Kickstarter e gli altri, quando i fondi si raccolgono online

Economia
Alcuni dei più noti servizi di raccolta fondi online. Kickstarter, Emphas.is (fotogiornalismo) e gli italiani Kapipal ed Eppala
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Diventa sempre più affollato il panorama dei siti web che aiutano a finanziare idee in cerca di sostegno economico. Anche in Italia, dove si preferisce puntare sul no-profit, il giornalismo, l'arte e la cultura

di Gabriele De Palma

Un cortometraggio, una campagna elettorale, un’inchiesta giornalistica. Trovare fondi e finanziamenti non è mai stato facile, ancor meno in tempi di crisi. Ad aiutare chi ha progetti interessanti ci sta però pensando da qualche tempo anche il web. Che vengano etichettati come fundraising (raccolta fondi) o crowdfunding (finanziamento dal basso) le piattaforme presenti in rete sono molte e non mancano anche quelle interamente partorite in Italia. A sdoganare il fenomeno è stato Barack Obama, che ne ha fatto sapiente uso – 500 milioni di dollari raccolti – nella campagna per le presidenziali del 2008. Il servizio che ha attirato l'attenzione dei media è indubbiamente Kickstarter, che ha finanziato numerosi progetti e si è meritata la definizione di Invenzione dell'anno dal Time nel 2010. I servizi di raccolta fondi online sono molti e diversi tra loro. Sono però accomunati da caratteristiche generali e, pur con qualche eccezione, funzionano così: nel presentare un progetto si indica una cifra ritenuta necessaria al suo sviluppo; se non si ottiene la somma desiderata tutte le donazioni vengono perse (e spesso finiscono ai gestori della piattaforma); se il totale delle offerte eccede il progetto semplicemente questo avrà molti più soldi su cui poter contare. Chi gestisce le piattaforme online guadagna trattenendo una percentuale, variabile, sulle donazioni; un'altra quota viene generalmente trattenuta dai servizi di pagamento online cui le piattaforme di fundraising si appoggiano.

Scuola e no-profit
– Non tutti possono vantare i successi e i numeri di Kickstarter: quasi 4mila progetti finanziati (il 43 per cento di quelli presentati) equivalenti a oltre 241milioni di dollari raccolti dall'inizio delle attività, nel 2008. Ma anche la stella più brillante nel firmamento del crowdfunding presenta qualche lato oscuro, come il mancato controllo sulla effettiva realizzazione delle idee premiate dai donatori. Chi invece se ne preoccupa e testimonia il buon esito dei soldi versati è DonorChoose che si occupa di dare sostegno alle scuole statunitensi. I donatori sono invitati a partecipare delle spese per il materiale necessario – dalla cancelleria ai libri ai trasporti per le gite educative – per realizzare mini-progetti o anche solo l'ordinaria amministrazione scolastica. DonorChoose deve parte del suo successo anche alla pubblicità fatta dalle star del piccolo schermo Oprah Winfrey e Stephen Colbert e soprattutto dalla first lady Michelle Obama. Nella maggior parte dei casi si tratta di iniziative che non richiedono più di 400 dollari e le donazioni sono prevalentemente quelle da 5 dollari. La destinazione dei fondi è testimoniata da foto e video. Completamente dedicato al no-profit anche uno dei veterani del fundraising online, JustGive, noto anche per l'accurata selezione che effettua sui destinatari dei soldi raccolti: solo mille organizzazioni caritatevoli (sul milione e mezzo presenti negli Usa) fanno parte dei papabili per le donazioni. Completamente dedicati alle buone cause sono anche 33needs e Crowdrise. Molte piattaforme accettano ed erogano solo soldi ai connazionali, per evitare problemi connessi alle eventuali dispute legali e per agevolare la documentazione necessaria per detrarre le donazioni no-profit dalla dichiarazione dei redditi. Ci sono alcune eccezioni come IndieGoGo, che, nato come strumento per finanziare progetti cinematografici (è stato annunciato al Sundance Festival del 2008) e poi divenuto un servizio per promuovere iniziative di qualsiasi tipo e ora ha progetti attivi in oltre 200 Paesi.

Italia, arte e giornalismo
– In Italia il panorama del crowdfunding è vasto e ce n'è per tutti i gusti. Retedeldono e Buonacausa - ottimamente integrato con Facebook – raccolgono offerte per iniziative no-profit. In questo ambito spicca anche ShinyNote che raccoglie le buone notizie e ha ambizioni da social network. Strizza invece un occhio al profitto e l'altro all'arte Eppela, che si differenzia oltre che per il supporto a progetti artistici (cinema, musica, fumetti e moda) anche per la restituzione delle offerte per quelle idee che non raggiungono la quota prestabilita. Tutto devoto alla cultura anche Fundforculture che accetta solo iniziative promosse da artisti, associazioni e fondazioni culturali e dalle istituzioni. Ci sono anche alcuni servizi gestiti da aziende e banche. Merita una menzione IlMioDono, allestita da Unicredit, che non trattiene alcuna percentuale delle offerte. Kapipal, allestito dall'italiano Alberto Falossi, ha raccolto finora 400mila euro finanziando la metà dei progetti presentati. Ancora meglio è andata a ProduzionidalBasso, il veterano del crowdfunding italiano, che dal 2005 a oggi ha dispensato oltre 500mila euro. C’è poi YouCapital, nato nel 2010 per sostenere soprattutto progetti giornalistici dal basso. Un settore, questo, dove sta riuscendo bene uno degli ultimi arrivati, Emphas.is focalizzato solo su progetti di fotogiornalismo di qualità. Il successo è probabilmente dovuto anche a un maggiore coinvolgimento dei finanziatori: chi dona almeno 10 dollari ha diritto a seguire il blog che il fotoreporter aggiorna con i progressi quotidiani verso la realizzazione del progetto.

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