Marchionne: "Tante alternative a Mirafiori". Scontro Pd-Fiom
EconomiaL'ad Fiat dal Salone dell'Auto di Detroit: "Siamo al 25% di Chrysler". E sul referendum tra gli operai: con il 51% dei sì l'investimento si farà. Landini incontra il leader del Partito democratico: "Prenda posizione". Bersani: "Rispettare esito voto"
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Se a Mirafiori vincesse il no per la Fiat "ci sarebbero moltissime alternative" allo stabilimento torinese. A dirlo l'ad del Lingotto Sergio Marchionne dal salone dell'Auto di Detroit in riferimento al referendum dei lavoratori che si terrà il 13 e il 14 gennaio.
"Il Canada in alternativa a Mirafiori" - "Venerdì scorso - ha detto Marchionne - ero in Canada a Brampton per lanciare il charger della Chrysler. Ci hanno invitato a investire e aumentare la capacità produttiva. C'è un grande senso di riconoscimento per gli investimenti che abbiamo fatto là. Stanno aspettando di mettere il terzo turno, trovo geniale che la gente voglia lavorare, fare anche il terzo turno. Lavorare sei giorni alla settimana è una disponibilità incredibile, in Europa questo è un problema, Brampton è una possibilità, ma ce ne sono moltissime altre dappertutto come Sterling Heights".
Marchionne ha ribadito che "con il 51% dei sì al referendum l'investimento si farà", e il presidente della Fiat, John Elkann, si è detto "fiducioso che prevalga il buon senso".
"Non voglio entrare in polemica con Landini perché non risolviamo niente - ha detto inoltre riferendosi al segretario della Fiom - ma è impossibile discutere con qualcuno che considera qualsiasi cosa che facciamo illegittima".
Da Detroit il numero uno del Lingotto ha anche fatto sapere che Fiat è salita al 25% di Chrysler, mentre John Elkann ha precisato che non si profila per il gruppo alcuna ipotesi di vendita: "Abbiamo investito troppo - ha detto - e non vendiamo anche se ci offrono un sacco di soldi".
Poi, Marchionne ha annunciato: "Resterò amministratore delegato di Fiat e Chrysler anche dopo il 2011", mentre nel 2009 aveva annunciato che avrebbe lasciato dopo 24 mesi. Marchionne ha ancora deciso però se restare "in carica per tutta la durata del piano quinquennale e cioè fino al 2014".
Fiom: "Bersani ci ascolti" - Intanto la Fiom Cgil ha detto di aspettarsi che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani "ascolti" le ragioni del sindacato sul no all'accordo per lo stabilimento di Mirafiori e "prenda una posizione" sulla vertenza e sul referendum. Il segretario della Fiom Maurizio Landini ha poi incontrato Pier Luigi Bersani, in una delle riunioni chieste dalla Fiom alle forze politiche dopo l'accordo siglato dalla Fiat con Fim, Uilm, Fismic e Ugl lo scorso 23 dicembre. "Ci aspettiamo che Bersani ci ascolti - ha detto Landini - rifletta sul nostro punto di vista e ci capisca. Ci auguriamo che ci ascolti, che prenda una posizione e decida cosa fare".
La vertenza sullo stabilimento Fiat di Mirafiori "è ancora aperta", ha detto ancora Landini, e la partita "può essere vinta e risolta positivamente". Landini ha ribadito "il pieno sostegno della Cgil" sulla vertenza a partire dall'impegno nella riuscita dello sciopero del 28 gennaio. Landini ha annunciato a sostegno della vertenza contro l'accordo sullo stabilimento di Mirafiori firmato dagli altri sindacati una sottoscrizione straordinaria e una raccolta di firme. Landini ha anche ribadito che la Fiom non firmerà comunque l'accordo indipendentemente dal risultato del referendum del 13-14 gennaio.
Pd: "Rispettare esito referendum" - "Si deve rispettare l'esito del referendum" la posizione poi riferita dal segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, al termine degli incontri sulla questione Fiat che ha avuto con i segretari generali di Fiom, Fim e Uilm. "In questi incontri abbiamo ribadito la posizione netta e chiara del Pd: si deve rispettare l'esito del referendum di giovedì e venerdì e si deve mettere mano urgentemente a regole di rappresentanza che garantiscano sia l'esigibilità degli accordi che i diritti individuali e i diritti sindacali di chi dissente". "Siamo assolutamente interessati a che gli investimenti nel settore auto si realizzino - ha proseguito - e chiediamo che il governo esca finalmente dalla sua latitanza che è emersa in tutti i nostri incontri e si attivi finalmente per prospettare una politica industriale e ottenere chiarezza sull'insieme del programma che la Fiat ha annunciato e sugli sviluppi degli investimenti strategici della ricerca". E ha concluso: "Infine il Pd nel suo programma prospetterà riforme strutturali per evitare che il peso della nuova competizione e degli effetti della globalizzazione si scarichino solo su una parte della società ed in particolare sui lavoratori".
