I mercati del Vecchio Continente bruciano 298 miliardi, trascinati giù dai dati economici americani e i conseguenti timori di un ritorno della recessione. Maglia nera a Piazza Affari, che giovedì ha chiuso a -6,15%
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Le nuvole nere sono arrivate da Oltreoceano. L'Europa ha franato senza tregua, perdendo prima il 4, poi il 5 e quindi il 6%. E' successo a Milano, Stoccolma e Francoforte, che poi si è leggermente ripresa, mentre Londra e Zurigo se la sono cavata un po' meglio, lasciando sul campo comunque più del 4%. Risultato: l'intero continente ha registrato in poche ore il peggior calo dal marzo del 2009, bruciando ben 298,6 miliardi di euro di capitalizzazione.
La ragione di tutto questo si chiama inflazione, salita negli Usa oltre le stime, disoccupazione, con i sussidi americani cresciuti al di là delle attese degli analisti e soprattutto prende il nome da una città, Filadelfia. Proprio l'indice Fed che misura l'attività manifatturiera del distretto Usa è sprofondato in agosto di oltre il 30%. Ma hanno fatto da contorno anche l'indagine della Fed sulle filiali Usa delle banche europee e le previsioni di Goldman Sachs sulle vendite di auto in Europa.
Wall Street chiude in forte ribasso - E il timore di una seconda recessione negli Stati Uniti e in Europa hanno spinto in forte ribasso la chiusura a Wall Street. Il Dow Jones ha perduto il 3,67%, il Nasdaq il 5,2%.
Milano perde 22 miliardi - Piazza Affari, in una delle sedute peggiori dell'anno, brucia circa 22 miliardi e torna così a circa 350 miliardi di capitalizzazione totale. In particolare, con un calo dell'All Share del 5,82%, sono andati in fumo 21 miliardi e 960 milioni di euro. Gli indici, dall'ultima seduta di luglio, hanno perso il 17,73%, mentre dalla fine dell'anno scorso il calo è del 24,78%, circa un quinto del valore totale.
Male Fiat - Tra i titoli peggiori a Milano quelli del comparto industriale e automobilistico. Chiusura shock per Fiat in Piazza Affari. Il titolo del Lingotto ha ceduto l'11,88% a 4,33 euro, tra scambi fiume per oltre 50 milioni di pezzi pari al 4,5% del capitale. Forte tensione anche su Fiat Industrial (-13,31% a 6,09 euro) ed Exor (-9,08% a 15,32 euro) a monte della catena di controllo. Per il Lingotto e' stata una giornata nera dopo i dati sulle vendite in Brasile, mercato in cui il gruppo gioca un ruolo di primo piano, mentre Goldman Sachs ha ribassato le stime sulle vendite di auto nel 2012 in Europa, che potrebbero scendere fino al 7%.
Nessun allarme dallo spread - A differenza delle altre piazze il mercato obbligazionario italiano ha vissuto una giornata relativamente tranquilla, chiudendo in lieve calo una seduta. Il rendimento del Btp decennale è rimasto per tutta la seduta sotto il livello del 5%, dopo un minimo di seduta a 4,887% stamane il livello più basso dal 4,877% del primo luglio scorso. Prima che le banche centrali iniziassero a intervenire, aveva toccato un massimo a 6,4% (il 5 agosto scorso) Lo spread Btp/Bund nel pomeriggio si è allargato fino a 294 pb per poi rientrare verso 288 pb in chiusura, in un movimento interessato soprattutto dal Bund il cui rendimento è sceso al minimo storico del 2,02%.
Dati negativi dagli Usa - Ad aver influenzato negativamente gli indici azionari sono stati i dati dell'indice Fed di Philadelphia e quelli sulle vendite di case negli USA, entrambi sotto le previsioni. Il Fed, che misura le condizioni delle imprese è precipitato ad agosto a -30,7 dal 3,2 di luglio. Le attese convergevano per un miglioramento dell'indice ad agosto a 3,7%. L'indice è precipitato ai minimi da marzo 2009.
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