La chiusura negativa dei mercati asiatici fa prevedere una nuova giornata nera per le Borse europee. I giornali incalzano il governo: "Quando la casa brucia è la variabile tempo a diventare decisiva". RASSEGNA STAMPA
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“Quando la casa brucia è la variabile tempo a diventare decisiva”. È l’inizio dell’analisi che appare sul Sole24Ore dopo l’ennesima giornata nera per le Borse mondiali e soprattutto per Milano, che giovedì 4 agosto ha chiuso a -5,16%.
In realtà però è il concetto ricorrente su tutti i quotidiani italiani, ma non solo, in edicola venerdì. Quasi tutti gli editoriali sono rivolti all’emergenza finanziaria che sta gettando nel panico i mercati di tutto il mondo.
Il Corriere della Sera parla di “obbligo di reazione”, rivolto in particolare al governo italiano: “I mercati ci stanno dicendo che paradossalmente credono di più a quanto sta facendo un governo dimissionario e con un leader in uscita come Zapatero, piuttosto che a quanto viene deciso a Palazzo Chigi”. “Le cose da fare sono note – scrive il quotidiano di via Solferino – […] E’ necessario però che tutto questa avvenga rapidamente. E quindi con un segnale della politica e del governo. Si riapra il Parlamento, si riconvochi il Consiglio dei ministri: si dia, prima di tutto al Paese, il forte messaggio che l’Italia reagirà come ha già saputo fare in passato”.
Per il direttore di Repubblica Ezio Mauro bisogna intervenire “prima che sia tardi”. “L’unica cosa che conta adesso è salvare il Paese”, scrive rivolgendosi soprattutto al governo e al premier Berlusconi che “deve prendere atto, col suo partito, che non ha più il consenso, che non riesce a governare e soprattutto che danneggia il Paese”.
Molto critico anche il commento dell'economista della New York University Nouriel Roublini, che in un'intervista a Repubblica avverte: "In Italia la situazione sta rapidamente diventando drammatica. C'è il 70% di possibilità che dobbiate ricorrere agli aiuti internazionali per la perdita di accesso ai mercati, che per un Paese indebitato è disastrosa". "Non è vero che l'Italia è troppo grande per fallire, può fallire benissimo. Il problema è che probabilmente è troppo grande per essere salvata", dice Roubini. "Le risorse per aiutarla dovranno venire necessariamente dall'European Financial Stability Facility, la cui dotazione andrebbe però raddoppiata, se non triplicata, con una massiccia nuova emissione di bond, da parte della stessa Efsf, che non è detto tra l'altro che stavolta abbiano la tripla A".
Intanto la chiusura in rosso dei mercati asiatici fa prevedere una nuova giornata nera per le borse europee. La Borsa di Tokyo chiude la seduta con un tonfo del 3,72%, in linea con le perdite di Wall Street e dei listini europei, sui timori per la tenuta dell'economia globale e delle turbolenze finanziarie: l'indice Nikkei crolla a a quota 9.299,88, mandando in fumo 359,30 punti.
Di fronte alle crescenti preoccupazioni per la crisi del debito sovrano nella zona euro, i mercati di tutto il mondo hanno registrato in queste ore le peggiori perdite dalla crisi finanziaria del 2008. La fiducia si è ulteriormente indebolita dopo i pessimi dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti e le parole del presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, il quale ha ammesso che il contagio della crisi del debito ha ormai superato la periferia della zona euro.
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