"Liberalizziamo gli ordini", e il governo rischia di cadere

Economia
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Nella manovra era stato inserito un articolo che prevedeva l'abolizione degli esami di Stato. La protesta trasversale dei deputati-avvocati e delle categorie. La Russa: "Non mi sembra norma da inserire in un decreto". E l'articolo viene eliminato...

(in fondo all'articolo tutti i video sulla manovra economica)

Un duro coro di no e di proteste ad oltranza, talmente fermo da far rischiare la caduta dell'esecutivo.
Gli attacchi speculativi ai titoli di Stato non hanno intimorito avvocati e notai del Pdl che, di fronte ad un emendamento del governo che avrebbe liberalizzato le loro professioni, hanno minacciato di non votare la manovra economica (ecco cosa prevede il testo), su cui tutto il resto del parlamento si era impegnato a vararla entro sabato 16 luglio.
Tempesta poi rientrata, con il rinvio e il generico impegno di riformare i soli ordini che non prevedono esami di Stato (e dunque né avvocati, né notai, né giornalisti: categorie tra le più presenti in Aula).

La "famigerata" norma contenuta nell'art.39-bis, intitolata appunto "Liberalizzazioni delle attività professionali e dell'impresa" e che prevedeva l'abolizione degli esami di Stato e degli Ordini professionali, pare aver trovato un accordo trasversale: tutti contro, dal Pdl a Futuro e libertà.
"Alla Camera - racconta Monica Guerzoni sul Corriere della sera - sono partite due raccolte di firme i campioni del liberalismo economico hanno fatto a gara per apporvi il loro nome".
Le critiche arrivano anche da tutte le categorie fuori dal parlamento. I commercialisti parlano di "metodo sconcertante", i periti parlano di "un attacco diretto ai professionisti".
Nella serata del 13 luglio arriva il commento del ministro La Russa: "Non mi sembra materia da inserire in un decreto", dice. E' il preludio all'intesa nella maggioranza, che sostanzialmente rinvia la materia a una discussione "condivisa".

Ma più di un osservatore, ad accordo raggiunto, ha qualche dubbio: "Dopo un'intera giornata passata in trincea, a difendere il proprio territorio - per molte ragioni, sia chiaro, nell'interesse degli stessi cittadini/utenti - siano ora gli Ordini e le categorie a passare al contrattacco e a proporre concrete iniziative di autoriforma", scrive Marco Bellinazzo sul Sole 24 ore. E aggiunge: "L'immobilismo non giova a nessuno".

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