La Ragioneria dello Stato traccia un bilancio dei quattro provvedimenti varati nel 2011 da Berlusconi e Monti. E conferma che ci saranno più imposte che tagli. TUTTI I DATI
(in fondo all'articolo tutti i video sulla manovra economica)
Le quattro manovre realizzate prima dal governo Berlusconi e poi dall'esecutivo Monti hanno un impatto che, dopo il pareggio di bilancio del 2013, sarà di 81,3 miliardi.
A ricostruire l'intricato incastro dei diversi interventi, tracciando un bilancio delle "correzioni" sul deficit pubblico, è la Ragioneria dello Stato in un dossier dedicato a "Le manovre di Finanza Pubblica del 2011".
Lo studio analizza gli effetti dei due decreti legge estivi, varati prima a luglio e poi ad agosto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, la legge di stabilità portata alle Camere ad ottobre, e infine il decreto legge di dicembre presentato da Monti, approvato a tambur battente dal Parlamento.
Dalla lettura di insieme emergono conferme - la maggior parte del peso riguarderà le maggiori tasse che alla fine del triennio saranno pari ai 2/3 del totale per complessivi 145 miliardi - ma anche alcune curiosità di dettaglio. La stretta sulla spesa degli enti locali, che scatterà nel biennio 2013-2014, sarà ben più incisiva di quella che invece dovranno sopportare le amministrazioni centrali.
LE MANOVRE: 75,7 MLD PER PAREGGIO, POI 81,3 MLD - Le manovre del 2011 valgono 75,7 miliardi nel 2013 per centrare il pareggio di bilancio, ma l'impatto complessivo sale poi a 81,3 miliardi nel 2014, quando sono previsti 53,661 miliardi di maggiori entrate e 27,668 miliardi di minori spese. L'impatto degli interventi è infatti crescente. La correzione sul deficit 2011 è di 2,8 miliardi, quella di quest'anno vale 48,9 miliardi, poi si sale per centrare il pareggio.
FORTE CONTRIBUTO 'TASSE', QUASI 150 MLD IN 3 ANNI - Dai dati della Ragioneria emerge che l'impatto delle tasse è predominante. Sommando il maggior gettito tra il 2012 e il 2014 si arriva quasi a 150 miliardi, per l'esattezza a 146 miliardi: 40,2 nel 2012; 52,1 nel 2013; 53,7 nel 2014. Se si guarda ai singoli anni gli incassi previsti saranno il doppio rispetto ai tagli di spesa. A regime,nel 2014, le entrate frutteranno 53,7 miliardi contro i 27,6 miliardi di tagli alle spese. Ma anche in quest'ultimo capitolo a pagare sarà Pantalone. L'importo, infatti, contiene i risparmi delle pensioni, per 13,1 miliardi. La ripartizione del maggior gettito, inoltre, evidenzia che i tributi statali daranno 47,5 miliardi, quelli locali 4,4 miliardi, i contributi previdenziali 1,8 miliardi.
SPESE ENTI LOCALI: STRETTA PIU' CHE A MINISTERI - La stretta sulla spesa degli enti sarà di 10,5 miliardi nel 2013 e di 13,1 miliardi nel 2014, più che doppia rispetto ai 4,8 miliardi dei tagli sulle amministrazioni centrali del 2013 e dei 4,2 miliardi del 2014. Certo che tra i sottosettori delle amministrazioni pubbliche, il contributo prevalente è quello delle amministrazioni centrali: vale 51,7 miliardi nel 2014, ma di questi 47,5 miliardi sono dovuti alle maggiori entrate.
Le quattro manovre realizzate prima dal governo Berlusconi e poi dall'esecutivo Monti hanno un impatto che, dopo il pareggio di bilancio del 2013, sarà di 81,3 miliardi.
A ricostruire l'intricato incastro dei diversi interventi, tracciando un bilancio delle "correzioni" sul deficit pubblico, è la Ragioneria dello Stato in un dossier dedicato a "Le manovre di Finanza Pubblica del 2011".
Lo studio analizza gli effetti dei due decreti legge estivi, varati prima a luglio e poi ad agosto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, la legge di stabilità portata alle Camere ad ottobre, e infine il decreto legge di dicembre presentato da Monti, approvato a tambur battente dal Parlamento.
Dalla lettura di insieme emergono conferme - la maggior parte del peso riguarderà le maggiori tasse che alla fine del triennio saranno pari ai 2/3 del totale per complessivi 145 miliardi - ma anche alcune curiosità di dettaglio. La stretta sulla spesa degli enti locali, che scatterà nel biennio 2013-2014, sarà ben più incisiva di quella che invece dovranno sopportare le amministrazioni centrali.
LE MANOVRE: 75,7 MLD PER PAREGGIO, POI 81,3 MLD - Le manovre del 2011 valgono 75,7 miliardi nel 2013 per centrare il pareggio di bilancio, ma l'impatto complessivo sale poi a 81,3 miliardi nel 2014, quando sono previsti 53,661 miliardi di maggiori entrate e 27,668 miliardi di minori spese. L'impatto degli interventi è infatti crescente. La correzione sul deficit 2011 è di 2,8 miliardi, quella di quest'anno vale 48,9 miliardi, poi si sale per centrare il pareggio.
FORTE CONTRIBUTO 'TASSE', QUASI 150 MLD IN 3 ANNI - Dai dati della Ragioneria emerge che l'impatto delle tasse è predominante. Sommando il maggior gettito tra il 2012 e il 2014 si arriva quasi a 150 miliardi, per l'esattezza a 146 miliardi: 40,2 nel 2012; 52,1 nel 2013; 53,7 nel 2014. Se si guarda ai singoli anni gli incassi previsti saranno il doppio rispetto ai tagli di spesa. A regime,nel 2014, le entrate frutteranno 53,7 miliardi contro i 27,6 miliardi di tagli alle spese. Ma anche in quest'ultimo capitolo a pagare sarà Pantalone. L'importo, infatti, contiene i risparmi delle pensioni, per 13,1 miliardi. La ripartizione del maggior gettito, inoltre, evidenzia che i tributi statali daranno 47,5 miliardi, quelli locali 4,4 miliardi, i contributi previdenziali 1,8 miliardi.
SPESE ENTI LOCALI: STRETTA PIU' CHE A MINISTERI - La stretta sulla spesa degli enti sarà di 10,5 miliardi nel 2013 e di 13,1 miliardi nel 2014, più che doppia rispetto ai 4,8 miliardi dei tagli sulle amministrazioni centrali del 2013 e dei 4,2 miliardi del 2014. Certo che tra i sottosettori delle amministrazioni pubbliche, il contributo prevalente è quello delle amministrazioni centrali: vale 51,7 miliardi nel 2014, ma di questi 47,5 miliardi sono dovuti alle maggiori entrate.