Grecia, scontri in piazza. E il governo perde pezzi

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Tensioni nel giorno dello sciopero generale: bombe incendiarie contro la polizia davanti al Parlamento. Quattro ministri e due viceministri si dimettono ma l'esecutivo approva il piano per evitare il default. FOTO

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Il governo greco perde i pezzi mentre Atene brucia e le piazze si infiammano. Il premier Papademos, dopo le dimissioni di quattro ministri e due viceministri, continua a ripetere che la Grecia "non può permettersi la bancarotta". Ma i greci hanno risposto paralizzando di nuovo il paese con lo sciopero generale e lanciando bombe incendiarie contro la polizia davanti al Parlamento. E l'immagine della centralissima piazza Syntagma in fiamme ha già fatto il giro del mondo (GUARDA LE FOTO).

Intanto, dopo il sofferto accordo fra governo e i tre partiti, l'esecutivo ha approvato il piano chiesto dalla troika per evitare il default, che passerà domenica al voto del parlamento di Atene. Papademos era stato chiaro con i suoi ministri: chi è contrario al nuovo programma di austerity non può restare nel governo. A lasciare l'esecutivo sono stati i quattro ministri del partito di estrema destra Laos - che rappresenta però appena 16 parlamentari - e due viceministri, tra ieri ed oggi, del ben più rappresentativo partito socialista Pasok.

Mentre il governo traballa, in piazza è esplosa la rabbia, con scontri e lanci di molotov davanti al parlamento. Un gruppo di manifestanti ha lanciato le bombe incendiarie contro una decina di poliziotti in assetto antisommossa che proteggevano il Parlamento. I poliziotti hanno risposto con il lancio di lacrimogeni dando vita a vere e proprie scene di guerriglia, immediatamente rimbalzate sul web. Con un bilancio, fortunatamente, contenuto: 10 feriti e sei fermati.

Domani i greci torneranno in piazza per gridare tutta la loro rabbia contro le nuove misure di austerity. Per il secondo giorno di seguito si fermeranno autobus, treni e metropolitane, e scuole e ospedali saranno chiusi. Fermi anche liberi professionisti, medici ospedalieri, tribunali, banche, musei e siti archeologici.

Intanto per la Grecia si avvicina il D-Day. La nuova riunione dell'Eurogruppo è stata fissata per mercoledì prossimo. Con tre condizioni per Atene: l'ulteriore taglio di 325 milioni di euro alla spesa corrente; l'approvazione in Parlamento del pacchetto di riforme; un impegno scritto dei leader dei partiti a rispettare i piani anche dopo le elezioni di aprile.

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