una base alimentata via cavo e Lumia ha in dotazione ovviamente anche un caricabatterie tradizionale.
Nonostante queste tre mancanze non è difficile prevedere un altro boom di vendite. Innanzitutto con ogni probabilità è comunque "uno dei" migliori (se non "il" migliore) smartphone in circolazione. Lo dimostra il favore trovato tra moltissimi utenti. Che hanno già iniziato il 17 settembre a mettersi in coda in attesa che il 21 inizino le vendite. Al di là, o al di qua, delle eventuali lacune tecniche.