Tutte le app sono uguali di fronte alla Ue

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L'iPhone della Apple
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L'Unione Europea ha finanziato con 14 milioni di euro un progetto per creare un ambiente universale e interoperabile per lo sviluppo delle applicazioni degli smartphone. Un modo per rompere i giardini murati di Apple e degli altri produttori

di Gabriele De Palma

L'Unione Europea ha stanziato 14 milioni di euro per la realizzazione di un programma che permetta a tutte le applicazioni di funzionare su qualsiasi dispositivo, colmando le differenze tra le tante piattaforme di sviluppo proprietarie che stanno dividendo il mercato. Il finanziamento è stato assegnato a un team di lavoro capeggiato dal Fraunhofer Institute – dai cui laboratori di ricerca e sviluppo è uscito più di quindici anni fa il formato di compressione audio mp3 che ha sconvolto il mercato dell'industria musicale – a cui partecipano ventidue partner provenienti da diversi settori industriali: tra questi colossi telefonici come Telefonica, Telecom Italia e Deutsche Telekom, vendor di telefonia mobile come Samsung e Sony Ericsson e anche una multinazionale dell'auto, Bmw. Oltre a Telecom ci sono altri due partner che parlano italiano, sono il Politecnico di Torino e l'Università di Catania.

Il nome in codice del progetto è Webinos, i lavori sono appena iniziati e i primi risultati si attendono tra diciotto mesi. L'idea che ha convinto l'Ue a sborsare il finanziamento è quella di semplificare un mercato, quello delle Apps, che vive un momento di grande crescita ma anche di estrema frammentazione. Apple, Google, Nokia, Blackberry - solo per citare i principali attori coinvolti - promuovono diverse piattaforme per lo sviluppo dei programmini per smartphone: i formati di sviluppo sono incompatibili tra loro col risultato che i programmatori si trovano a dover scegliere quale prediligere. In ogni caso – si stima che in media un programmatore si limiti a due o tre diversi formati come spiega alla Bbc il capo-progetto – il lavoro di sviluppo è rallentato dai costi di traduzione.

Se questo è vero per le applicazioni destinate ai dispositivi mobili, il panorama peggiora se si aggiungono anche gli altri gadget che consentono la connessione a Internet, i nuovi televisori e anche i futuri navigatori satellitari per automobili (da qui la presenza di Bmw nel consorzio). Poter sviluppare una sola applicazione per tutte le destinazioni possibili sarebbe un enorme risparmio di tempo e denaro per chi produce contenuti e servizi. In soldoni il funzionamento di Webinos sembra destinato a basarsi sui browser, i programmi di navigazione del web, che adatterebbero – grazie all'estensione universale – i contenuti al formato del dispositivo cui sono destinate. La piattaforma per la creazione dell'estensione che promette di semplificare la vita a utenti e programmatori sarà rigorosamente, e comprensibilmente, Open Source.

Se a guadagnare saranno gli sviluppatori e gli utenti (che potranno scegliere le apps senza limitazioni di sorta) a rimetterci sarà, almeno inizialmente, chi controlla i mercati proprietari delle apps. Le resistenze agli sforzi che verranno profusi in Webinos non tarderanno a farsi sentire ma – se i ricercatori europei riusciranno nel proprio intento – i vantaggi a lungo termine sarebbero anche per chi divide attualmente il web in nicchie connotate da un marchio aziendale.

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