L'amministratore delegato aveva accusato i lavoratori dello stabilimento siciliano di incrociare le braccia solo per seguire le partite della nazionale. La Fiom: "Questa è la risposta a Marchionne"
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Alla vigilia del referendum tra i lavoratori di Pomigliano, per decidere se accettare o meno il piano di rilancio proposto da Fiat, gli operai dell'impianto di Termini Imerese scendono in sciopero per protesta contro le parole dell'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne che aveva criticato i lavoratori siciliani accusandoli di avere scioperato lunedì scorso solo per poter vedere la partita di calcio dei Mondiali Italia-Paraguay. Un attacco definito dai sindacati come provocatorio e rozzo. Lo stabilimento, nelle previsioni dell'azienda, chiuderà a fine 2011 e sono in corso le trattative al ministerodello Sviluppo economico per individuare un nuovo produttore.
"Marchionne è servito: lo sciopero allo stabilimento di Termini Imerese è la miglior risposta alle sue vergognose parole" ha affermato Gianni Pagliarini, responsabile Lavoro del PdCI. "L'Ad di Fiat continua a giocare con il futuro delle persone: il suo tentativo di scardinare i diritti costituzionalmente garantiti non si ferma più. Lo sciopero di Termini Imerese - conclude Pagliarini - sia da monito anche per lo stabilimento di Pomigliano, dove in gioco ci sono sacrosanti diritti dei lavoratori".
Questa è la risposta a Marchionne". Così il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone, commenta lo sciopero alla Fiat di Termini Imerese. "Qui c'è gente che lavora da trent'anni - aggiunge Mastrosimone - Il signor Marchionne non solo sta chiudendo lo stabilimento ma addirittura adesso cerca di screditare il lavoro degli operai. Eppure era stato proprio lui a lodare la professionalità dei lavoratori di Termini Imerese, spiegando che la scelta di chiudere dipendeva da altre cose".
Tutte le notizie sullo stabilimento Fiat di Pomigliano
Alla vigilia del referendum tra i lavoratori di Pomigliano, per decidere se accettare o meno il piano di rilancio proposto da Fiat, gli operai dell'impianto di Termini Imerese scendono in sciopero per protesta contro le parole dell'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne che aveva criticato i lavoratori siciliani accusandoli di avere scioperato lunedì scorso solo per poter vedere la partita di calcio dei Mondiali Italia-Paraguay. Un attacco definito dai sindacati come provocatorio e rozzo. Lo stabilimento, nelle previsioni dell'azienda, chiuderà a fine 2011 e sono in corso le trattative al ministerodello Sviluppo economico per individuare un nuovo produttore.
"Marchionne è servito: lo sciopero allo stabilimento di Termini Imerese è la miglior risposta alle sue vergognose parole" ha affermato Gianni Pagliarini, responsabile Lavoro del PdCI. "L'Ad di Fiat continua a giocare con il futuro delle persone: il suo tentativo di scardinare i diritti costituzionalmente garantiti non si ferma più. Lo sciopero di Termini Imerese - conclude Pagliarini - sia da monito anche per lo stabilimento di Pomigliano, dove in gioco ci sono sacrosanti diritti dei lavoratori".
Questa è la risposta a Marchionne". Così il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone, commenta lo sciopero alla Fiat di Termini Imerese. "Qui c'è gente che lavora da trent'anni - aggiunge Mastrosimone - Il signor Marchionne non solo sta chiudendo lo stabilimento ma addirittura adesso cerca di screditare il lavoro degli operai. Eppure era stato proprio lui a lodare la professionalità dei lavoratori di Termini Imerese, spiegando che la scelta di chiudere dipendeva da altre cose".
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