Il ministro dell'Economia in audizione alla Camera: "E' indispensabile rendere operativi i trattati sul fiscal compact e sul meccanismo di stabilità". L'Italia verserà oltre 14 miliardi al fondo salva stati
Le risposte fornite dall'Europa alla crisi non sono soddisfacenti. A dirlo, nel corso di un'audizione alla Camera, è il neo-ministro all'Economia Vittorio Grilli. Tema dell'incontro è il fiscal compact e il ministro spiega, appunto, che "come mostrano chiaramente le perduranti instabilità dei mercati, le risposte fornite non sono ancora pienamente soddisfacenti". "E' indispensabile - ha aggiunto Grilli - che, in particolare gli stati dell'area dell'euro, siano in grado di dimostrare la chiara volontà di affrontare la crisi con determinazione e unità di intenti". Nello specifico, ha spiegato l'inquilino di via XX settembre, è ora essenziale rendere pienamente operativi i due Trattati europei, "rispettivamente sul Meccanismo europeo di stabilità e sul Fiscal Compact".
"Creare condizioni per la crescita" - "L'obiettivo di lungo termine - ha spiegato Grilli - è necessariamente, la creazione di condizioni per una ripresa sostanziale e duratura della crescita economica e dell'occupazione nei Paesi europei, in modo da ridare loro la competitività necessaria per svolgere il ruolo politico ed economico che loro compete nel mutato quadro economico mondiale".
"Rafforzamento fiscale necessario a prescindere" - La posizione dell'Italia, ha illustrato Grilli, nelle trattative in Europa è stata "favorevole al rafforzamento della disciplina fiscale nella consapevolezza che si trattasse, per l'Italia come per molti altri paesi europei, di una strada obbligata di risanamento delle finanze pubbliche". Un percorso, ha aggiunto il ministro, "che sarebbe stato necessario percorrere comunque, indipendentemente dai vincoli esterni, per il bene del Paese, per affrontarne con determinazione le vulnerabilità".
L'Italia verserà oltre 14 miliardi - Il ministro dell'Economia ha poi spiegato che lo sforzo finanziario dell'Italia per il fondo europeo Esm "è pari a 14,33 miliardi di euro di capitale 'paid-in', da versare entro il 2014 con le seguenti scadenze: 5,73 miliardi nel 2012 e nel 2013 e 2,87 miliardi nel 2014". L'Italia è così il terzo paese sottoscrittore, dopo Germania e Francia. Grilli ha poi ricordato che, come previsto nel Def, "l'incremento di debito dell'Italia dovuto ai programmi di assistenza in corso (Irlanda, Portogallo e Grecia) e ai versamenti dovuti per il fondo europeo Esm sarà pari a circa 3 punti percentuali di Pil nel 2015 (a regime)". A questi "andranno aggiunti i contributi per l'intervento per la ricapitalizzazione delle banche in Spagna, il cui ammontare non è stato ancora definito" e che la Ue ha stabilito in massimi 100 miliardi di cui una prima tranche già a fine luglio. L'incremento di debito non verrà conteggiato per il rispetto del patto di stabilità ha quindi aggiunto.
"Creare condizioni per la crescita" - "L'obiettivo di lungo termine - ha spiegato Grilli - è necessariamente, la creazione di condizioni per una ripresa sostanziale e duratura della crescita economica e dell'occupazione nei Paesi europei, in modo da ridare loro la competitività necessaria per svolgere il ruolo politico ed economico che loro compete nel mutato quadro economico mondiale".
"Rafforzamento fiscale necessario a prescindere" - La posizione dell'Italia, ha illustrato Grilli, nelle trattative in Europa è stata "favorevole al rafforzamento della disciplina fiscale nella consapevolezza che si trattasse, per l'Italia come per molti altri paesi europei, di una strada obbligata di risanamento delle finanze pubbliche". Un percorso, ha aggiunto il ministro, "che sarebbe stato necessario percorrere comunque, indipendentemente dai vincoli esterni, per il bene del Paese, per affrontarne con determinazione le vulnerabilità".
L'Italia verserà oltre 14 miliardi - Il ministro dell'Economia ha poi spiegato che lo sforzo finanziario dell'Italia per il fondo europeo Esm "è pari a 14,33 miliardi di euro di capitale 'paid-in', da versare entro il 2014 con le seguenti scadenze: 5,73 miliardi nel 2012 e nel 2013 e 2,87 miliardi nel 2014". L'Italia è così il terzo paese sottoscrittore, dopo Germania e Francia. Grilli ha poi ricordato che, come previsto nel Def, "l'incremento di debito dell'Italia dovuto ai programmi di assistenza in corso (Irlanda, Portogallo e Grecia) e ai versamenti dovuti per il fondo europeo Esm sarà pari a circa 3 punti percentuali di Pil nel 2015 (a regime)". A questi "andranno aggiunti i contributi per l'intervento per la ricapitalizzazione delle banche in Spagna, il cui ammontare non è stato ancora definito" e che la Ue ha stabilito in massimi 100 miliardi di cui una prima tranche già a fine luglio. L'incremento di debito non verrà conteggiato per il rispetto del patto di stabilità ha quindi aggiunto.