Jp Morgan: la crisi economica spiegata con i Lego
EconomiaLa situazione dei mercati e i problemi nell'area Euro raccontati attraverso omini e mattoncini: lo schema è stato realizzato da un dipendente della società di servizi finanziari
Come spiegare la crisi economica a un bambino di nove anni? Se l'è chiesto Michael Cembalest, dipendente della Jp Morgan, società di consulenza finanziaria. In un suo lavoro di analisi ha ideato un'infografica che ha come protagonisti gli omini Lego. L'intento è serio: semplificare una materia specialistica per renderla chiara anche a un bambino di nove anni. L'agenzia di stampa Reuters ha ripreso la notizia in uno dei suoi blog e lo schema sta facendo il giro del mondo.
Sembra che la crisi stimoli la creatività. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i tentativi di spiegare la situazione economica a un pubblico più vasto possibile. Video, schemi e grafici di facile comprensione. Ma nessuno aveva ancora pensato di usare gli omini gialli della'azienda danese. Ogni Lego rappresenta un protagonista della crisi e le frecce descrivono lo scaricabarile, ovvero a chi quel soggetto vorrebbe lasciare il peso dei costi per salvarsi dal default.
Ecco una spiegazione (più o meno letterale) dello schema:
1) Il torero e il pilota di F1 rappresentano Spagna, Italia e "gli altri paesi più deboli della zona euro". Queste nazioni vorrebbero che la Bce acquistasse obbligazioni (bond) per non far aumentare lo spread. Chiedono più tempo per approvare e rendere efficaci le proprio contromisure finanziarie interne.
2) I tre omini medievali sono i partiti di maggioranza tedeschi: Cdu, Csu e Fdp. Ritengono che la Germania non debba impegnarsi oltre quanto già promesso per salvare l'economia europea. Chiedono ai paesi più deboli di attuare riforme pensionistiche e nel campo del lavoro ma non vogliono l'istituzione delle obbligazioni europee.
3) Il marinaio neroblu è la Finlandia. Ogni paese europeo ha aderito all'Efsf, un fondo paracadute con cui ci si aiuta a vicenda. I finlandesi chiedono che ogni paese interno al Efsf sia valutato in modo autonomo per quanto riguarda i debiti con gli altri. Anche l'Olanda sembra sia orientata su questa strada di diffidenza.
4) La coppia di Lego in tuta da lavoro rappresentano i Socialdemocratici e i Verdi, partiti di minoranza in Germania ma dati per vincitori in caso di elezioni immediate. Sono disponibili all'aumento del fondo Efsf e ad un eventuale sistema fiscale europeo per salvare la moneta unica.
5) Il dio germanico Wotan è la Bundesbank. La Banca centrale tedesca insiste nel decentramento della crisi e quindi chiede ai paesi deboli di accelerare le riforme in cantiere a livello nazionale necessarie per riavviare l'economia.
6) Il salvadanaio è il Fondo Monetario Internazionale, finora spettatore passivo. I propri piani di austerità in Grecia hanno avuto risultati pessimi ma ora è possibile un cambio di rotta e un impegno più concreto, grazie all'arrivo del nuovo direttore Christine Lagarde.
7) Il bancario coi capelli brizzolati è la Banca Centrale Europea. La Bce sta comprando bond italiani e spagnoli per aumentarne il rating (non senza polemiche, come confermato dalle dimissioni del membro tedesco). In precedenza, questa tattica ha fallito in Irlanda, Portogallo e Grecia. Chiede maggiori sacrifici ai cittadini europei per uscire dalla crisi.
8) Il Lego con la maglia rossa è la Polonia, che prende tempo prima di entrare in Europa per timore di instabilità economica. Intanto vorrebbe un aumento dell'Efsf e chiede alla Bce di continuare l'acquisto di obbligazioni.
9) I pittori rappresentano la Francia. Vuole il sistema fiscale federale e spera che il piano di aiuti della Bce vada a buon fine. Preferirebbe evitare l'aumento del Efsf per non rischiare di vedere abbassato il suo rating AAA.
10) Il gruppo di lavoratori rappresentano i contribuenti dei paesi Ue più virtuosi, quelli su cui maggiore sarebbe il peso fiscale in caso di un sistema federale. Sono considerati la chiave di salvezza, infatti tante frecce puntano su di loro.
