Bankitalia: Italia ha sentito più la crisi, colpa del debito

Economia

E’ quanto si legge nel bollettino di ottobre, in cui si evidenzia comunque un leggero calo del debito ad agosto rispetto a luglio. Poi il monito: sempre più urgente l’adozione di politiche di risanamento dei conti e di rilancio della crescita

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“L'Italia ha risentito in misura particolarmente accentuata dell'evoluzione dell'economia globale e delle turbolenze sui mercati". Lo evidenzia Bankitalia nel Bollettino di ottobre spiegando che "nonostante la sostanziale solidità del sistema bancario, il ridotto livello di indebitamento delle famiglie e l'assenza di significativi squilibri sul mercato immobiliare, il nostro paese è stato investito dalla crisi con particolare intensità per effetto dell'elevato livello del debito pubblico, della forte dipendenza dell'attività economica dall'andamento del commercio internazionale e delle deboli prospettive di crescita nel medio termine". I differenziali di rendimento, si legge, "rispetto al Bund tedesco dei titoli di Stato di molti paesi dell'area, tra i quali l'Italia e la Spagna, dopo una flessione in agosto hanno nuovamente raggiunto livelli molto elevati in settembre".

Per rispondere alle tensioni finanziarie che hanno investito il nostro Paese, Bankitalia sollecita dunque l'adozione di politiche di risanamento dei conti e di rilancio della crescita, sempre più urgenti. "Le tensioni che hanno investito il nostro paese rafforzano l'urgenza di politiche economiche che assicurino il risanamento dei conti pubblici, contribuendo a contenere i tassi di interesse, e che affrontino le debolezze strutturali italiane per sospingere la crescita e facilitare l'aggiustamento della finanza pubblica", si legge nella sintesi del Bollettino.

Ripercorrendo le crescenti tensioni sui mercati del debito sovrano in Europa, Bankitalia ricorda nel Bollettino che "dall'inizio di settembre gli spread italiani sono risaliti risentendo delle incertezze con cui si è giunti all'approvazione della manovra di finanza pubblica". "Dai primi giorni di settembre, tuttavia, il rendimento dei BTP decennali è risalito attorno al 5,5 per cento, risentendo delle incertezze con cui si è giunti all'approvazione della manovra di finanza pubblica e dei dubbi sulle prospettive di crescita dell'economia italiana. Tra la metà di settembre e la prima decade di ottobre le tre principali agenzie di rating (Standard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings) hanno ridotto il merito di credito dell'Italia, con prospettive negative", scrive la Banca d'Italia.

Nel Bollettino si ricorda anche che il governo ha recentemente tagliato le stime sul Pil ma ha mantenuto fermo il target di pareggio di bilancio al 2013, anche se da stime più sfavorevoli sul Pil fatte dal Fmi questo obiettivo verrebbe mancato. Alla fine di settembre, con la nota di aggiornamento al Def 2011, il governo ha rivisto le stime macro, riducendo la previsione sul Pil, mantenendo il pareggio di bilancio al 2013 e un leggero avanzo l'anno dopo, anche con una crescita "pari allo 0,6 per cento nel 2012 e allo 0,9 nel 2013 contro rispettivamente l'1,3 e l'1,5 per cento previsto dal DEF. Sulla base di un quadro macroeconomico ancora più sfavorevole, in cui il PIL aumenta dello 0,3 per cento nel 2012 e dello 0,5 per cento nel 2013, nelle valutazioni del Fondo monetario internazionale l'indebitamento netto si collocherebbe all'1,1 per cento del PIL nel 2013 e l'incidenza del debito inizierebbe a ridursi nello stesso anno".

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