Il governatore della Banca d'Italia lancia l'allarme sul futuro delle nuove generazioni. E aggiunge: "La prima preoccupazione dell'Italia è avviare riforme strutturali che rilancino lo sviluppo e permettano di uscire dalla stagnazione economica"
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Scontro su Bankitalia nel governo
Mario Draghi alla Banca Centrale Europea
La prima preoccupazione dell'Italia è avviare riforme strutturali che rilancino lo sviluppo e permettano di uscire dalla stagnazione economica.
E' quanto sostiene il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi in un discorso dal titolo "Giovani e crescita" preparato per il seminario dell'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà organizzato dal deputato del Pdl Maurizio Lupi
nell'Abbazia di Spineto a Sarteano.
Priorità è uscire dalla stagnazione - "Uscire dalla stagnazione riavviando lo sviluppo con misure strutturali è oggi una priorità assoluta della politica economica nel nostro paese", ha detto il il futuro presidente della Banca centrale europea. "Occorre rimuovere una serie di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all'attività economica, definire un più favorevole contesto istituzionale per l'attività delle imprese, promuovere una maggiore accumulazione di capitale fisico e di capitale umano", ha aggiunto. Nell'ultimo decennio l'economia italiana, la terza della zona euro e quella con il debito più alto debito in rapporto al Pil dopo la Grecia, ha registrato uno dei tassi di espansione più bassi tra i paesi europei. Il governo italiano, il cui grado di solvibilità nell'ultimo mese è stato rivisto al ribasso dalle due agenzie di rating
Standard and Poor's and Moody's, ha abbassato le previsioni di crescita per quest'anno e il prossimo rispettivamente allo 0,6 e allo 0,7%.
Le difficoltà dei giovani gravano sulla crescita - "La bassa crescita dell'Italia negli ultimi anni è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle
giovani generazioni di contribuire allo sviluppo economico e sociale con la loro capacità innovativa, la loro conoscenza, il loro entusiasmo", si legge nel discorso. Draghi osserva che per cogliere più prontamente le opportunità di crescita sui mercati globali è necessario "favorire i processi di riallocazione dei lavoratori tra imprese e settori" e "ridurre il grado di segmentazione del mercato del lavoro". Per il governatore bisogna intervenire per ridurre la divisione tra settori protetti e non protetti, modificando la regolamentazione delle diverse tipologie contrattuali ed estendendo la copertura degli istituti assicurativi.
In questo modo sarà possibile "riequilibrare le opportunità occupazionali e le prospettive di reddito, oggi fortemente sbilanciate a favore delle generazioni più anziane". Un fattore cruciale di competitività è lo stock di capitale umano, che osserva Draghi "oggi è inferiore in quantità e qualità rispetto ai paesi con cui competiamo sui mercati" e per incrementare il quale "è indispensabile proseguire nell'azione di riforma del settore dell'istruzione".
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Priorità è uscire dalla stagnazione - "Uscire dalla stagnazione riavviando lo sviluppo con misure strutturali è oggi una priorità assoluta della politica economica nel nostro paese", ha detto il il futuro presidente della Banca centrale europea. "Occorre rimuovere una serie di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all'attività economica, definire un più favorevole contesto istituzionale per l'attività delle imprese, promuovere una maggiore accumulazione di capitale fisico e di capitale umano", ha aggiunto. Nell'ultimo decennio l'economia italiana, la terza della zona euro e quella con il debito più alto debito in rapporto al Pil dopo la Grecia, ha registrato uno dei tassi di espansione più bassi tra i paesi europei. Il governo italiano, il cui grado di solvibilità nell'ultimo mese è stato rivisto al ribasso dalle due agenzie di rating
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In questo modo sarà possibile "riequilibrare le opportunità occupazionali e le prospettive di reddito, oggi fortemente sbilanciate a favore delle generazioni più anziane". Un fattore cruciale di competitività è lo stock di capitale umano, che osserva Draghi "oggi è inferiore in quantità e qualità rispetto ai paesi con cui competiamo sui mercati" e per incrementare il quale "è indispensabile proseguire nell'azione di riforma del settore dell'istruzione".