Dal locale al social, ecco come si conquista Facebook

Economia
Il sito di Glancee

Parla Alberto Tretti, veneto di 28 anni, uno dei fondatori di Glancee, la start up acquistata recentemente dall'azienda di Mark Zuckerberg: "In Italia manca l'ecosistema per lo sviluppo di realtà come la nostra"

di David Saltuari

"Il futuro è locale". A dirlo è Alberto Tretti, 28 anni, fondatore insieme ad Andrea Vaccari, Alessandro Testa e al canadese Gabriel Grisé di Glancee, la start up recentemente acquistata da Facebook. Nella frenetica corsa a cercare le app del futuro, spiega Tretti a Sky.it, tutte le grandi aziende, da Google a Facebook, puntano su tre aspetti: mobile, la possibilità cioè di funzionare sui dispositivi mobili, social, che permetta di interagire con i propri contatti e, appunto, locale, che sia in grado cioè di integrarsi con la propria localizzazione geografica.  In rete le informazioni ci sono già: recensioni di ristoranti, informazioni su offerte e sconti, potenziali amici e anime gemelle. Quello che spesso manca è la possibilità di contestualizzare questi dati nel posto fisico in cui ci si trova. "Su quest'ultimo aspetto - spiega Tretti a Sky.it - siamo ancora alla punta dell'Iceberg. Ed è quello sul quale avevamo puntato noi."

Cosa era Glancee
- Glancee ha infatti sviluppato una app che permetteva, usando il proprio profilo Facebook, di segnalare le persone nelle vicinanze con gli stessi interessi o con amici in comune. Un sistema che ha subito attirato l'attenzione dell'azienda fondata da Mark Zuckerberg, che ha voluto i tre giovani realizzatori nel suo team. "Tecnicamente Glancee finisce qui di esistere - continua Tretti - ma noi continueremo a occuparci di localizzazione con gli sviluppatori di Facebook."

Le start up in Italia - L'avventura di Tretti inizia al Politecnico di Milano. Qui conosce il suo futuro socio, Andrea Vaccari e da qui partono insieme per Chicago, per continuare gli studi e per cercare di realizzare le proprie idee. Tretti spiega così la sua scelta: "Per una società come Glancee è più facile nascere e svilupparsi in un posto come la Silicon Vallery. E' vero che lavorando sul web i confini fisici non dovrebbero contare, ma quello che manca in Italia è un ecosistema che permetta lo sviluppo di questo genere di aziende: venture capitalist disposti a rischiare capitali sul lungo periodo, ingegneri informatici disposti a lavorare in cambio di azioni". Quello che manca nel Bel Paese, insomma, è una progettualità per il futuro. "In Italia - spiega Tretti - è più facile creare aziende che abbiano una commercializzazione immediata. Per società come Twitter, di cui il profilo business non è immediatamente chiaro, è meglio un posto come la Silicon Valley". Solo lì, infatti, esistono persone disposte a investire in realtà che potrebbero generare profitto tra molti anni.

"L'università italiana è buona, ma poco orientata alla pratica" - Quello che non manca di certo in Italia è il talento ("ne abbiamo da vendere" continua Tretti). E a mancare non è neanche l'istruzione, anche se forse andrebbe indirizzata meglio. "Il livello universitario italiano è molto buono - racconta Tretti - Quando sono arrivato negli Stati Uniti ero decisamente più preparato di molti altri."
"Il limite da noi - spiega però il fondatore di Glancee - è che siamo troppo focalizzati sulla teoria. Questo mi permetteva di capire certi processi meglio di altri, ma dal punto di vista pratico stavo a zero. Ho programmato più nei primi tempi negli Usa che nei quattro anni di università in Italia." La conseguenza è che in Italia chi esce dall'università si vede offrire posti di lavoro sottopagati o gratuiti. "L'azienda italiana - spiega Tretti - ti dice 'Non ti pago perché devo formarti', negli Stati Uniti invece si esce già formati e dunque si viene pagati per quanto si merita".

Alberto Tretti è stato ospite di SkyTG24 Pomeriggio giovedì 10 maggio. Qui sopra il video con il suo intervento

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