11) Gli euro ministri economici e la Commissione Europea sono favorevoli all'acquisto di bond da parte della Bce e del sistema fiscale federale. Vorrebbero opporsi al peso dominante che Germania e Francia stanno prendendo.
12) Il banchiere con il monocolo rappresenta gli obbligazionisti e azionisti europei. Finora sono stati aiutati dalla Bce ma aumentano quelli che vorrebbero un loro contributo per uscire dalla crisi.
Sembra che la crisi stimoli la creatività. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i tentativi di spiegare la situazione economica a un pubblico più vasto possibile. Video, schemi e grafici di facile comprensione. Ma nessuno aveva ancora pensato di usare gli omini gialli della'azienda danese. Ogni Lego rappresenta un protagonista della crisi e le frecce descrivono lo scaricabarile, ovvero a chi quel soggetto vorrebbe lasciare il peso dei costi per salvarsi dal default.
Ecco una spiegazione (più o meno letterale) dello schema:
1) Il torero e il pilota di F1 rappresentano Spagna, Italia e "gli altri paesi più deboli della zona euro". Queste nazioni vorrebbero che la Bce acquistasse obbligazioni (bond) per non far aumentare lo spread. Chiedono più tempo per approvare e rendere efficaci le proprio contromisure finanziarie interne.
2) I tre omini medievali sono i partiti di maggioranza tedeschi: Cdu, Csu e Fdp. Ritengono che la Germania non debba impegnarsi oltre quanto già promesso per salvare l'economia europea. Chiedono ai paesi più deboli di attuare riforme pensionistiche e nel campo del lavoro ma non vogliono l'istituzione delle obbligazioni europee.
3) Il marinaio neroblu è la Finlandia. Ogni paese europeo ha aderito all'Efsf, un fondo paracadute con cui ci si aiuta a vicenda. I finlandesi chiedono che ogni paese interno al Efsf sia valutato in modo autonomo per quanto riguarda i debiti con gli altri. Anche l'Olanda sembra sia orientata su questa strada di diffidenza.
4) La coppia di Lego in tuta da lavoro rappresentano i Socialdemocratici e i Verdi, partiti di minoranza in Germania ma dati per vincitori in caso di elezioni immediate. Sono disponibili all'aumento del fondo Efsf e ad un eventuale sistema fiscale europeo per salvare la moneta unica.
5) Il dio germanico Wotan è la Bundesbank. La Banca centrale tedesca insiste nel decentramento della crisi e quindi chiede ai paesi deboli di accelerare le riforme in cantiere a livello nazionale necessarie per riavviare l'economia.
6) Il salvadanaio è il Fondo Monetario Internazionale, finora spettatore passivo. I propri piani di austerità in Grecia hanno avuto risultati pessimi ma ora è possibile un cambio di rotta e un impegno più concreto, grazie all'arrivo del nuovo direttore Christine Lagarde.
7) Il bancario coi capelli brizzolati è la Banca Centrale Europea. La Bce sta comprando bond italiani e spagnoli per aumentarne il rating (non senza polemiche, come confermato dalle dimissioni del membro tedesco). In precedenza, questa tattica ha fallito in Irlanda, Portogallo e Grecia. Chiede maggiori sacrifici ai cittadini europei per uscire dalla crisi.
8) Il Lego con la maglia rossa è la Polonia, che prende tempo prima di entrare in Europa per timore di instabilità economica. Intanto vorrebbe un aumento dell'Efsf e chiede alla Bce di continuare l'acquisto di obbligazioni.
9) I pittori rappresentano la Francia. Vuole il sistema fiscale federale e spera che il piano di aiuti della Bce vada a buon fine. Preferirebbe evitare l'aumento del Efsf per non rischiare di vedere abbassato il suo rating AAA.
10) Il gruppo di lavoratori rappresentano i contribuenti dei paesi Ue più virtuosi, quelli su cui maggiore sarebbe il peso fiscale in caso di un sistema federale. Sono considerati la chiave di salvezza, infatti tante frecce puntano su di loro.
11) Gli euro ministri economici e la Commissione Europea sono favorevoli all'acquisto di bond da parte della Bce e del sistema fiscale federale. Vorrebbero opporsi al peso dominante che Germania e Francia stanno prendendo.
12) Il banchiere con il monocolo rappresenta gli obbligazionisti e azionisti europei. Finora sono stati aiutati dalla Bce ma aumentano quelli che vorrebbero un loro contributo per uscire dalla crisi.