Marcegaglia: "Siamo contrari alla tassa sulle banche"

Economia
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Confindustria si contrappone alle decisioni prese ieri in Europa: “Sarebbe come creare un fondo per un’eventuale prossima crisi”. Profumo, Ad di Unicredit, sposa la linea degli industriali. Mentre via Nazionale apre alla trasparenza

Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia non è "molto d'accordo" sull'eventuale tassa sulle banche, proposta ieri dal Consiglio europeo, perché potrebbe trasformarsi in maggiori costi per le imprese e i risparmiatori. "Noi non siamo molto d'accordo – ha detto Marcegaglia a margine di un incontro di Confindustria a Cremona - perché è come dire: “ci sarà un'altra crisi, prepariamo già i soldi per poterla pagare'".

Una tassa sulle banche, secondo la leader di Confindustria "è molto facile che si trasformi in maggiori costi, commissioni per le imprese e i risparmiatori. Noi preferiamo la logica di nuove regole, di regolatori attenti. Questa sembrerebbe una soluzione migliore" perché "più tasse sulle banche passano sempre alle imprese e ai risparmiatori".

Un no a nuove tasse sulle banche arriva anche dall'Ad di Unicredit, Alessandro Profumo, rispondendo alle domande dei  cronisti, a margine della conferenza dell'Efige: "una  nuova tassa sulle banche sarebbe profondamente sbagliata", mentre  sugli “stress test”, proposti stamane dal Governatore di Bankitalia, spiega che "per i paesi con banche forti, come l'Italia, è importante e una buona cosa". Profumo, invece, non lo commenta come  presidente dell'associazione europea delle banche, "perché -spiega-  non ho avuto ancora modo di parlarne con gli organismi collegiali".
     
L'Ad di Unicredit, invece, si dice disponibile alla creazione di un fondo per intervenire in favore delle banche in difficoltà: "Finanziare un fondo è una cosa opportuna, che intervenga in casi di pre-insolvenza delle banche. Cosa diversa, invece, è una tassa che vada al bilancio dello Stato. Non lo trovo una cosa corretta. In Italia poi le banche già pagano più delle altre imprese".
     
Per far fronte alla crisi, spiega Profumo, "le banche fanno  già il loro lavoro, sostenendo imprese e famiglie. L'economia reale in Europa comincia a dare segnali positivi, ma si sa che è basata sulle esportazioni e la domanda interna. Bisogna capire, come ha detto Draghi, come generare la domanda attraverso le riforme strutturali".

Intanto la Banca d'Italia ha annunciato che  pubblicherà i risultati degli stress test condotti sul sistema creditizio nazionale e che testimoniano il buono stato di salute dei nostri istituti. L'annuncio è stato dato dal governatore Mario Draghi, aprendo la seconda conferenza annuale del progetto Efige. "In Europa", ha detto il numero uno di via Nazionale, "sta man mano maturando il consenso sulla pubblicazione degli stress test. Lo faremo sicuramente anche in Italia. Abbiamo tutto da guadagnarci. I Paesi con buone banche e un buon sistema finanziario", ha aggiunto l'inquilino di Palazzo Koch, "hanno tutto da perdere dal contagio e dal non rilevare qual è esattamente la situazione. Questa è la maggiore fonte di incertezza in Europa. Bisogna essere trasparenti con i clienti che vogliono sapere dove investono, quali titoli acquistano e dove depositano il loro denaro", ha concluso Draghi.




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