Corte dei Conti: debiti alle stelle per gli enti locali
EconomiaPeggiora la situazione economica di comuni e province. La magistratura contabile auspica una accelerazione del processo di federalismo fiscale dal quale "potrebbe derivare una maggiore responsabilità di entrata e di spesa"
Peggiorano i conti degli enti locali. Nel 2008-2009 "il debito finanziario dei Comuni supera i 62 miliardi di euro e cresce limitatamente rispetto al precedente esercizio. Più spinta è la crescita del debito delle Province che raggiunge quasi 11,5 miliardi".
E' quanto rileva la Corte dei Conti nella Relazione della Sezione delle autonomie sulla gestione finanziaria degli enti locali. Al contempo, la Corte auspica un'accelerazione del processo di federalismo fiscale, "dal quale - si osserva - potrebbe derivare una maggiore responsabilità di entrata e di spesa".
I risultati ottenuti nel controllo della spesa corrente da parte di Comuni e Province si rivelano infatti insufficienti. Gli enti sono stati coinvolti nella politica di rigore volta al risanamento dei conti pubblici: "Per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti, la principale linea direttrice - nota la Corte - era costituita dal rispetto del 'patto di stabilità interno' che agli enti locali assegnava principalmente il compito di controllare la crescita della spesa corrente e di quella in conto capitale".
L'obiettivo del patto di stabilità è stato, proseguono i giudici contabili, "sostanzialmente conseguito nel complesso del comparto delle autonomie locali, anche se ne ha risentito maggiormente la spesa d'investimento".
La situazione nel suo complesso è peggiore del 2008 e molti Comuni delle classi di popolazione meno numerose "risultano inadempienti". Stando alla Relazione della Corte, per gli enti locali, "pur rilevandosi taluni andamenti non conformi al quadro programmatico, si evidenzia una difficile situazione complessiva, con maggiori difficoltà rispetto all'esercizio precedente anche a fronte - conclude - di un apporto ridotto delle entrate correnti proprie che continuano a decrescere. Resta sempre arduo lo stretto controllo della spesa corrente, ma l'assenza dei rinnovi dei contratti del personale contribuisce al contenimento".
E' quanto rileva la Corte dei Conti nella Relazione della Sezione delle autonomie sulla gestione finanziaria degli enti locali. Al contempo, la Corte auspica un'accelerazione del processo di federalismo fiscale, "dal quale - si osserva - potrebbe derivare una maggiore responsabilità di entrata e di spesa".
I risultati ottenuti nel controllo della spesa corrente da parte di Comuni e Province si rivelano infatti insufficienti. Gli enti sono stati coinvolti nella politica di rigore volta al risanamento dei conti pubblici: "Per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti, la principale linea direttrice - nota la Corte - era costituita dal rispetto del 'patto di stabilità interno' che agli enti locali assegnava principalmente il compito di controllare la crescita della spesa corrente e di quella in conto capitale".
L'obiettivo del patto di stabilità è stato, proseguono i giudici contabili, "sostanzialmente conseguito nel complesso del comparto delle autonomie locali, anche se ne ha risentito maggiormente la spesa d'investimento".
La situazione nel suo complesso è peggiore del 2008 e molti Comuni delle classi di popolazione meno numerose "risultano inadempienti". Stando alla Relazione della Corte, per gli enti locali, "pur rilevandosi taluni andamenti non conformi al quadro programmatico, si evidenzia una difficile situazione complessiva, con maggiori difficoltà rispetto all'esercizio precedente anche a fronte - conclude - di un apporto ridotto delle entrate correnti proprie che continuano a decrescere. Resta sempre arduo lo stretto controllo della spesa corrente, ma l'assenza dei rinnovi dei contratti del personale contribuisce al contenimento".