Pomigliano: vincono i sì, il fronte del no arriva al 36%

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I sì raggiungono il 62% delle preferenze: non c'è plebiscito. Sacconi: "Il Paese ora è più moderno". La CGIL: "Un sì per il lavoro, i no per difendere i diritti". Fim: "Un risultato positivo"

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Vince ma non sfonda il sì al referendum svoltosi ieri allo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco sull'accordo siglato lo scorso 15 giugno da tutte le sigle sindacali tranne la Fiom: su 4.642 voti espressi, un'affluenza record del 95%, i favorevoli sono stati 2.888, pari al 62,2%. Il fronte del no ha avuto 1.673 voti, pari al 36%. I sindacati si dicono soddisfatti dei consensi, mentre il ministro Sacconi afferma che ora il Paese è più moderno. La Fiom ribadisce il no all'intesa ma si dice disponibile al negoziato se la Fiat apre alla trattativa, la Cgil spera in una soluzione condivisa, mentre i Cobas dicono: "Una grande lezione di democrazia".

Gli operai di Pomigliano hanno dunque votato a favore delle proposte dell'AD Fiat, Sergio Marchionne, di turni di lavoro più flessibili, norme restrittive sugli scioperi e benefici limitati come nel caso dei giorni di malattia.

La Uilm valuta positivamente il risultato. Per il segretario generale Rocco Palombella "si tratta di un dato che ci permette di sollecitare Fiat affinché dia piena applicazione al piano di investimenti per Pomigliano". Per il segretario generale della Uilm Campania, Giovanni Sgambati "col voto si è registrata una maggioranza significativa per l'accordo che deve essere quanto prima sottoscritto. Il risultato è eccezionale, perché su temi come la flessibilità in passato ogni accordo tra le parti era stato in seguito bocciato dalla consultazione tra i lavoratori. Questa volta l'epilogo è stato opposto".

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