La '"Acqua Geraci" attende dal 1992 il permesso per un ampliamento della concessione mineraria, che determinerebbe l'assunzione di 20 dipendenti. Intanto in 50 hanno già inviato il loro curriculum
Leggi anche:
"Un fallimento? In Italia può durare anche mezzo secolo"
Diciotto anni per avere un'autorizzazione che permetta l'assunzione di nuovi dipendenti. E' l'accusa dell'impresa siciliana "Acqua Geraci", l'azienda di imbottigliamento della provincia di Palermo, che denuncia come la rete della burocrazia siciliana freni lo sviluppo del territorio e l'occupazione nell'isola.
L'ultimo puntata della "telenovela" per l'autorizzazione che conceda l'ampliamento della concessione mineraria avanzata dall'azienda nel lontano 1992, arriva dall'assessorato regionale all'Energia che, dicono dall’impresa, nonostante l'ok dell'assessorato al Territorio alla richiesta di ampliamento, aspetta ancora il nulla osta dell'Ente Parco delle Madonie.
Una frenata che impedirebbe lo sviluppo dell'azienda e la creazione di 20 nuovi posti di lavoro che l'Acqua Geraci, con l'ampliamento, andrebbe a creare fin da subito. "Ancora una volta siamo di fronte ad un rinvio. Un continuo prendere tempo - afferma l'amministratore unico della Terme Giuseppe Spallina - che ci induce a pensare che questo decreto l'ex assessorato all'Industria non lo vuole rilasciare. E non capiamo il perché considerato che l'assessorato al Territorio si è espresso positivamente e che in area di parco sono stati già realizzati un mastodontico gasdotto e un lago artificiale".
Il nodo sembrava fosse stato sciolto dopo il nulla osta di compatibilità ambientale rilasciato dall'assessorato al Territorio ed Ambiente, condiviso dall'Ente Parco Madonie e atteso dall'autorità mineraria che in funzione di ciò doveva concedere altre sorgenti agli stabilimenti dell'azienda. Invece è sorto un nuovo cavillo.
Intanto sono già cinquanta i giovani che hanno inviato il proprio curriculum sperando in un posto di lavoro.
"Un fallimento? In Italia può durare anche mezzo secolo"
Diciotto anni per avere un'autorizzazione che permetta l'assunzione di nuovi dipendenti. E' l'accusa dell'impresa siciliana "Acqua Geraci", l'azienda di imbottigliamento della provincia di Palermo, che denuncia come la rete della burocrazia siciliana freni lo sviluppo del territorio e l'occupazione nell'isola.
L'ultimo puntata della "telenovela" per l'autorizzazione che conceda l'ampliamento della concessione mineraria avanzata dall'azienda nel lontano 1992, arriva dall'assessorato regionale all'Energia che, dicono dall’impresa, nonostante l'ok dell'assessorato al Territorio alla richiesta di ampliamento, aspetta ancora il nulla osta dell'Ente Parco delle Madonie.
Una frenata che impedirebbe lo sviluppo dell'azienda e la creazione di 20 nuovi posti di lavoro che l'Acqua Geraci, con l'ampliamento, andrebbe a creare fin da subito. "Ancora una volta siamo di fronte ad un rinvio. Un continuo prendere tempo - afferma l'amministratore unico della Terme Giuseppe Spallina - che ci induce a pensare che questo decreto l'ex assessorato all'Industria non lo vuole rilasciare. E non capiamo il perché considerato che l'assessorato al Territorio si è espresso positivamente e che in area di parco sono stati già realizzati un mastodontico gasdotto e un lago artificiale".
Il nodo sembrava fosse stato sciolto dopo il nulla osta di compatibilità ambientale rilasciato dall'assessorato al Territorio ed Ambiente, condiviso dall'Ente Parco Madonie e atteso dall'autorità mineraria che in funzione di ciò doveva concedere altre sorgenti agli stabilimenti dell'azienda. Invece è sorto un nuovo cavillo.
Intanto sono già cinquanta i giovani che hanno inviato il proprio curriculum sperando in un posto di lavoro.