Moody’s boccia l’Italia: il rating scende di 3 livelli

Economia

Downgrade da Aa2 ad A2 e le previsioni restano negative. Secondo l'agenzia, nel nostro paese restano "incertezze economiche e politiche". Palazzo Chigi: "Decisione attesa". Bersani: "Il paese è migliore del giudizio, ma c'è un problema di fiducia"

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Dopo Standard & Poor's un nuovo schiaffo per l'Italia. Poco meno di due settimane dopo il taglio del rating sul debito italiano da parte di S&P, è la volta di Moody's (leggi qui la nota dell'agenzia) che declassa da Aa2 ad A2 il "voto" sull'Italia. Con l'aggravante di un outlook, cioè una prospettiva futura, negativo.
Il downgrade, spiega l'agenzia di rating, è dovuto "in parte ai rischi derivanti dalle incertezze economiche e politiche" e "in parte all'aumento dei rischi al ribasso per la crescita economica e all'indebolimento delle prospettive globali", nonché al generale calo della fiducia nelle emissioni di debito dei paesi dell'eurozona.
Intanto, è polemica anche intorno a una dichiarazione del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a proposito della Spagna. "Se stanno meglio di noi forse è a causa del voto anticipato", ha detto, cercando poi di limare il taglio.
Dall'opposizione arriva il commento di Pier Luigi Bersani, secondo cui "l'Italia è meglio del rating che ha ma c'è un evidente problema di fiducia sulle nostre possibilità di agire e di decidere come dimostra l'outlook negativo che deriva da un'impasse politica".

E, se da un lato Palazzo Chigi si è affrettato a commentare la decisione dell'agenzia di rating parlando di "scelta attesa", i quotidiani italiani, economici e non, commentano e criticano le soluzioni adottate dal nostro governo (che sapeva di essere sotto osservazione) per far fronte alla crisi. "Inutile polemizzare, inventarsi complotti, dare la colpa ai media, se anche Moody's, dopo Standard and Poor's, ha declassato il nostro debito", scrive il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, in un editoriale. "Non siamo né credibili, né seri - prosegue - Nessuno più investe in Italia e chi ci presta soldi vuole tassi usurari. La nostra immagine è a pezzi. Chi lavora con l'estero prova una profonda umiliazione, cui si accompagna un sempre crescente moto d'ingiustizia, per come viene trattato il nostro Paese". E in chiusura la stoccata al premier: "Non c'è membro del governo o della maggioranza che non affermi in privato che Berlusconi debba lasciare. Su questo giornale abbiamo suggerito al premier di fare come è accaduto in Spagna: annunciare che non si ricandiderà, chiedere le elezioni e non trascinare con sé l'intero centrodestra. Nessuna risposta".

Duro anche il commento che compare sul Sole 24 Ore. Il direttore Roberto Napoletano scrive: “Il declassamento […] esprime una valutazione molto severa e conferma la delicatezza della situazione. Se abbiamo chiesto prima al ministro dell’Economia e poi al presidente del Consiglio di farsi un esame di coscienza (siamo in grado di prendere le decisioni che servono?) e di trarne le conseguenze […] il motivo è solo questo”.

Anche sulla Stampa, in prima pagina, Paolo Baroni critica le scelte (mancate, ndr) del nostro governo: "L'Italia paga insomma il prezzo delle non scelte, il Tesoro da oggi pagherà più caro il debito. Il che non fa altro che peggiorare ancor di più la situazione".

L'analisi di Repubblica è affidata invece a Massimo Riva, in un articolo dal titolo già di per sé eloquente: "Così naufraga un paese senza guida". "La campagna a martello suonata da Moody's - scrive Riva - dice una verità semplice ormai quasi banale per chi la voglia intendere. La rotta su cui si muove l'attuale governo non è solo sbagliata ma è addirittura dannosa".

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