L’App che misura la felicità

Economia
Mappiness, l'applicazione per iPhone che misura la felicità.
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Si chiama Mappiness e raccoglie via iPhone i dati per una ricerca sulle emozioni. Risultati scontati ma significativi per l'enorme numero di informazioni raccolte ed elaborate in poco tempo

di Gabriele De Palma

Più felici all'aperto, quando non lavorano, in compagnia di amici e parenti e ovviamente quando c'è il sole. Lo sono gli inglesi secondo i risultati di una ricerca condotta attraverso l'iPhone. L'ideatore del progetto Mappiness e della omonima App che raccoglie i dati sulla felicità degli utenti del Regno Unito è George MacKerron, ricercatore della London School of Economics e abile programmatore informatico. L'applicazione – votata tra le prime dieci dell'anno scorso dall'Independent – è gratuita, e impegna i partecipanti a fare una breve relazione sul proprio stato d'animo da una a cinque volte al giorno, in base alle preferenze dell'utente. I risultati (32mila partecipanti dal lancio del progetto lo scorso agosto) vengono interpretati in base ad un criterio preciso: l'impatto dell'ambiente circostante sull'umore.

Quanto sei felice? Rilassato? Attento? Queste le prime domande cui deve rispondere il volontario, e poi indicazioni sul luogo in cui ci si trova e la compagnia. Il tutto richiede non più di trenta secondi, periodo nel quale l'App rileva la posizione dell'utente via Gps e il microfono registra l'inquinamento acustico. Si può anche inviare una foto dei dintorni, che servirà per le future evoluzioni del progetto. I dati vengono trasmessi in tutta sicurezza con sistemi di protezione utilizzati anche dalle banche online, le norme di utilizzo degli stessi sono strettamente vincolate a finalità accademiche e soprattutto si resta nel totale anonimato visto che non vengono richiesti numeri di telefono o dati identificativi. I risultati emersi finora non sono sorprendenti: quando piove, ad esempio, si è più tristi e lo si è ancora di più se si è all'aperto, e in generale si è più allegri lontano dalla città, possibilmente in una foresta di conifere. Meno scontato il fatto che il giorno che gli inglesi patiscono di più è il martedì, altro che blue monday.

Per MacKerron però non è importante – come dichiarato in un'intervista al Guardian – che non ci siano grosse sorprese, conta di più l'evidenza numerica data dal sistema di rilevazione alle tesi più scontate e il successo del progetto tra gli utenti britannici. E ancor di più conteranno i possibili sviluppi di un metodo, quello delle applicazioni su smartphone, che sembra poter contribuire notevolmente alla ricerca accademica, visto che raccoglie molti più dati dei metodi tradizionali (mille volte tanto). Per gli utenti italiani è possibile scaricare l'applicazione online, i dati inviati verranno semplicemente restituiti al mittente elaborati e trasformati in grafici ma non faranno parte della ricerca accademica in corso.

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