Crisi, l’Ue chiede aiuto al G20

Economia

In una lettera Van Rompuy e Barroso lanciano l'sos: “Abbiamo fatto la nostra parte ma serve uno sforzo collettivo”. Fmi rivede il piano anti contagio

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L'Europa da sola non può farcela a risolvere la crisi dei debiti e viene allo scoperto: in una lettera ai partner del G20, i presidenti di Consiglio e Commissione, Van Rompuy e Barroso, chiedono "l'aiuto di tutti" e si appellano al "senso di comune responsabilità" per ridare alla Ue la spinta necessaria a rimettersi in piedi. Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) intanto annuncia che è in corso un'operazione di revisione degli strumenti di finanziamento a sua disposizione per aiutare di più chi ne avrà bisogno.

L'appello di Barroso e Van Rompuy - Che l'accordo di giovedì 27 ottobre non fosse la soluzione a tutti i problemi in molti lo sospettavano fin da subito, i mercati lo hanno dimostrato venerdì 28 ottobre, e il presidente uscente della Bce Jean Claude Trichet lo conferma: "La crisi non è finita, anzi, ci ha fatto vedere per la prima volta la debolezza dell'Europa", caduta dopo Usa e Giappone nella stessa spirale negativa dell'economia, ha detto Trichet in un'intervista. E anche l'Europa stessa non è per niente sicura che il complicato meccanismo anti-crisi che ha messo in piedi funzioni davvero, con numeri ancora ballerini nonostante fossero pensati per dare sicurezza ai mercati, e i dubbi sulla capacità di attrarre investimenti esterni all'Europa. "Noi abbiamo fatto la nostra parte, ma serve l'aiuto di tutti per assicurare ripresa globale e crescita", scrivono Barroso e Van Rompuy, assicurando che l'Europa, nel frattempo, non siederà sugli allori di un accordo non ancora pronto a decollare. "Applicheremo le misure anti-crisi in fretta e con rigore - promettono i due presidenti - fiduciosi che ciò contribuirà ad una rapida soluzione della crisi".
Ma se ciò non dovesse bastare, come sembra chiaro a tutti, il G20 - leggi Cina e Usa in primis - non può abbandonare i suoi partner europei: "C'è una continua necessità di azione comune da parte di tutti i partner del G20, in spirito di comune responsabilità e identico obiettivo", spiegano in quello che suona come un vero appello. Per capire se la richiesta di aiuto e il richiamo al senso di responsabilità sarà sufficiente, bisognerà aspettare Cannes. Ma nel frattempo, tre giorni dopo le decisioni 'epocali' dei leader europei, cresce la sfiducia. Da parte britannica, non è solo sfiducia ma anche boicottaggio, con Londra che annuncia che non aiuterà in alcun modo il fondo salva-Stati, nemmeno tramite il Fmi. E anche il contributo Usa, tramite il Fondo monetario, è tutto da verificare, considerate le difficoltà di Obama già con la crisi americana.

Fmi rivede trumenti anti contagio - In campo da subito invece il Fmi che, attraverso una nota, informa che una "revisione degli strumenti di finanziamento a sua disposizione", con l'obiettivo di gestire i bisogni degli stati membri e in linea con le riforme in corso per aumentare l'efficiacia e la flessibilità degli strumenti di prevenzione delle crisi e mitigare i rischi di contagio. Gli economisti di Washington spiegano che "l'obiettivo della revisione è rafforzare la capacità del Fondo di mitigare il contagio fornendo liquidità ai paesi che hanno politiche e fondamentali forti e che sono colpiti da stress sui mercati finanziari. Il rafforzamento degli strumenti punta a gestire i bisogni dei paesi membri. Strumenti che non sono mirati a particolari stati". Il piano europeo non convince il magnate americano George Soros, secondo il quale l'accordo "dimostra la mancanza di leadership di un continente", e le dà al massimo tre settimane di vita prima di dimostrare il suo "completo fallimento".

Russia pronta ad aiutare l'Europa - Intanto, risponde all'sos lanciato dall'Europa la Russia, che si dice pronta a fornire aiuto finanziario ai membri dell'eurozona attraverso l'Fmi e a tenere colloqui bilaterali con i singoli Paesi. Lo ha annunciato l'alto consigliere economico del Cremlino, Arkady Dvorkovich, aggiungendo che Mosca potrebbe investire fino a 10 miliardi di dollari.

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