Così la leader degli industriali, in una lettera pubblicata su il Messaggero, risponde all’appello per una riscossa del Paese lanciato da Bersani. “Nelle parole del segretario del Pd c’è del buono ma c’è anche ciò che non sta a Confindustria giudicare”
LA RASSEGNA STAMPA
"L'agenda per la crescita c'è già ed è frutto di una straordinaria convergenza, tra rappresentanze e interessi diversi ma uniti". Così, in un intervento pubblicato sul Messaggero domenica 9 gennaio, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia risponde all'appello per una "riscossa" del Paese e un cambio di agenda mirato alla crescita lanciato sullo stesso quotidiano da Pier Luigi Bersani.
La leader degli industriali sottolinea che nelle parole del segretario del Pd "c'è del buono", ma allo stesso tempo "c'è anche ciò che non sta a Confindustria giudicare", in primis i giudizi "più schiettamente politici" sull'attuale esecutivo. "Senza scelte energiche - aggiunge Marcegaglia - l'Italia sarebbe uscita dalla crisi con un tasso di crescita molto più basso di altri Paesi avanzati e concorrenti. Ed è purtroppo quanto sta avvenendo". Ecco perché Confindustria, ricorda, si è rivolta al governo "per un cambio di passo" e alle opposizioni con un invito ad evitare il "muro contro muro". Preso atto "che le dinamiche della politica andavano in tutt'altra direzione", prosegue, gli industriali si sono tirati su le maniche.
"Confindustria - sottolinea Marcegaglia - insieme a tutte le altre associazioni d'impresa, all'intero mondo del credito e a tutte le confederazioni sindacali nessuna esclusa, per la prima volta nell' intera storia del Paese in poche settimane fra ottobre e dicembre hanno già concordato l'agenda nazionale per riprendere a crescere", quindi "stupisce" che la politica "si comporti come se non fosse avvenuto". Eccole, secondo Marcegaglia, le priorità per riprendere a crescere: "Meno tasse su impresa e lavoro, lotta per la legalità e per riaccorpare le molte decine di miliardi di risorse su pochi progetti davvero prioritari per il Sud, forte discontinuità e accelerazione nelle grandi infrastrutture e piccole opere nei Comuni, cambio di marcia nell'efficienza e semplificazione della pubblica amministrazione., forte investimento sulla ricerca come sulle infrastrutture digitali".
"L'agenda per la crescita c'è già ed è frutto di una straordinaria convergenza, tra rappresentanze e interessi diversi ma uniti". Così, in un intervento pubblicato sul Messaggero domenica 9 gennaio, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia risponde all'appello per una "riscossa" del Paese e un cambio di agenda mirato alla crescita lanciato sullo stesso quotidiano da Pier Luigi Bersani.
La leader degli industriali sottolinea che nelle parole del segretario del Pd "c'è del buono", ma allo stesso tempo "c'è anche ciò che non sta a Confindustria giudicare", in primis i giudizi "più schiettamente politici" sull'attuale esecutivo. "Senza scelte energiche - aggiunge Marcegaglia - l'Italia sarebbe uscita dalla crisi con un tasso di crescita molto più basso di altri Paesi avanzati e concorrenti. Ed è purtroppo quanto sta avvenendo". Ecco perché Confindustria, ricorda, si è rivolta al governo "per un cambio di passo" e alle opposizioni con un invito ad evitare il "muro contro muro". Preso atto "che le dinamiche della politica andavano in tutt'altra direzione", prosegue, gli industriali si sono tirati su le maniche.
"Confindustria - sottolinea Marcegaglia - insieme a tutte le altre associazioni d'impresa, all'intero mondo del credito e a tutte le confederazioni sindacali nessuna esclusa, per la prima volta nell' intera storia del Paese in poche settimane fra ottobre e dicembre hanno già concordato l'agenda nazionale per riprendere a crescere", quindi "stupisce" che la politica "si comporti come se non fosse avvenuto". Eccole, secondo Marcegaglia, le priorità per riprendere a crescere: "Meno tasse su impresa e lavoro, lotta per la legalità e per riaccorpare le molte decine di miliardi di risorse su pochi progetti davvero prioritari per il Sud, forte discontinuità e accelerazione nelle grandi infrastrutture e piccole opere nei Comuni, cambio di marcia nell'efficienza e semplificazione della pubblica amministrazione., forte investimento sulla ricerca come sulle infrastrutture digitali".