Secondo il centro studi dell'associazione degli industriali nel prossimo biennio il pil crescerà fino al 1,6%, ma l'occupazione rischia di calare ancora. Disoccupazione record secondo l'Istat: mai così alta dal 2005
L'economia italiana è fuori dalla recessione e il Pil crescerà dell'1,2% quest'anno e dell'1,6% nel 2011 nonostante gli effetti negativi della manovra che peserà di 0,4 punti sia nel 2011 che nel 2012. Ma tra il primo trimestre del 2008 e il quarto trimestre del 2009 si sono persi in Italia 528mila posti di lavoro. E tra quest'anno ed il prossimo l'onda lunga della crisi economica potrebbe portare ad una ulteriore riduzione di 246mila posti di lavoro. Lo stimano gli economisti di Confindustria ipotizzando la domanda di lavoro attesa ed il possibile processo di riassorbimento dalla cassa integrazione (solo al 50% per la cig straordinaria, quasi completo per l'ordinaria). Cos' "il numero di persone occupate calerà di 144mila unità dal quarto trimestre 2009 al quarto del 2010, e di altre 102mila nel corso del 2011". Nonostante una forza lavoro prevista in crescita nel 2011 (+0,2%), il tasso di disoccupazione è atteso in aumento all'8,7% a fine 2010 ed al 9,4% a fine 2011. Questo è lo stato dell'arte dell'economia italiana secondo il Centro Studi di Confindustria che ha reso note oggi le nuove stime macroeconomiche.
Cattive notizie sull'occupazione anche dall'Istat che rende noto che il tasso di disoccupazione nel primo trimestre del 2010 è salito al 9,1% (dato non destagionalizzato) dal 7,9% dello stesso periodo del 2009. Si tratta del livello più alto dal primo trimestre del 2005. Il tasso destagionalizzato è, invece, pari all'8,4%, il livello più alto rispetto ad uno stesso dato destagionalizzato dal terzo trimestre del 2003.
A favorire la crescita rispetto alle stime di dicembre, che indicavano una crescita del pil nei prossimo bienni del 1,1% e del 1,3% sono intervenuti, secondo viale dell'Astronomia, "il deprezzamento del cambio dell'euro, il rapido recupero del commercio mondiale, il rafforzamento della ripresa italiana verrà dunque dalla domanda estera". Sul fronte del lavoro, invece, il centro studi sottolinea che il ricorso alla cassa integrazione "è ulteriormente aumentato nel primo trimestre 2010, sfiorando quota 460 mila", indicando che "l'andamento dell'occupazione nei prossimi mesi dipenderà in modo cruciale dal processo di riassorbimento dei cassintegrati".
A preoccupare il centro studi degli industriali è anche il livello dell'evasione fiscale il cui livello è stimato in 124,5 miliardi nel 2009, pari all'8,2% del Pil. Mentre "la pressione fiscale effettiva che grava sui contribuenti che pagano integralmente imposte e contributi e' al 51,4% del reddito italiano, contro il 43,2% ufficiale" che incorpora anche il sommerso e indica quindi una incidenza "solo apparente". A parità di gettito, "eliminando l'evasione - calcolano gli economisti di Confindustria - le aliquote fiscali e contributive potrebbero essere abbattute del 16%".
Cattive notizie sull'occupazione anche dall'Istat che rende noto che il tasso di disoccupazione nel primo trimestre del 2010 è salito al 9,1% (dato non destagionalizzato) dal 7,9% dello stesso periodo del 2009. Si tratta del livello più alto dal primo trimestre del 2005. Il tasso destagionalizzato è, invece, pari all'8,4%, il livello più alto rispetto ad uno stesso dato destagionalizzato dal terzo trimestre del 2003.
A favorire la crescita rispetto alle stime di dicembre, che indicavano una crescita del pil nei prossimo bienni del 1,1% e del 1,3% sono intervenuti, secondo viale dell'Astronomia, "il deprezzamento del cambio dell'euro, il rapido recupero del commercio mondiale, il rafforzamento della ripresa italiana verrà dunque dalla domanda estera". Sul fronte del lavoro, invece, il centro studi sottolinea che il ricorso alla cassa integrazione "è ulteriormente aumentato nel primo trimestre 2010, sfiorando quota 460 mila", indicando che "l'andamento dell'occupazione nei prossimi mesi dipenderà in modo cruciale dal processo di riassorbimento dei cassintegrati".
A preoccupare il centro studi degli industriali è anche il livello dell'evasione fiscale il cui livello è stimato in 124,5 miliardi nel 2009, pari all'8,2% del Pil. Mentre "la pressione fiscale effettiva che grava sui contribuenti che pagano integralmente imposte e contributi e' al 51,4% del reddito italiano, contro il 43,2% ufficiale" che incorpora anche il sommerso e indica quindi una incidenza "solo apparente". A parità di gettito, "eliminando l'evasione - calcolano gli economisti di Confindustria - le aliquote fiscali e contributive potrebbero essere abbattute del 16%".