Sacconi: "Guai se vince il no" - Sulla questione referendum è intervenuto anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "Guai se il referendum dovesse essere bocciato ha detto, partecipando alla registrazione della trasmissione Tv Porta a Porta. L'intesa, ha aggiunto, "porterà più salario, e condizioni di lavoro che possono essere migliorate con il miglioramento dei sistemi di produzione e delle caratteristiche con cui si svolge il lavoro".
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"Il Canada in alternativa a Mirafiori" - "Venerdì scorso - ha detto Marchionne - ero in Canada a Brampton per lanciare il charger della Chrysler. Ci hanno invitato a investire e aumentare la capacità produttiva. C'è un grande senso di riconoscimento per gli investimenti che abbiamo fatto là. Stanno aspettando di mettere il terzo turno, trovo geniale che la gente voglia lavorare, fare anche il terzo turno. Lavorare sei giorni alla settimana è una disponibilità incredibile, in Europa questo è un problema, Brampton è una possibilità, ma ce ne sono moltissime altre dappertutto come Sterling Heights".
Marchionne ha ribadito che "con il 51% dei sì al referendum l'investimento si farà", e il presidente della Fiat, John Elkann, si è detto "fiducioso che prevalga il buon senso".
"Non voglio entrare in polemica con Landini perché non risolviamo niente - ha detto inoltre riferendosi al segretario della Fiom - ma è impossibile discutere con qualcuno che considera qualsiasi cosa che facciamo illegittima".
Da Detroit il numero uno del Lingotto ha anche fatto sapere che Fiat è salita al 25% di Chrysler, mentre John Elkann ha precisato che non si profila per il gruppo alcuna ipotesi di vendita: "Abbiamo investito troppo - ha detto - e non vendiamo anche se ci offrono un sacco di soldi".
Poi, Marchionne ha annunciato: "Resterò amministratore delegato di Fiat e Chrysler anche dopo il 2011", mentre nel 2009 aveva annunciato che avrebbe lasciato dopo 24 mesi. Marchionne ha ancora deciso però se restare "in carica per tutta la durata del piano quinquennale e cioè fino al 2014".
Fiom: "Bersani ci ascolti" - Intanto la Fiom Cgil ha detto di aspettarsi che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani "ascolti" le ragioni del sindacato sul no all'accordo per lo stabilimento di Mirafiori e "prenda una posizione" sulla vertenza e sul referendum. Il segretario della Fiom Maurizio Landini ha poi incontrato Pier Luigi Bersani, in una delle riunioni chieste dalla Fiom alle forze politiche dopo l'accordo siglato dalla Fiat con Fim, Uilm, Fismic e Ugl lo scorso 23 dicembre. "Ci aspettiamo che Bersani ci ascolti - ha detto Landini - rifletta sul nostro punto di vista e ci capisca. Ci auguriamo che ci ascolti, che prenda una posizione e decida cosa fare".
La vertenza sullo stabilimento Fiat di Mirafiori "è ancora aperta", ha detto ancora Landini, e la partita "può essere vinta e risolta positivamente". Landini ha ribadito "il pieno sostegno della Cgil" sulla vertenza a partire dall'impegno nella riuscita dello sciopero del 28 gennaio. Landini ha annunciato a sostegno della vertenza contro l'accordo sullo stabilimento di Mirafiori firmato dagli altri sindacati una sottoscrizione straordinaria e una raccolta di firme. Landini ha anche ribadito che la Fiom non firmerà comunque l'accordo indipendentemente dal risultato del referendum del 13-14 gennaio.
Pd: "Rispettare esito referendum" - "Si deve rispettare l'esito del referendum" la posizione poi riferita dal segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, al termine degli incontri sulla questione Fiat che ha avuto con i segretari generali di Fiom, Fim e Uilm. "In questi incontri abbiamo ribadito la posizione netta e chiara del Pd: si deve rispettare l'esito del referendum di giovedì e venerdì e si deve mettere mano urgentemente a regole di rappresentanza che garantiscano sia l'esigibilità degli accordi che i diritti individuali e i diritti sindacali di chi dissente". "Siamo assolutamente interessati a che gli investimenti nel settore auto si realizzino - ha proseguito - e chiediamo che il governo esca finalmente dalla sua latitanza che è emersa in tutti i nostri incontri e si attivi finalmente per prospettare una politica industriale e ottenere chiarezza sull'insieme del programma che la Fiat ha annunciato e sugli sviluppi degli investimenti strategici della ricerca". E ha concluso: "Infine il Pd nel suo programma prospetterà riforme strutturali per evitare che il peso della nuova competizione e degli effetti della globalizzazione si scarichino solo su una parte della società ed in particolare sui lavoratori".
Sacconi: "Guai se vince il no" - Sulla questione referendum è intervenuto anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "Guai se il referendum dovesse essere bocciato ha detto, partecipando alla registrazione della trasmissione Tv Porta a Porta. L'intesa, ha aggiunto, "porterà più salario, e condizioni di lavoro che possono essere migliorate con il miglioramento dei sistemi di produzione e delle caratteristiche con cui si svolge il lavoro".
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